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La Provincia: «Bisogna valorizzare il lavoro, non attaccarlo»

Per le organizzazioni di categoria si scaricano sui docenti le responsabilità dei mancati interventi

27/08/2008
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La Provincia

ROMA (Apcom) Non sono bastate le precisazioni del ministro del Miur, Mariastella Gelmini, per rasserenare gli animi sul presunto gap di preparazione tra le scuole del Nord e del Sud: ieri i leader di comparto dei sindacati confederali sono intervenuti polemicamente sulla necessità espressa dal ministro di avviare dei corsi di formazione per gli insegnanti e di preparazione per gli studenti più indietro rispetto alle competenze Ocse-Pisa.
La smentita del responsabile dell'Istruzione, che ha detto di voler «introdurre il principio della valutazione dei docenti indipendentemente dalla provenienza geografica» visto che «ci sono insegnanti bravi sia la Nord che al Sud», non è servita a spegnere le polemiche. Secondo la Flc-Cgil siamo ormai di fronte ad un «susseguirsi di pesantissime affermazioni sul nostro sistema scolastico a cura dei ministri Bossi, Gelmini e Tremonti». Attraverso delle periodiche uscite «di stampo leghista» si starebbe producendo, continua la Flc-Cgil, «un salto di qualità nell'azione del governo, come ben testimoniano le lucide affermazioni estive dei ministri citati: si vuole stravolgere il dettato costituzionale in materia di istruzione».
Per il segretario dei lavoratori della conoscenza, Enrico Panini, quelle della Gelmini potrebbero essere accostate ad «analisi lombrosiane» tramite le quali «si vorrebbe scaricare la responsabilità di questa situazione ad una presunta scarsa preparazione degli insegnanti del Mezzogiorno che, non solo non esiste e non è mai stata documentata in alcuna analisi degna di questo nome perché la realtà ci dice esattamente il contrario».
Dello stesso parere è il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, secondo cui «gli insegnanti del Nord, del Centro, del Sud, hanno tutti in comune l'essere cittadini italiani ed il dover lavorare tra mille difficoltà per garantire il funzionamento della nostra scuola». «Ciò che serve - rilancia il sindacalista - è riconoscere e valorizzare i lavoro di quei tanti insegnanti che da Nord a Sud danno l'anima per i loro ragazzi, svolgendo con passione, con competenza il loro lavoro. A questa importante funzione oggi non viene dato alcun risalto, nessun riconoscimento economico e professionale».