L'Unità - Cofferati: Difendiamo diritti, non privilegi. Purtroppo ci sono dubbi, anche a sinistra
21.1.2001 Cofferati: "Difendiamo diritti, non privilegi. Purtroppo ci sono dubbi, anche a sinistra" di red "È opportuno non avere nessuna condiscendenza, neppure di ordine culturale come qua e l...
21.1.2001
Cofferati: "Difendiamo diritti, non privilegi. Purtroppo ci sono dubbi, anche a sinistra"
di red
"È opportuno non avere nessuna condiscendenza, neppure di ordine culturale come qua e là si dice, per le loro tesi che mi sembrano abbastanza rozze e semplificate. L'idea è semplice: ripristinare le condizioni per le quali un'azienda può licenziare una persona senza un giustificato motivo. Dunque come atto discriminatorio". Il leader della Cgil, Sergio Cofferati, ha chiuso così il congresso nazionale della Flai, ribadendo come la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori introduca di fatto "norme discriminatorie" e come su questo non sia possibile alcun confronto. "Se c'è un problema delicato e prioritario - prosegue - è quello di dare diritti a chi non ne ha. Non di toglierli a chi ce l'ha. E ovviamente parliamo di diritti non di privilegi. E che poi, ogni tanto, anche la sinistra sia attraversata da questi dubbi e tentennamenti è una cosa che fa male al cuore".
Sul fronte dei diritti ha osservato Cofferati "dobbiamo fare i conti con le intenzioni particolarmente aggressive di un governo di centrodestra che, incline a far proprie richieste e suggestioni di confindustria, sta cercando di mettere in discussione diritti fondamentali delle persone".
Un attacco portato avanti "mentre si sta costruendo l'Europa" e si discute della costituzione Ue e della carta dei diritti. "Il governo italiano - ha ribadito il numero uno della Cgil - non trova di meglio che mettere in discussione l'articolo 18 nel suo valore di merito ma anche nel suo valore simbolico. Da qui la nostra difesa convinta della norma in uso". Il governo, secondo Cofferati, con il libro bianco sul lavoro tenta di "ridurre i diritti delle persone e l'efficacia della rappresentanza collettiva" e "trasforma la concertazione in dialogo sociale, mutuando un termine che in Europa è un'altra cosa. Per il governo il dialogo sociale è una pratica con la quale ti convocano un giorno per spiegarti cosa fanno il giorno dopo, un dialogo dove parla uno solo e gli altri dovrebbero ascoltare e se possibile, loro credono, accondiscendere". Insomma, c'è una lesione sia dei diritti collettivi sia dei diritti personali. "Il tentativo di cancellare articolo 18 - ha rilevato cofferati - è davvero pieno di aspetti negativi ed è opportuno non avere nessuna condiscenza, neppure di ordine culturale per le loro tesi abbastanza rozze e semplificate da non meritare di essere ricondotte a cultura. L'intenzione è semplice: ripristinare le condizioni per le quali un'azienda può licenziare senza che ci sia un giustificato motivo, dunque come atto discriminatorio". Oggi, secondo il leader della cgil, il problema "delicato e prioritario è dare diritti alle persone che non ne hanno e non toglierne. Non si può accettare l'idea di sospensione di diritti elementari delle persone" conquistati in anni di storia. Scuola, sanità assistenza, welfare sono, ha sottolineato cofferati, settori da "difendere". Uno dei temi da sottoporre all'attenzione del prossimo congresso della Cgil, in calendario a rimini dal 6 al 9 febbraio, secondo cofferati, dovrà essere quello della libertà e della tutela dei diritti.