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«La preparazione è migliore ma rare le vere eccellenze»

I 100 e 100 e lode che crescono? Uno dei pochi risvolti positivi della crisi economica

28/07/2013
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Il Messaggero

LE REAZIONI
ROMA I 100 e 100 e lode che crescono? Uno dei pochi risvolti positivi della crisi economica. All’unisono i presidenti e i commissari degli esami. «I ragazzi avvertono di più l’impegno della maturità e cercano di prepararsi al meglio – spiega Natalino d’Ercole, dirigente dell’alberghiero di Villa Santa Maria, in provincia di Chieti, uno degli alberghieri più prestigiosi d’Italia - Con la crisi economica, sanno che un voto alto può aiutare nella ricerca di un posto di lavoro. Per la nostra scuola, nello specifico, c’è anche da dire che la selezione avviene soprattutto nei primi anni e generalmente chi arriva alla maturità è più motivato e preparato», precisa il dirigente che quest’anno è stato anche presidente di commissione. Alle difficoltà per la ricerca del posto di lavoro si unisce pure lo scoglio del bonus maturità. «Quest’anno i ragazzi sono stati spinti anche dalla competizione per le selezioni per l’accesso alle università a numero chiuso – sostiene Michele Donatacci, dirigente del liceo Machiavelli di Roma e presidente di commissione - Certo, incide anche un confronto per la ricerca del lavoro che non è più solo su scala nazionale, ma internazionale».
Ragazzi più preparati. Ma forse anche un sistema di valutazione più buonista. «Il livello degli studenti è più alto – sostiene Osvaldo Salvemme, commissario d’esame allo scientifico Vailati di Genzano - ma le vere eccellenze sono davvero poche, rare. È poi da dire che i voti si sono mediamente alzati con i nuovi parametri di valutazione. Si tende con più facilità a raggiungere il voto massimo».
LE VALUTAZIONI

Il commissario tocca poi un nodo annoso per la scuola: «Purtroppo abbiamo una disomogeneità di valutazione fra istituti e istituti, commissioni e commissioni, nord e sud. Il problema è che questo dipende sempre da come si vuole vedere una prova». A fare eco Paolo Massa: «Si cerca di puntare sempre più a dare il massimo ai ragazzi, da quando la scala va dall’1 al 10 – spiega il dirigente dello scientifico Aristotele di Roma e presidente di commissione alla maturità - E’ pure da dire che aumentano i voti di ammissione e questo fa salire la possibilità di avere voti alti al diploma». Il preside romano punta il dito anche sullo spread della valutazione: «Bisogna intervenire subito. Non è possibile che gli studenti del nord hanno risultati più alti nei test Invalsi e poi mediamente voti più bassi alla maturità». Quanto alle differenze di valutazione tra scuole: «Dal mio liceo, che è considerato molto selettivo, sono in tanti gli alunni che vanno via al quinto anno per avere un voto di diploma più alto. Ma è un fenomeno che è sempre più diffuso non solo nella mia scuola».
A. Cam.