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La Provincia di Como-tanti bocciati, poche risorse per i corsi di recupero

i presidi Saladino rimpiange il vecchio sistema. De Felici: tanti bocciati, poche risorse per i corsi di recupero "Meglio quando c'erano gli esami a settembre" "I debiti formativi? Erano meglio gli...

19/05/2005
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La Provincia di Como

i presidi Saladino rimpiange il vecchio sistema. De Felici: tanti bocciati, poche risorse per i corsi di recupero "Meglio quando c'erano gli esami a settembre"

"I debiti formativi? Erano meglio gli esami a settembre". Parola di Bruno Saladino, preside del liceo classico, che rimpiange il vecchio sistema degli esami di riparazione da preparare durante l'estate. I dati forniti nei giorni scorsi dalla Cgil di Como fanno emergere una situazione scolastica non delle più felici, con un tasso di bocciati più alto rispetto ad altre province lombarde: il 27% contro una media del 22%. E così sotto accusa, almeno per alcuni presidi, finiscono anche i debiti formativi, introdotti ormai da qualche anno nelle scuole superiori. Dove spesso si tende ad abusare di questo strumento formativo, che consente allo studente di essere promosso pur avendo sulle spalle una o più materie da recuperare durante l'anno successivo. E la prima voce di dissenso arriva proprio dal liceo classico "Volta", considerata da molti una delle scuole più difficili. "È uno strumento che viene largamente utilizzato - spiega Saladino - anche se io sono un nostalgico del vecchio esame a settembre. L'impegno era più serio e corposo da parte dei ragazzi, che dovevano impegnarsi a fondo durante l'estate per recuperare quelle lacune accumulate durante l'anno. Nel percorso formativo, insomma, lo studente era più coinvolto: ora invece attende semplicemente che la scuola attivi il corso di recupero". Un sistema complesso, insomma, che non piace a tutti. Tanto più che non per tutte le materie vengono attivati appositi corsi, che di solito si svolgono nei primi giorni di settembre, prima dell'inizio delle lezioni. Ovviamente i docenti che si rendono disponibili per far assolvere i debiti ai ragazzi fuori dai normali orari di lavoro devono essere pagati. E questo è un altro punto dolente: "Da qualche anno a questa parte - commenta Sergio De Felici, preside del liceo scientifico - si naviga a vista poiché mancano le risorse umane e soprattutto finanziarie. Ecco perché si decide di attivare i corsi solo per alcuni insegnamenti; gli altri verranno recuperati durante l'anno". L'indagine condotta dalla Cgil comasca mette in evidenza anche l'alto numero di respinti al primo anno delle superiori: due questioni che vanno a braccetto. "Da noi - prosegue il preside dell'istituto di via Paoli - si toccano punte di bocciati anche del 30%. Il problema è che servirebbero strumenti più incisivi: orientamento, percorsi personalizzati e passerelle per spostarsi senza troppi disagi da una scuola all'altra quando si capisce di aver sbagliato. Tutte cose che funzionano, ma che costano molto in termini di tempo e di risorse". Bocciature e debiti formativi, dunque, preoccupano non solo gli studenti, ma anche i dirigenti scolastici. "Non rimpiango gli esami di riparazione - dice il preside delle magistrali Tarquinio Marcelli - anche se i metodi attuali non sono tanto migliori. Il problema è che occorre una pedagogia più aggiornata, che stia al passo con le esigenze e con le necessità dei giovani, che nel tempo cambiano. Per recuperare ci sono poi varie possibilità, senza arrivare necessariamente al corso di recupero vero e proprio, che comunque rimane la formula più in uso". Luca Lazzari