La Repubblica - Ceva come Poitiers
Un mezzo flop la crociata per protestare sul giorno di vacanza deciso dalla scuola cuneese "Ceva come Poitiers" La Lega sfila contro la festa per il ramadan Gli attivisti ...
Un mezzo flop la crociata per protestare sul giorno di vacanza deciso dalla scuola cuneese
"Ceva come Poitiers"
La Lega sfila contro la festa per il ramadan
Gli attivisti della Padania lanciano proclami contro gli immigrati, mentre un prete lefevriano scaglia anatemi antipagani
DAL NOSTRO INVIATO
ARTURO BUZZOLAN
Ceva '#8212; "Noi li fermeremo. Fermeremo questa gente che vuole invadere le scuole e che ci ha portato droga, prostituzione, criminalità. Ceva sarà la nostra Poitiers. Padania cristiana, mai musulmana!". La voce di Mario Borghezio, europarlamentare leghista, rimbomba nella piccola piazza Vittorio Emanuele, tra il municipio e l'impresa di onoranze funebri. Per la verità, quando Carlo Martello riuscì a fermare i Mori sulle rive del fiume Clain, di soldati ne aveva settantaduemila: qui, invece, gli attivisti della Lega che si spellano le mani in applausi davanti al furgone trasformato in palco, scandendo slogan come "Salam, salam, comunisti siete schiavi dell'Islam", sono poco più di una cinquantina. Dietro di loro, a braccia conserte, si soffermano gruppetti di paesani un po' curiosi e un po' perplessi e un paio di carabinieri. Ci sono anche tanti ragazzini, tutti a spasso: perché oggi, a Ceva, a scuola non si va. È festa: la festa per l'inizio del ramadan. L'aveva voluta il preside dell'Istituto scolastico "Momigliano", Giorgio Canova, quando in giugno aveva approvato il calendario delle lezioni: "L'ho fatto per rispettare gli allievi musulmani che sono il dieci per cento dei nostri 400 iscritti", spiega adesso. L'appoggio del collegio docenti era stato unanime. Decisione confermata anche dopo l'11 settembre: bambini a casa, insomma, nelle medie di Ceva e Murazzano, e nelle materne ed elementari di Murazzano e Sale Langhe, per celebrare l'avvio del mese sacro ai musulmani. Proprio come l'Epifania o l'Immacolata.
Apriti cielo. A dare il via al fuoco di sbarramento, creando un caso nazionale, è stato il senatore Menardi di An, ex sindaco di Cuneo, con un'interrogazione al ministro Moratti. I seimila abitanti di Ceva, dove a governare è una lista civica di centrodestra soft e il Polo è all'opposizione, non si scaldano più di tanto: "Quella del preside non è stata una decisione accorta e non ha aiutato a risolvere i problemi dell'immigrazione" commenta il sindaco Alfredo Vizio. Qualche perplessità, anzi, la avanzano gli stessi musulmani, 360 immigrati quasi tutti marocchini: "A dire il vero il ramadan è un mese di privazioni: la festa la facciamo al termine, non all'inizio'".
Ma tant'è. E Borghezio non si fa sfuggire l'occasione. Sulla piazza del municipio di Ceva non sventolano solo i drappi della Lega, di An (una), di Lepanto e del Leone di San Marco, ma anche tanti con un cuore rosso sormontato da una croce: sono le bandiere della Vandea monarchicocattolica che si oppose alla Rivoluzione francese. E non c'è solo Mario Borghezio. Accanto a lui, sul palco, si sistemano il presidente del consiglio regionale Roberto Cota, il deputato Guido Rossi, altri del Carroccio. Fa freddo ma c'è un bel sole. Da una Seat bianca con la scritta "Guardia nazionale padana '#8212; Protezione civile" una ventina di attivisti scaricano un mucchio di pettorine verdi e le indossano. Borghezio fa salire sul palco anche un prete, don Ugo Giugni di "Mater Boni Consilii", istituto religioso lefevriano con sede a Verrua Savoia dove, tanto per capirsi, i papi da Paolo VI in poi sono considerati "insegnanti di errore ed eresia". E il sacerdote, per qualche minuto, ruba la scena invocando il soccorso divino con una preghiera: "Dio, vieni in nostro aiuto, libera la nostra patria da questa subdola invasione di pagani che minacciano la cristianità'". Applausi.
Poi è la volta di Borghezio: "Il preside Canova è un ignorante e un irresponsabile. L'imbecillità fa danno: io ho grande rispetto per tutte le tradizioni e i popoli a patto che non invadano le terre altrui". Compare in piazza anche un drappello di ragazzini che sventolano una bandiera italiana: giovanissimi contestatori? "No, no '#8212; si affretta a rispondere Andrea, 13 anni '#8212; siamo della scuola Momigliano e non vogliamo festeggiare il Ramadan. I nostri compagni marocchini, al paese loro, mica celebrano il Natale". Va bene. Ma quel tricolore? Occhio, qui non è aria. "Non so, me l'ha dato mio zio mentre uscivo'". Il bello è che la moschea di Ceva, un ex negozio che si affaccia su una via che ha il nome di un cardinale, Francesco Adriano, è a non più di trenta metri di distanza, appena al di là dei portici. Ed è, ovviamente, chiusa. L'unico musulmano nei paraggi è Khalid Charqane, di Casablanca. È iscritto a Ingegneria, a Mondovì, e oggi compie ventun anni. È pacato, e sorride: "Le medie le ho fatte qui, proprio alla Momigliano. Quando in famiglia si festeggiava la fine del Ramadan io stavo a casa, portavo la giustifica e andava bene così. Credo comunque che l'iniziativa del preside sia stata ottima, almeno nelle intenzioni. Forse, però, avrebbe fatto meglio a consultare la nostra comunità: così non avrebbe sbagliato data'".