Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » L'Unità-Gentili cittadini di Brescia-di Antonio Tabucchi

L'Unità-Gentili cittadini di Brescia-di Antonio Tabucchi

Brescia, 28 maggio 1974. Ore 10. In piazza della Loggia si sta svolgendo una manifestazione indetta dai sindacati e dal comitato antifascista per protestare contro gli attentati da cui l'Italia è di...

28/05/2004
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Brescia, 28 maggio 1974. Ore 10.
In piazza della Loggia si sta svolgendo una manifestazione indetta dai sindacati e dal comitato antifascista per protestare contro gli attentati da cui l'Italia è dilaniata. In un cestino di rifiuti, in uno degli angoli della piazza, scoppia una bomba. Il tragico bilancio è di otto morti, 103 feriti. Sono passati trent'anni da allora e tre inchieste.
Ma la verità è ancora da scrivere. Per ricordare quel tragico giorno le Edizioni l'Obliquo pubblicano una "plaquette" che contiene uno scritto di Antonio Tabucchi
Nel suo scritto Tabucchi indirizza un'immaginaria lettera ai cittadini di Brescia, firmata "Fratello d'Italia", invitandoli "provocatoriamente" a cancellare dalla memoria quello
"spiacevole incidente".

Fratello d'Italia

Gentili cittadini di Brescia,
capiamo il Vostro disappunto e consideriamo riprovevole che dopo tutti questi anni gli autori dell'incidente di Piazza della Loggia non siano stati ancora individuati. Consideriamo altresì riprovevole che siano stati provocati altri incidenti analoghi. E anche politicamente errati, visto, come l'attualità insegna, che ci sono altri mezzi più indolori e più democratici per una modifica dell'impianto costituzionale cui a loro modo tendevano allora i cultori della Costituzione un po' esagerati che agivano in maniera tanto radicale.
Tuttavia bisogna dar loro atto che, pur nella loro radicalità, costoro erano animati da un principio di rinnovamento dei nostri princìpi istituzionali onde rendere il nostro Paese più agile e al passo con i tempi; maggiore potere concentrato in una sola Istituzione, fusione del potere politico con quello economico, una sana riforma della magistratura, affinché il potere giudiziario, sempre troppo arrogante e separatista, dipendesse in maniera diretta dall'esecutivo, cioè da coloro che guidano le sorti della nostra Patria.
Ci corre tuttavia l'obbligo di specificarVi che la Vostra insistenza nel chiedere chiarimenti si attenuerebbe alquanto se non Vi vedeste come caso isolato ma se aveste l'altruismo di guardarVi intorno, cioè di contestualizzare l'incidente avvenuto nella Vostra città. L'Italia purtroppo continua a essere un Paese in cui il cittadino guarda al proprio "particolare", come osservò il Guicciardini, il che gli fa perdere il sentimento di appartenere alla comune storia di una comune Nazione, unita e fraterna. Se i parenti di coloro che ebbero la sfortuna di trovarsi nella Banca dell'Agricoltura a Piazza Fontana di Milano nel 1969; se i parenti di coloro che ebbero la sfortuna di trovarsi nella stazione di Bologna nell'agosto del 1980, se i parenti di coloro che ebbero la sfortuna di imbarcarsi su un airbus che nel 1980 sorvolava il cielo di Ustica (tralascio altri episodi minori); se tutti costoro, dicevo, non hanno ancora avuto il chiarimento che insistono a chiedere da anni, perché mai la città di Brescia dovrebbe avere il privilegio di conoscere ciò che agli altri non è dato di conoscere? E poi, con quale arroganza potete pensare che la Storia sia un'entità costituita di chiarezza? Non sapete forse che essa è soprattutto oscurità e tenebra, creatura mossa da forze misteriose e inconoscibili dalla limitata mente umana? La Musa della Storia, gentili Cittadini di Brescia, per gli Antichi era Clio, al contempo Musa della Memoria. Ebbene, abbiate il coraggio di eseguire un'operazione logica molto semplice: cancellate dalla Vostra memoria lo spiacevole incidente che avvenne nella Vostra città ed esso, come per incanto, sparirà anche dalla Storia. Vedrete che, in questa sana maniera di affrontare gli eventi, quella giornata che caparbiamente desiderate mantenere in vita si dissolverà come neve al sole: nei futuri manuali di Storia l'avvenimento non comparirà e dunque non sarà mai accaduto. Ci pare altresì che alcuni di Voi (perfino dei magistrati) abbiano emesso un'opinione ingiusta nei confronti del generale Delfino indicandolo come persona che avrebbe operato ciò che Voi definite "depistaggi". Ebbene, tale generale è persona leale che ha sempre lavorato per il bene dello Stato. Ma cosa potete sapere Voi quale sia il bene dello Stato? La Vostra idea di bene dello Stato non coincide semplicemente con la nostra; a questo relativismo Voi dovreste rivolgere il pensiero, gentili Cittadini di Brescia, pensando che tutto è relativo e che ci sono molti punti di vista sulle cose. E che il Vostro punto di vista non coincide con il nostro. E perché mai dovrebbe? Ve lo siete mai chiesto?
Ricorderete che pochi anni fa, trovandosi a Bologna a commemorare l'incidente avvenuto nella stazione di quella città, l'on. Giuliano Amato ebbe il coraggio di chiedere scusa alla cittadinanza da parte dello Stato. Perché Voi non Vi ingegnate affinché ciò possa accadere anche a Brescia? Trovate anche Voi un onorevole, possibilmente di sinistra, che alla Vostra commemorazione venga a fare altrettanto. Ad esempio, disponete di un senatore che è stato ministro degli Interni. Ora, un ministro degli Interni non è un ministro qualsiasi. Al contrario, egli è uomo stimato come saggio, e ogni tanto, quando se la sente, interviene. Ebbene, chiamatelo. Egli, dal palco della Vostra piazza potrebbe, con la sua voce serena, chiedere scusa da parte dello Stato a tutta la cittadinanza e con questo sarebbe chiusa la partita. Che, permetteteci di dirVelo, comincia a diventare tediosa, dopo tutto questo tempo.
Cio che ci permettiamo di consigliarVi, semmai, è di non perdere fiducia nella nostra Patria e nella nostra bandiera. I morti sono morti, ormai. Pensiamo ai vivi. E ai giovani. E allora pensate piuttosto alle giovani coppie che rappresentano il futuro di questo Paese, ragazzi e ragazze belli ed entusiasti che sono nati dopo quel deplorevole incidente. E ad essi regalate, appena nasce un pargolo italiano, il nostro tricolore. Non seguite i consigli dell'onorevole Bossi il quale con parole velate e misteriose sostiene che egli "con il tricolore ci si pulisce il culo" (sic). Con i nostri moderni strumenti abbiamo decodificato questo sotterraneo messaggio e siamo arrivati alla conclusione che esso non conteneva dei sottotesti sovversivi ma voleva semplicemente dire ciò che dice.
Con la fede nella Patria, nelle Istituzioni e nel Futuro, e con la promessa che uno di noi sarà presente alle Vostre celebrazioni, anonimo tra la folla per la discrezione che sempre ci caratterizza, Vi porgo i saluti fraterni e i migliori auguri di tutto il mio Gabinetto firmandomi, come vuole il nostro codice di sicurezza, il Vostro