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La carriera modello: "Vengo anch'io? No tu no!"

di Pino Patroncini

05/09/2014
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Di tutte le castronerie, e ce ne sono tante nonostante l’appeal delle 150.000 assunzioni in ruolo, dell’evanescente Piano Scuola di Renzi, quella più sconcertante riguarda la nuova carriera non più in base a scatti di anzianità ma ai cosiddetti “scatti di competenza” ( cioè dati in base alle competenze didattiche, formative e professionali che costiuirebbero il cosiddetto merito).
Attenzione non mi riferisco qui al principio i...n sé, che darà luogo da solo a fiumi di polemiche, e neppure al fatto che non si capisce chi valuta chi. Non mi riferisco neppure al fatto che si siano del tutto soppressi gli scatti di anzianità, caso quasi unico in Europa ( compresi paesi in cui esistono le più rigide valutazioni). E non mi riferisco neppure al criterio competitivo adottato per cui si gareggia per entrare nell’area degli eletti e non restare nell’area dei reietti (il tutto mentre in altre parti del documento si inneggia allo sforzo comune e al lavoro collaborativo) E neppure al fatto che ciò avvenga scuola per scuola e non in base a standard nazionali, per cui potremmo aver scuole dove anche i luminari restano al palo e scuole in cui come si suol dire “nel regno dei ciechi il monocolo è re”.
Tutto questo è contestabile razionalmente e troverà certo le sue confutazioni.
Mi riferisco alle percentuali adottate a priori per cui il 66% avanza e il 34% resta fermo. Cioè su tre insegnanti due sono promossi e uno no. Anzi, mettendo a confronto gli avanzamenti con gli attuali scatti di anzianità, i due vincitori si spartiscono lo scatto del terzo escluso.
Altro che logica premiale, questa è proprio una logica punitiva. E’ come se in una gara di atletica invece di far salire sul podio i vincitori, si mettesse alla gogna l’ultimo arrivato e tutti gli altri concorrenti fossero tenuti a fargli sberleffi. La gara non mi piace ma se gara ha da essere almeno che gara sia col podio per i vincitori, non la gogna per i perdenti. Nella maniera scelta questi ultimi assomigliano tanto al protagonista della canzone di Jannacci: “Vengo anch’io? No tu no! Ma perché? Perché no!”.