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L'organico funzionale fai-da-te

di Pippo Frisone

02/07/2014
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ScuolaOggi

L’art.50 della  legge n.35/2012, introduceva seppure in modo virtuale, il tanto auspicato organico funzionale dell’autonomia nonchè l’organico territoriale di rete. Entro 60 giorni il Ministro dell’Istruzione doveva emanare un decreto contenente le linee guida per l’attuazione. Tra le novità,  il superamento del dualismo tra organico di diritto e di fatto, stabilità triennale , budget e risorse certe alle scuole sulla base di accertati fabbisogni.

Sono passati due anni e la riforma sull’organico funzionale è ancora di là da venire.

                                Scoglio insormontabile per la sua piena attuazione è l’art.64 della L.133/08, richiamato dallo stesso art.50.

L’organico funzionale dell’autonomia rimane confinato nei limiti della dotazione organica del 2011/12, limite ancora oggi presente nella definizione degli organici del 2014/15.

Con la legge 133/08 il Miur di fatto viene “commissariato”. Non a caso viene reintrodotta la “clausola di salvaguardia”  e la “responsabilità dirigenziale” che viene estesa anche ai dirigenti scolastici, nel perseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica (  leggi tagli ) Ogni atto del Miur viene sottoposto al visto del Mef  per evitare splafonamenti di spesa.  Non a caso  vennero costituiti appositi Comitati di verifica tecnico- finanziaria.

Nel frattempo la spesa per le supplenze brevi  lievitava fino a 880 milioni di euro, a fronte dei 721 milioni disponibili in bilancio, per pagare 1milione e mezzo di contratti stipulati dalle scuole   ( fonte :question- time 2014  alla Camera - Min.Giannini) .

In assenza di interventi strutturali sugli organici e con una costante crescita del fabbisogno per supplenze brevi e saltuarie , le scuole per far fronte alle assenze brevi si sono nel frattempo arrangiate, riducendo fortemente il ricorso alle supplenze esterne . Prima con lo smembramento delle classi,  poi con la riduzione dell’ora di lezione.     

Si realizza cosi, più per disperazione che per convinzione , una sorta di “organico funzionale dei poveri “, quello“sottrattivo” però  e non quello “aggiuntivo” .

Si riduce in media da 3 a 5 minuti l’ora di lezione,  più nella secondaria di 1 e 2 grado che nella primaria.

Con una riduzione di 5’ si ricava 1h, 30’ settimanale per docente che in un anno scolastico di 33 settimane fanno165h.

Calcolate su una media per scuola di 50 docenti , le ore a disposizione per  supplenze brevi possono arrivare fino a 8.250. Con una massa oraria del genere , cui vanno aggiunte anche le ore da recuperare per il personale Ata (chiusure prefestivi)tenere la contabilità dei recuperi diventa una partita non facile con la banca dati e capita spesso che i docenti non riescono a restituire tutto il debito orario in supplenza !

Allora si restringono i periodi o le fasce orarie in cui operare la riduzione dell'ora oppure si destina tutto il recupero residuale nella parte finale dell'anno scolastico a progetti di  potenziamento- recupero.

Ma al di là del danno erariale imputabile al Dirigente per il mancato recupero delle ore ridotte e non recuperate dai docenti, chi subisce un vero e proprio danno è lo studente.

Con la scusa di evitare lo smembramento delle classi o di nominare il supplente esterno per mancanza di fondi, in caso di assenze brevi dei docenti titolari, con la riduzione dell'ora viene  messa a rischio la stessa validità dell'anno scolastico.

Come accade spesso e volentieri, le ore recuperate in supplenze  possono casualmente compensare altre discipline o classi diverse dalle proprie, risultando molto difficile la restituzione di tutte le ore sottratte al monte ore annuo curricolare.

Al termine delle lezioni i conti non quadrano mai e chi ne fa le spese, in questi casi, è sempre lo studente . I recuperi che i docenti fanno in supplenza con la riduzione dell'ora, mentre garantiscono sicuramente la vigilanza nelle classi, non garantiscono con altrettanta certezza i curricoli e il monte-ore annuo. La riduzione dell'ora, spacciata spesso e volentieri per motivi prettamente didattici,  è deliberata dai Collegi quasi sempre malvolentieri, su pressione dei dirigenti scolastici, chiamati a risolvere un   problema organizzativo,  legato alle assenze brevi e saltuarie e alle supplenze  .

Va bene la flessibilità dell'orario quando è indirizzata al miglioramento dell'offerta formativa.

Va bene l'organico funzionale dell'autonomia quando non è a perdere.

Va bene tutto ma non che a pagare per la mancanza di risorse e per le disfunzioni dello Stato siano ancora una volta gli studenti e la stessa qualità della scuola pubblica.