Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » L'esodo dei laureati, giovani e non solo boom del 50% negli ultimi cinque anni

L'esodo dei laureati, giovani e non solo boom del 50% negli ultimi cinque anni

Porte d'accesso al lavoro sbarrate per i giovani meridionali

29/10/2014
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Il rapporto Svimez registra l'allungamento della durata della disoccupazione, così come della transizione scuola-lavoro. «Si è innescata una spira le di depauperamento del capitale umano che unisce emigrazione, lunga permanenza in uno stato di inoccupazione allo scoraggiamento a investire nella formazione più avanzata». Al tradizionale dualismo territoriale Nord/Sud, dall'inizio della crisi si è unito quello generazionale: dal 2008 al 2013 sono andati persi in Italia 1 milione e 800mila posti di lavoro fra gli under 34, mentre per gli over 35 l'aumento è stato di oltre 800mila unità. Il tasso di disoccupazione degli under 35 è salito nel Mezzogorno nel 2013 al 35,7%. Dei 3 milioni 593mi1a Neet, «Not ìn education, employment or training», registrati nel 2013, 2 milioni sono donne e quasi 2 milioni si trovano al Sud. La quota dei Neet sul totale della popolazione è arrivata nel 2013 al 27%. Nel Centro-Nord si parla di «meridionalizzazione» dell'(in)occupazione: nel 2012 il 55% dei Neet italiani era al Sud, nel Centro-Nord i Neet sono cresciuti del 47% dal 2007, quattro volte più del Sud (12%). In dieci anni, dal 2001 al 2011 sono migrate dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord oltre 1 milione e mezzo di persone, di cui 188 mila laureati. Non sono solo giovani: tra i 30 e i 49 anni, nel 2012 la quota è arrivata al 42%. Tra i laureati l'aumento è stato del 50% in 5 anni: da 17mila del 2007 a 26mila del 2012. Al Sud il 28% degli espatriati è laureato.