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La neve ferma i professori in cerca di una cattedra

Bufera in arrivo: domani e martedì niente concorsone

10/02/2013
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La Stampa

Flavia Amabile

Non c’è pace sul concorsone per docenti. Pure il maltempo ora ci si mette a complicare una prova che tra ricorsi , contestazioni e scarso appeal fra i commissari non sta avendo vita facile.

L’ultimo problema sorto si chiama «Big Snow», è la tempesta che tra domenica e lunedì porterà nevicate molto abbondanti sull’Italia settentrionale, il Ministero dell’Istruzione ha deciso di rinviare i primi due giorni di prove scritte. Le nuove date saranno comunicate sul sito del Miur. Confermate, per il momento invece, le prove dei giorni successivi.

Il ministero sta inviando un’email a tutti i candidati che avrebbero dovuto sostenere la prova scritta, oltre 95mila persone che si contendono 11.542 posti di ruolo nelle scuole.

Ma «Big Snow» è solo l’ultimo dei problemi in questa selezione, la prima dopo tredici anni, che è una macchina di enorme complessità, che fin dall’inizio ha incontrato difficoltà.

I ricorsi, anzitutto. Due giorni fa è stato ufficializzato il numero degli effettivi candidati ammessi a sostenere le prove scritte dopo la pioggia di contestazioni arrivate per alcuni requisiti previsti nel bando di ammissione, dal calcolo del punteggio agli anni in cui si è conseguita la laurea .

Dopo aver vinto i vari ricorsi presentati ci sarà un 10% di candidati in più ammessi alla prova scritta. Il Tar dal Lazio ha infatti confermato in extremis l’ordinanza collegiale e i decreti monocratici precedenti per i 7mila aspiranti docenti ricorrenti che lo scorso mese di dicembre hanno svolto le prove preselettive conseguendo punteggi da 30 a 34,5.

«Il giudice - spiega in una nota l’Anief, l’associazione che ha guidato ii ricorsi - non ha potuto fare altro che applicare quanto previsto dalla legge, riducendo la soglia minima d’accesso disposta dal Miur (35/50) perché non rispettosa della normativa vigente sui pubblici concorsi della scuola».

Non è stato semplice nemmeno per gli uffici scolastici regionali riuscire a completare l’elenco dei commissari e presidenti. È stata necessaria una seconda convocazione allargando i criteri di ammissione, prevedendo anche la presenza di semplici esperti non interni alle scuole e di persone nominate direttamente dai dirigenti scolastici.

Da quest’anno, infatti, il compenso per i commissari è stato diminuito, è di 209 euro per ogni commissario e 251 per ogni presidente, con un’aggiunta di 50 centesimi per ogni compito corretto. Oltretutto non è più garantito l’esonero dalla scuola, i compiti vanno corretti durante il tempo libero. In tanti hanno scelto di evitare. «Non si può pretendere che la gente lavori gratis», spiega Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil.

Troppo poco? Il ministero risponde precisando che, complessivamente, ogni componente della commissione può raggiungere un compenso di 2.051,70 euro lordi, comprensivi della quota di 0,50 centesimi a compito corretto. Cifra che aumenta del 20% per i presidenti.

Ultima grana scoppiata, quella dei comitati di vigilanza. Il compenso previsto è di 20,92 euro per ogni giornata di impegno. Ma è un impegno del tutto volontario, nessuno può obbligare qualcuno a farne parte. La Flc Cgil denuncia, invece, che in queste ore si stanno creando forzature e ordini di servizio che impongono la partecipazione e ha scritto al Miur una lettera per chiedere che «dia istruzioni in merito alla composizione dei comitati di vigilanza, rispettose del contratto nazionale di lavoro e che indichi nella volontarietà del personale il criterio di composizione dei comitati».