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La casa comune del sapere: si uniscono i sindacati CGIL della Scuola e dell'Università

La casa comune del sapere: si uniscono i sindacati CGIL della Scuola e dell'Università Due domande a Enrico Panini e a Marco Broccati Già da alcuni mesi è ufficialmente iniziato un perc...

06/04/2004
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La casa comune del sapere:
si uniscono i sindacati CGIL della Scuola e dell'Università

Due domande a Enrico Panini e a Marco Broccati

Già da alcuni mesi è ufficialmente iniziato un percorso che porterà all'unificazione due sindacati di categoria della CGIL: la scuola e l'università e la ricerca. Al di là dei problemi organizzativi, che sono fatti più interni, si tratterà di mettere insieme sia pure in un ambito professionale simile esperienze lavorative profondamente diverse. Pensiamo ai docenti di scuola, ai ricercatori, ai docenti della formazione, agli amministrativi, a personale con rapporti di lavoro diversi...

Tutto questo che conseguenze avrà sul piano contrattuale?

Marco Broccati, segretario generale dello Snur CGIL
La Federazione tra Snur e Sns rappresenta un progetto politico destinato a dare più forza e capacità di rappresentanza al vasto mondo del sapere. Un simile progetto, che riunisce professioni e competenze diverse, sebbene unificate dalla comune matrice del bene immateriale costituito dalla produzione e trasmissione della conoscenza, non può che avere per base l'idea di far vivere in modo visibile le specificità e le caratteristiche peculiari di tutte le professionalità esistenti. Il tratto comune sarà rappresentato dall'approccio confederale ai temi contrattuali, come oggi peraltro già si verifica, ma le scelte di assetto contrattuale dovranno confermare collocazioni e soluzioni contrattuali specifiche in grado di rispondere ai problemi concreti che ogni figura professionale esprime.

Enrico Panini, segretario generale Cgil Scuola
Avrà grandi conseguenze sul piano politico più generale. Infatti, dare vita ad una nuova categoria sindacale che organizzerà tutti gli iscritti alla CGIL che lavorano nel grande campo della conoscenza significa costruire la "Fiom" del ventunesimo secolo. Infatti, come negli anni '50 e '60 l'industria pesante fu importante e decisiva per lo sviluppo del Paese, ora questo ruolo di traino è affidato al sapere. Basti riflettere, ad esempio, sul fatto che ogni merce incorpora un contenuto di sapere molto più alto che nel passato, o alle tante opportunità di formazione che vengono messe in campo continuamente e nelle forme più diverse. Mettere in una "casa comune" centinaia di migliaia di persone iscritte alla Cgil che lavorano nel settore della formazione in tutte le sue articolazioni (scuola, università, ricerca, formazione, educazione, ecc.) significa costruire un soggetto sindacale nuovo in un settore determinante ed in espansione. Significa anche dare visibilità all'idea-forza della nostra Confederazione che il sapere è una risorsa indispensabile per uno sviluppo di qualità.
Contrattualmente ogni comparto del nuovo sindacato non potrà che proseguire la propria storia contrattuale e decidere le piattaforme con regole che salvaguardino l'autonomia contrattuale. Sicuramente, però, lo scambio di esperienze e le comuni sedi di discussione e di decisione favoriranno l'elaborazione in ogni comparto. Il peso politico ed organizzativo del nuovo sindacato consentirà di mettere in campo una strategia d'insieme ed una forza utile per l'esito della trattativa.

L'università e la scuola come istituzioni non hanno sempre avuto un dialogo facile. Negli ultimi tempi con l'istituzione delle Ssis si era tentato un lavoro integrato nell'ambito della formazione docenti con il riconoscimento a ciascuna di importanti competenze e know how.
Un esperimento a cui è stata messa la parola fine da questo governo con le conseguenze che tutti conosciamo.
C'è nel futuro della nuova Federazione un progetto che rilanci la collaborazione magari in più campi tra scuola e università? ed è prevista una maggiore mobilità in più direzioni per mettere in comune il reciproco patrimonio di competenze e professionalità?

Marco Broccati
Nel progetto di Federazione il tratto saliente è rappresentato dall'idea-forza per la quale il sapere diventa oggi il principale fattore su cui agire sia per realizzare uno sviluppo sociale ed economico di qualità, nel quadro di un welfare solidale ed equo, sia per offrire alle persone la piena fruizione di un diritto di cittadinanza fondamentale, diritto che è ormai, visibilmente, condizione decisiva per progettare e gestire consapevolmente il proprio progetto di vita. In quest'ottica, è indispensabile affrontare il tema della ricostruzione di una continuità armonica tra i segmenti del ciclo formativo, dall'infanzia alla specializzazione universitaria. Una discontinuità qualitativa nel progetto formativo tra i vari cicli è inevitabilmente destinata a ripercuotersi come un'onda su tutto i percorsi, generando un degrado complessivo della qualità dell'offerta dell'intero sistema. Per questo è necessario un ridisegno dei percorsi con caratteri di forte integrazione e collegamento: non a caso uno dei problemi centrali che si pongono all'Università nel gestire l'accesso dei giovani, e conseguentemente il grado di successo negli studi, è proprio costituito dalla forte crasi che si realizza nel passaggio dall'istruzione secondaria superiore ai piani di studio universitari, che ancora oggi vivono dimensioni separate e non comunicanti. Su questo terreno si aprono per la nuova Federazione stimoli e possibilità nuove di intervento, in direzione di un progetto basato sull'idea di unitarietà, flessibilità, interazione e sulla necessità di concepire il ciclo formativo come un unicum che accompagni le persone per tutte le fasi della loro vita.

Enrico Panini
Il primo problema posto dalla domanda riguarda il funzionamento autonomo del nuovo sindacato, la propria vita interna, le proprie strategie. Non ci sono dubbi che la costituzione di luoghi e sedi di discussione comuni ci consentiranno una collaborazione effettiva e non solo auspicata, così come la costruzione dei gruppi dirigenti non potrà che favorire la mobilità e l'intreccio di esperienze.
Il nuovo sindacato lavorerà sulla frontiera della valorizzazione delle diverse specificità e, contemporaneamente, dovrà riuscire a costruire un punto di vista generale. Una sfida affascinante e di grande importanza.
Cosa diversa riguarda il rapporto fra istituzioni, a partire dal caso delle Ssis. Questo governo non sa nemmeno dove abiti l'integrazione, è infatti incapace di pensare in termini integrati il rapporto fra istituzioni, comparti, enti, ecc. Non a caso chiude l'unica esperienza di integrazione effettiva di competenze fra università e scuola rappresentata dalle Ssis. Contemporaneamente, disinveste in tutto ciò che può consentire al sapere pubblico di giocare un ruolo visibile. Da qui le politiche recessive sull'istruzione, sull'università, sulla ricerca.
Questo dell'integrazione dovrà essere, quindi, uno dei punti qualificanti della piattaforma programmatica sulla quale sorgerà il nuovo sindacato.

Roma, 5 aprile 2004