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La nuova Sardegna-La politica del risparmio non fa bene alla scuola"

"La politica del risparmio non fa bene alla scuola" SASSARI. Nei giorni scorsi i genitori rappresentanti di classe e il comitato dei genitori degli studenti del Liceo ginnaio D.A. Az...

10/02/2004
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Nuova Sardegna

"La politica del risparmio non fa bene alla scuola"
SASSARI. Nei giorni scorsi i genitori rappresentanti di classe e il comitato dei genitori degli studenti del Liceo ginnaio D.A. Azuni, si sono riuniti in assemblea per prendere atto delle modifiche apportate al sistema scolastico italiano dall'applicazione della Finanziaria e per evidenziare le conseguenze della stessa sul futuro della scuola pubblica e in particolare le problematiche sorte nell'istituto cittadino (frequentato dai nostri ragazzi) dove si erano già raggiunti, o si stavano per raggiungere, tutti gli obiettivi didattici, culturali e sociali programmati da tempo, condivisi e sostenuti con passione dalla dirigente, dai professori, dagli alunni e dai genitori.
Dalla riunione è emerso un giudizio palesemente e concordamente negativo.
Non accettiamo la politica del risparmio sulla pelle dei nostri ragazzi che sono, o meglio, dovrebbero essere per la società la speranza del futuro. Investire sui giovani per formare le future classi dirigenti e imprenditoriali, i ricercatori, i professionisti, gli specialisti nei vari settori della vita pubblica, dovrebbe essere non solo un diritto dei giovani, ma un sacrosanto dovere dello Stato. Invece che incrementare i finanziamenti nel comparto scuola, si operano dei tagli che comportano non solo l'arresto, ma addirittura la cancellazione dei progressi e delle innovazioni a livello formativo ed organizzativo, ottenuti in questi ultimi anni.
Sembra si voglia tornare ad una scuola pubblica essenziale e scarsamente formativa. L'applicazione della Finanziaria ha inciso pesantemente anche sulla formazione delle cattedre in quanto prevede che esse siano tutte costituite da 18 ore settimanali, con conseguente trasferimento di docenti da un corso all'altro e grandi difficoltà, dovendo tenere conto dei vari tipi di titolarità di classe di concorso.
Queste decisioni sembrano scaturite più da un semplice calcolo numerico che da un ponderato giudizio nell'interesse degli utenti che sono non solo gli studenti per i quali viene meno la tanto decantata continuità didattica, ma soprattutto i docenti sulla cui disponibilità e buona volontà si vuole scaricare come sempre il "carrozzone scolastico". Sono stati aboliti gli insegnanti a disposizione che avevano il compito di sostituire i colleghi assenti. Poiché l'insegnante supplente può essere nominato solo dopo 15 giorni di assenza del titolare, è evidente che quest'ultimo, in caso di malattia, tenderà a prolungare il congedo entro questi termini per non creare disagi agli studenti e ai colleghi. Tutto questo comporterà grosse spese per la collettività, altro che risparmio!.
Se, invece, le assenze saranno di pochi giorni, chi provvederà a restituire agli alunni le ore di lezione perse? Chi provvederà alla loro sorveglianza? Escludendo che i ragazzi possano essere lasciati a se stessi o fatti uscire prima del termine delle lezioni, il dirigente ha proposto che gli alunni delle classi scoperte vengano suddivisi nelle varie classi. Questo potrebbe essere accettato eccezionalmente, ma se diventa la regola, si può ben capire che si risolverà, per tutti, nell'impossibilità di lavorare seriamente. Se, poi, le classi scoperte dovessero essere più di una, inevitabilmente dovremmo affidarci ai bidelli. Ma i bidelli non sono abilitati a svolgere mansioni di sorveglianza degli alunni, tantomeno compiti educativi e, comunque, non sempre sono disponibili.
Esiste quindi un grosso problema di responsabilità che preoccupa molto i genitori. Come si può stare tranquilli sapendo che i propri figli potrebbero trovarsi da un momento all'altro in balìa di se stessi, senza guida o sorveglianza, pur essendo affidati ad una struttura pubblica, la scuola, che dovrebbe essere per antonomasia il non plus ultra della sicurezza e dell'affidabilità. E tutto questo in nome del risparmio che si vuole far ricadere sui nostri figli. Mentre in altri settori della vita pubblica si sperperano allegramente le finanze dei cittadini.
Ma non sono solo gli aspetti organizzativi quelli che ci lasciano perplessi. Siamo senza parole di fronte alla sistematica cancellazione dei percorsi formativi finora raggiunti e che speravamo di arricchire con nuove esperienze e con la partecipazione di un numero sempre più elevato di docenti ed alunni.
Che fine faranno i tanto agognati laboratori extracurriculari? Il progetto musicale, quello del cinema, del teatro, della scrittura. Sarà mai possibile ripetere la bellissima esperienza, per studenti e docenti, fatta attuando il progetto Scienze e filosofia? E l'entusiasmo, la solidarietà, la creatività profusi nella volontà di raggiungere questi obiettivi? Annullati. Cancellati. La parola d'ordine per la scuola pubblica é: risparmio.
E, quindi, si torna indietro. In questa dietrologia sembrano soccombere anche conquiste ormai consolidate come la collegialità, la relazionalità della classe, la possibilità di confronto, le classi aperte, le esperienze extra scolastiche, i contatti con l'università e con il mondo del lavoro. Se la scuola pubblica, da scuola formativa per tutti si ridurrà, come pretende la riforma Moratti, soltanto a scuola di formazione di base, non garantirà più il suo diritto allo studio per tutti. Soltanto chi ha i mezzi economici potrà garantirsi una formazione adeguata; chi, pur avendo buone capacità intellettuali, è privo di adeguate possibilità economiche, sarà costretto alla "non formazione". Dovrà accontentarsi delle briciole della cultura. In una società civile e moderna tutto ciò non deve accadere. Il diritto allo studio deve essere garantito in maniera totale e integrale a tutti i giovani, indipendentemente dalla loro provenienza socio-economica. Sulla base di questo principio, i genitori degli studenti dell'Azuni, a tutela della scuola pubblica e dei valori sociali e culturali che essa rappresenta, esprimono la loro ferma opposizione alla riforma ed invitano ad unirsi nella protesta i genitori, i docenti e gli studenti di tutte le scuole cittadine.
Il comitato genitori del liceo ginnasio "D.A. Azuni" Sassari


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