La Nazione - Tonini:ecco la mia scuola
"Ecco la mia scuola" RAVENNA '#8212; "Non vado a insegnare niente. Del resto, sono stato indicato come presidente ad honorem, quindi non vado nemmeno per dirigere. Mi limiterò a portare il ...
"Ecco la mia scuola"
RAVENNA '#8212; "Non vado a insegnare niente. Del resto, sono stato indicato come presidente ad honorem, quindi non vado nemmeno per dirigere. Mi limiterò a portare il contributo della mia esperienza". Il cardinale Ersilio Tonini, nominato dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, presidente onorario del gruppo di lavoro per definire il codice deontologico del personale della scuola, mette i puntini sulle i. "Ho insegnato per sedici anni e per altri sedici ho fatto il parroco. Nel gruppo di lavoro, che sarà pluralista, porterò il contributo della mia conoscenza del mondo giovanile e dei rapporti fra scuola e famiglia. Inoltre non va lasciato in penombra il rapporto insegnanti-genitori, ugualmente fondamentale".
Quali saranno i poteri del gruppo di lavoro?
"Non ne so ancora nulla. Aspettiamo le domande del ministro. Noi non dovremo impostare qualcosa: sarà il ministro a dare la traccia. Io non farò prediche né leggi: esprimerò un punto di vista, che il ministro sarà libero di utilizzare o no".
Ma in quale ambito vi muoverete?
"Oggi la famiglia è sottoposta a nuove pressioni perché la modernità fornisce opportunità ma crea anche problemi. A scuola l'insegnante non riceve creature anonime, ma ragazzi che portano con sé quello che respirano in famiglia. E per la stessa Costituzione la scuola è il completamento della famiglia. Quest'ultima dà la tonalità affettiva e alla scuola compete il compito di fornire il modulo intellettuale".
La sua nomina ha suscitato polemiche. I radicali, tra gli altri, si dicono "sbigottiti" perché vi leggono uno "spregio alla laicità dello Stato".
"Sono io a meravigliarmi. Due anni fa fui chiamato dal ministro della Pubblica istruzione, Luigi Berlinguer, a far parte della cosiddetta Commissione dei 40, chiamata a dare l'impostazione della riforma scolastica. C'era anche una suora, una docente. Fummo poi ricevuti dal presidente Scalfaro e io fui incaricato di compiere la sintesi del nostro lavoro. E la cosa non fece scandalo, né qualcuno si lamentò. Anche il ministro della Sanità, Veronesi, mi chiese di partecipare al Gruppo dei 25, incaricato di formulare alcune linee di comportamento sulla clonazione terapeutica. Anche allora non ci furono critiche né qualcuno si scandalizzò. La scuola non è né di destra né di sinistra e io non vado né per gli uni né per gli altri. Ora trovo strana questa reazione. Capisco tutto, né sono offeso. Ma certe cose mi sembrano richiami a categorie dell'Ottocento che non hanno più niente da dire. La Francia, che è certamente uno Stato laico, per preparare un progetto di legge sulla fecondazione artificiale, ha indetto alcune giornate di consultazione e ha chiamato anche il cardinale Lustiger. La Germania, ugualmente laica, ha creato una commissione per i problemi di bioetica includendovi vescovi, cardinali, protestanti ed ebrei. Allora mi domando se quello dei radicali non sia un laicismo particolare, che vorrebbe escludere anche l'ascolto".
Quale sarà il punto principale su cui porrà l'accento?
"Non sono in grado di rispondere, perché non so ancora come il ministro intende impostare il problema".
Ma quali sono, a suo avviso, i problemi più importanti per la scuola?
"Quelli che i giovani si troveranno di fronte nel futuro. Occorre che siano pronti alle sfide e alle opportunità che avranno davanti. I nostri insegnanti sono già preparati. Le cose vanno viste alla luce di quanto sta accadendo oggi, a cominciare dalle tecnologie: la scuola prima di tutto deve tenere conto di questo. E deve tenere conto dei rapporti con le famiglie. Ricordando che i ragazzi sono gli operatori a cui sarà affidato il futuro del Paese".
di Pier Francesco Semiani