La Gelmini blinda le graduatorie
Pronta la norma del Milleproroghe che fa slittare di un anno l'aggiornamento delle liste
di Alessandra Ricciardi
È l'ultimo treno del 2010. Salvo sorprese, di natura tecnica o politica, il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, presenterà nell'ambito del decreto di proroga termini di fine anno una norma che congela le graduatorie permanenti. Per tutto il prossimo anno scolastico 2011-2012 circa 230 mila prof precari, se la notizia giunta a ItaliaOggi sarà confermata, non potranno aggiornare la propria posizione.
Il che significa che non potranno cambiare le province di destinazione, andando a scegliere magari quelle dove maggiore sono le chance di assunzione, ma neanche potranno far valere punteggi nuovi, legati a carichi di famiglia oppure a titoli nel frattempo acquisiti. Il congelamento delle graduatorie infatti dura dallo scorso anno. Un blocco che era stato imposto in vista di una riforma generalizzata del sistema di reclutamento, che il ministro Gelmini non ha però ancora realizzato. Il 2011 potrebbe essere l'anno giusto. E allora, è il ragionamento, meglio attendere che le nuove regole siano conosciute da tutti i precari iscritti in graduatoria prima di decisioni radicali. Un ragionamento, questo, che ne cela alle spalle un altro: evitare che si crei ulteriore emigrazione verso il Nord. Sono molte le province settentrionali in cui i docenti iscritti in lista temono, alla riapertura delle graduatorie permanenti, di essere assaliti da prof meridionali con punteggi più alti, che possano strappare al loro posto il contratto a tempo determinato, adesso, e quello a tempo indeterminato domani. Quando, seguendo il trend delle pensioni, i buchi negli organici diventeranno voragini.
Secondo l'ultimo dossier sulle graduatorie realizzato dal ministero dell'istruzione, il 65% degli insegnanti iscritti è nato al Sud. Su quasi 230 mila, oltre 122 mila sono registrati e residenti nelle regioni meridoionali (il 48%), 42 mila nelle regioni del Centro e 74 mila al Settentrione. Tra il 2006 e il 2009, si è registrato un calo degli aspiranti proprio al Nord: in Lombardia e Piemonte del 16%. Ed è proprio qui che ci sono maggiori disponibilità di posti, che si incrementeranno con i futuri pensionamenti.
La carica verso le province con appeal occupazionale sarà tanto più forte il prossimo anno quando si potrà fare l'ultimo aggiornamento prima della rivoluzione del reclutamento. A forte connotazione regionalista. All'attenzione del ministero infatti c'è l'ipotesi di concorsi regionali in cui i candidati potranno scegliere una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio professionale e sottoporsi poi a quello che è stato definito «test di preparazione». Prove che verificheranno l'attitudine all'insegnamento e l'effettivo livello di preparazione dei candidati nelle singole materie. Il tutto nella regione di arrivo, a parità di condizioni con i candidati del posto, in modo da evitare contestazioni in sede europea. È facile capire a questo punto quali siano le pressioni del Nord perché le graduatorie siano congelate per il 2011-2012.
Tra l'altro, il nuovo reclutamento dovrà essere coordinato con la formazione professionale come delineata dal regolamento della Gelmini. Il provvedimento, già esaminato dalla commissioni parlamentari, sta registrando qualche ritardo nel controllo della Corte dei conti, il che ha destato allarme, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, presso i vertici di viale Trastevere. Non chiuderlo entro l'anno significherebbe rimetterlo in discussione. Magari con un nuovo ministro al governo