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L'Unita'-Come abolire il giorno della memoria

L'Unita' di Furio Colombo Sapevamo tutti che vogliono abolire il 25 aprile. Infatti, con disprezzo, loro alla festa di Liberazione dell'Italia non ci vanno. Alcuni di loro espongono busti di Mussol...

03/10/2003
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l'Unità

L'Unita' di Furio Colombo

Sapevamo tutti che vogliono abolire il 25 aprile. Infatti, con disprezzo, loro alla festa di Liberazione dell'Italia non ci vanno. Alcuni di loro espongono busti di Mussolini, altri non si fanno trovare. La ragione è semplice. Il 25 aprile è la festa della Costituzione. La Costituzione è il vero ostacolo al mondo di Berlusconi e dei suoi complici. Molte delle sue leggi sono già state dichiarate incostituzionali dalla Consulta, altre lo saranno. Ieri, al Senato, si sono approvati una legge che istituisce "il giorno della libertà", stando attenti a non ascoltare nessuna delle ragioni che gli oppositori presenti in aula hanno provato a dire. AVVISO - Altri articoli dei quotidiani di oggi sono visibili nella sezione Zapping (segue)

A loro non importa discutere, anzi è meglio non farlo per non scoprire il lato ridicolo e quello tragico. Il lato ridicolo è che solo l'Italia, in tutta Europa, avrà una festa per celebrare la caduta del Muro di Berlino. E non per festeggiare la riunificazione delle due Germanie, caso esemplare di pacificazione fra due inesorabili ex nemici. Piuttosto per dividere gli italiani e indicare i "rossi" - che in Italia non hanno mai governato - come i veri colpevoli di tutto il male del mondo, per scatenare un odio di vita quotidiana, di strada, di vicinato, che non c'era neppure ai giorni della guerra fredda, che può sempre portare alla discriminazione, allo scontro fisico. Il pretesto - ricorderete - sono le foibe, le esecuzioni del regime comunista di Tito contro italiani colpevoli e italiani innocenti, alcune migliaia di persone eliminate con crudeltà e vendetta, dopo anni di sistematiche stragi fasciste (ha raccontato Malaparte come gli ustascia - fascisti croati - cavavano gli occhi alle vittime prima delle esecuzioni). È squallido e un po' ignobile aprire un confronto e anzi un macabro concorso fra morti e sangue della Resistenza (che ha liberato tutti, anche coloro che hanno votato ieri, protetti da una Costituzione che detestano) e vittime delle foibe. È questo che accade ogni anno quando, come a Trieste, personaggi postfascisti la cui foto nell'atto del saluto romano è ancora in giro, usano le foibe come arma di sfregio contro la Resistenza, evitando il più umano dei sentimenti, il rispetto di tutti i morti. E il più dignitoso, il rispetto della storia, che in tutta Europa ha un suo senso irreversibile, incancellabile. Infatti - in Europa - solo l'Italia di Berlusconi alacremente cancella la storia. Ma ecco il loro progetto. Primo, occorre dimenticare, ignorare, svilire chi ha dato sangue e vita per liberare l'Italia perché in tal modo si può far finta di non sapere che la Costituzione - che essi detestano - è fondata su tutte le ragioni per cui tanti hanno dato la vita, da Cefalonia a Boves, da Matteotti a Marzabotto, dalle Quattro Giornate di Napoli alla Repubblica dell'Ossola. Secondo, il continuo parlare di comunismo sovietico è il tentativo di non parlare del fascismo italiano, dei suoi crimini, dei suoi torturati, delle sue persecuzioni, dei suoi morti. Terzo, occorre annegare il Giorno della Memoria, sbiadire la più atroce delle tracce immense lasciate dal nazismo e dal fascismo, la ferita più spaventosa che ha macchiato l'Europa contemporanea. In Germania è vietato per legge negare la Shoah. In Italia il progetto è rimuovere l'orrore del fascismo che ha scatenato la rivolta, la Resistenza e poi la liberazione d'Europa, un moto che senza gli Americani sarebbe affogato nel sangue, ma ci sarebbe stato comunque. Lo prova la insurrezione disperata del ghetto di Varsavia. Quando alla Camera dei Deputati mi è toccato parlare del Giorno della Memoria, perché ero il primo firmatario della legge che ha istituito quel giorno, ho detto ai deputati che volevano parlare d'altro: "Questo - la Shoah - è un delitto italiano. Non potete cambiare discorso, noi da italiani, di questo delitto dobbiamo parlare a questo Paese che ha votato in quest'aula, all'unanimità, le più crudeli e dettagliate leggi razziali in Europa". Ecco il loro progetto: parlare d'altro. Spaccare l'Italia, fingere che i contadini italiani massacrati a Portella della Ginestra fossero sanguinari bolscevichi, che gli operai abbattuti a Reggio Emilia fossero la Rivoluzione d'ottobre, che Guido Rossa fosse un pericoloso sovversivo, che quei Pajetta e quei Terracini mandati al Parlamento dopo essere sopravvissuti a decenni di prigione fossero - loro - il pericolo per la libertà. Nell'Italia di Primo Levi, nell'Italia del tredicenne Cesana, ragazzino ebreo che è il più giovane caduto della Resistenza, vogliono metterti con le spalle al muro - persino se non hai sfiorato mai quel passato - per chiederti minacciosamente: "Cosa mi dici di Stalin?". Ogni italiano della mia generazione può ancora rispondere: "Di Stalin so i delitti che ho letto sui libri. Di Mussolini ho visto con i miei occhi i cadaveri delle sue vittime per le strade italiane". Ecco svelato il trucco un po' ignobile. Parlare d'altro per dimenticare il fascismo, cancellare il Giorno della Memoria con un giorno di finta festa della libertà per non parlare della Shoah, che è l'impronta digitale più spaventosa del fascismo. Far finta di non sapere che il 9 novembre è il giorno dell'unificazione tedesca e come tale viene ricordato in quel decoroso e democratico Paese. Per spaccare l'Italia. Dipende da noi, da tutta l'opposizione, da silenzi che non ci possono essere, da collaborazioni che non si devono offrire mai, dipende da noi, l'Italia pulita, che questo ignobile gioco non riesca.