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La Nuova Srdegna-Insegnanti di educazione tecnica:"Non riusciranno a eliminarci"

"Non riusciranno a eliminarci" La rivolta anti-riforma dei professori di Educazione tecnica SASSARI. Gli insegnanti di Educazione tecnica della provincia hanno proclamato lo stato di agita...

10/02/2004
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"Non riusciranno a eliminarci"
La rivolta anti-riforma dei professori di Educazione tecnica
SASSARI. Gli insegnanti di Educazione tecnica della provincia hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciano forme di protesta che potrebbero sfociare nel blocco degli scrutini finali. È successo al termine di una riunione, alla quale hanno partecipato 78 docenti, svoltasi sabato scorso nei locali del sindacato automomo Snals. L'assemblea era stata convocata per valutare le novità introdotte dai decreti attuativi della riforma della scuola, in modo particolare la Media. Innovazioni che i docenti temono potrebbero ridefinire le classi di concorso, con la conseguente cancellazione della loro disciplina.
I professori della provincia di Sassari hanno lanciato il grido d'allarme dopo avere sostanzialmente condiviso la definizione del profilo educativo e culturale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni), nella parte in cui prevede che al termine del corso di studi il ragazzo debba possedere un patrimonio di abilità caratteristiche dell'insegnamento dell'attuale Educazione tecnica.
Anche i piani di studio personalizzati della scuola secondaria prevedono conoscenze e abilità specifiche della storia e dell'Educazione tecnica. Tuttavia, le stesse indicazioni accorpano matematica, scienze e tecnologia in un'unica area disciplinare, attribuendo a quest'ultima solo trentatre ore annuali, corrispondenti a un'ora settimanale.
"Scienze e tecnologia non sono la stessa cosa - replicano gli insegnanti -, affidarne l'insegnamento allo stesso docente non favorirà la crescita e lo sviluppo della cultura tecnologica, che non è in contrapposizione né a quella scientifica né alla umanistica". Inoltre "l'insegnamento della tecnologia richiede spazi progettuali e operativi che non si possono improvvisare. Affidarne l'insegnamento a chi ha svolto altre attività didattiche può corrispondere alla effettiva eliminazione dal contesto delle competenze".
I docenti rivendicano "lo spazio culturale conquistato in quarant'anni di storia e di professionalità della scuola media".
A parere dell'assemblea "i sindacati si sono lasciati sfuggire l'insensato colpo di mano, del ministero e dei suoi consulenti, che cancella un intero asse culturale privando 17mila docenti della propria identità, professionalità e dignità, sottraendo prospettive di lavoro ai giovani che hanno intrapreso questo percorso professionale".


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