La ricetta di Draghi sulla scuola: stop alle cattedre vuote a settembre e recuperare i giorni persi con un nuovo calendario
Al secondo giro di incontri con i partiti il premier incarico, Mario Draghi, parla di scuola ed espone la sua ricetta per affrontare le prime urgenz
Claudio Tucci
Al secondo giro di incontri con i partiti il premier incarico, Mario Draghi, parla di scuola ed espone la sua ricetta per affrontare le prime urgenze. L’ex presidente della Bce ne indica due: evitare le cattedre vacanti a settembre, da coprire, di volta in volta, con supplenti e rivedere il calendario delle lezioni per recuperare i giorni di scuola persi durante questi mesi.
Le urgenze
Il riferimento è ai gravi danni che una scuola a singhiozzo ormai da due anni scolastici sta producendo sugli studenti. In primis, sugli apprendimenti. I primi studi internazionali hanno evidenziato, all’estero, gap formativi tra il 30-50% in matematica e nelle lingue. Un danno enorme, che in Italia non è stato possibile misurare perché il governo Conte non ha fatto svolgere, lo scorso anno, (colpevolmente) le prove Invalsi. Ma tutti gli esperti sono concordi nell’ipotizzare “gap” non dissimili per i nostri studenti, visti anche i ritardi sugli apprendimenti già accumulati negli anni precedenti.
Lezioni anche in estate (e/o nel pomeriggio)
Per questo le parole di Draghi risaltano ancora più forte: si dovrà «rimodulare il calendario scolastico» dell’anno in corso, per recuperare i “numerosi giorni persi”. L’ipotesi di recupero dei giorni persi potrebbe essere quella di prevedere una chiusura d’anno più lunga, fine giugno o anche luglio, magari anche con turni pomeridiani in corso d’anno. Qui la decisione spetta alle singole Regioni, ma è difficile immaginare resistenze in caso di pressing del nuovo governo. Sul recupero del gap formativo si era iniziato a muovere anche l’esecutivo Conte, con circa 300 milioni di euro da inserire nel decreto Ristori, al momento fermo ai box, dopo la crisi dell’esecutivo giallo-rosso.
Stop al valzer di supplenti a settembre
L’altra urgenza indicata dal premier incaricato, Mario Draghi, è lo stop al solito film di cattedre vacante a settembre. Qui Draghi è esplicito: il nuovo governo deve lavorare da subito perché a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico. Il premier incaricato avrebbe anche sottolineato che bisogna evitare che ci siano quest'anno molte migliaia di cattedre vacanti come lo scorso anno, alla ripresa dopo l’estate. Secondo le stime anticipate sul Sole24Ore del Lunedì (8 febbraio) a settembre si rischiano 220mila cattedre vuote, da coprire con supplenti. Un numero monstre. Qui a pesare è il ritardo (due anni di gestazione e di polemiche) dei concorsi a cattedra. A oggi ne è partito solo uno, quello straordinario, per 32mila cattedre. Sono fermi i restanti due, ordinari, da 46mila posti.