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La scuola che vogliamo

Giannini interrogata da studenti e professori

13/09/2016
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la Repubblica

A cura di Corrado Zunino

"Una rivoluzione culturale” per la quale un anno non poteva bastare. Così sulla riforma della “Buona scuola” la ministra Stefania Giannini, che ieri dagli studi di Repubblica Tv ha risposto alle domande dei lettori: mille quelle inviate da docenti e studenti. Il forum integrale su Repubblica.it

NEL GIORNO in cui la scuola riparte in otto regioni, e dopo un’estate rovente per gli spostamenti di 207mila docenti, l’ingresso della chiamata diretta dei neoassunti, il concorso lumaca e i troppi supplenti di nuovo in cattedra, la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini al videoforum di Repubblica Tv risponde per 45 minuti a domande e proteste dei lettori. Sono arrivate mille mail in redazione. La Giannini: «Abbiamo investito 5 miliardi, ma la sfida della scuola non si gioca in un anno».
Ministra Stefania Giannini, pensa di prendere provvedimenti disciplinari verso i dirigenti inetti del suo ministero, visto che anche quest’anno hanno fatto iniziare l’anno scolastico con un meno 35% dell’organico insegnanti, nonostante i concorsi?
Gianfranco Barbapiccola
«Non c’è inettitudine né responsabilità dei dirigenti. L’anno scolastico si avvia tra le solite mille complessità, che stiamo iniziando a risolvere, e andrà completato con le supplenze. Come sempre. Il concorso si deve completare e metterà in cattedra i primi vincitori. In alcuni casi non è stato possibile assegnare subito un ruolo, ma questo dipende solo dal fatto che dobbiamo assegnare 63.700 posti nuovi. L’ultimo concorso con numeri così grandi fu nel 1999, quando si pagava ancora in lire. Lo sappiamo, l’organico di fatto non corrisponde all’organico di diritto: con la legge di stabilità riempiremo questa lacuna e chiuderemo il ciclo della Buona scuola. In tre anni porteremo 180mila nuovi docenti in ruolo e già abbiamo asciugato tre quarti delle graduatorie ad esaurimento, da almeno trent’anni nessuno aveva fatto una riforma così».
Perché la ministra continua a negare il fallimento del concorsone scuola sostenendo che i numeri dei bocciati rientra nella media? Negli altri concorsi partecipavano tutti, qui si parla di concorso per abilitati. I numeri dovevano essere diversi. Perché la ministra continua ad appoggiare chi sostiene che gli esclusi dagli scritti siano stati gli “ignoranti”? Il concorso, per come è stato strutturato, ha favorito chi scriveva più velocemente al computer.
Roberta Mistero
«Abbiamo usato criteri chiari, una prova su computer che lasciava poca discrezionalità alle commissioni. Non mi sono mai permessa di definire ignoranti coloro che non sono passati, piuttosto candidati che non avevano una preparazione adeguata per un concorso non fatto per chi sapeva scrivere più velocemente, ma per chi aveva un metodo di insegnamento adeguato. In alcuni casi limitati c’è stata una evidente stroncatura dei candidati, e stiamo intervenendo, ma il 50 per cento di bocciati è una media attendibile. Non è che qui si vuole mettere in discussione il principio di selezione? ».
Siamo 90 vincitori e idonei del concorso 2016 per il sostegno per la scuola secondaria di II grado della Toscana. Abbiamo scoperto una “totale assenza di disponibilità di posti” per noi per l’anno 2016/17. Ciò che ci allarma non è l’impossibilità di essere assunti quest’anno, ma se non dovessero esserci posti disponibili nei prossimi due anni, cosa ne sarà di noi?
90 vincitori concorso 2016
«C’è una certezza: il concorso è triennale. Alcuni vincitori saranno assunti subito, e sono già stati assunti, gli altri saranno tutti in cattedra nei successivi due anni, entro il 2018. Questo è il verbo della legge».
«Ha valutato i disagi (anche economici) per i docenti che si recano in una città lontana in attesa di assegnazione provvisoria? Potrebbe rendere noto l’algoritmo della mobilità che ha fatto tante ingiustizie?
Andrea
«Da sempre in Italia si chiede a chi vuole fare l’insegnante di cambiare sede. È un sacrificio e c’è un aggravio economico, ma non possiamo trasferire i bambini dal Nord al Sud. L’80 per cento degli insegnanti sono a Sud di Roma, il 65 per cento di cattedre disponibili a Nord di Roma. Il trasferimento è d’obbligo. Non esiste un Paese nel mondo avanzato e non avanzato che basi la sua scuola sul precariato. Negli ultimi trent’anni siamo andati avanti con un abominio di questo genere. Abbiamo scardinato il sistema e ora, passo dopo passo, lo stiamo rimettendo a posto. Per i nostri ragazzi ci sarà una scuola finalmente normale. L’algoritmo è la traduzione matematica del contratto con tutte le sue variabili, lo presenteremo presto. Ha funzionato? Su 207mila insegnanti trasferiti in andata e ritorno i casi contestati sono stati il 2,5 per cento: 5mila, con conciliazioni nella metà dei casi. Li abbiamo analizzati uno per uno. Mi pare un errore fisiologico e non scandaloso ».
A quando il rinnovo del contratto degli insegnanti?
Giuseppe da Udine
«Questa è la stagione della riapertura dei contratti. Nei prossimi mesi si riaprono i tavoli della Pubblica amministrazione ed entro il 2017 dovremmo vedere gli aumenti in busta paga ».
Sono un docente che ha partecipato al concorso per dirigenti scolastici nel 2004 in Sicilia. Insieme ad altri abbiamo denunciato procedure non corrette nel concorso.
Nel 2015 abbiamo partecipato ad un concorso riservato che si è risolto in una beffa: ancora una volta non ammessi, ancora una volta abbiamo denunciato. Ministra, è al corrente di come siano gestiti i concorsi per dirigente scolastico in Sicilia?
Giuseppe Liotta
«Conosco il caso specifico, un piccolo disastro. In alcuni casi il ministero si ferma di fronte all’intervento della magistratura, ma non si può generalizzare sui concorsi in Sicilia».
Quali sono le reali tempistiche previste per l’attivazione del Tfa terzo ciclo, il Tirocinio che dopo un anno, a pagamento, in università, consente di accedere alla professione di insegnante. C’è ancora la volontà di attivarlo? Aveva detto che ci sarebbe stato a gennaio 2016.
Alice Fantasia, Valentina, Fabrizio Miliucci, Mara Murgia, Floriana, Antonella Natale
«Siamo in ritardo perché il Parlamento riformerà in profondità il meccanismo di accesso alla professione. Io sono convinta che ci dovrà essere un terzo e ultimo ciclo alla vecchia maniera, per non lasciare parcheggiati troppo a lungo i neolaureati. Poi, con il nuovo percorso, il tirocinio sarà compreso in una laurea specifica e non sarà a pagamento. Purtroppo il Tfa è stato creato dal governo Berlusconi: creò l’illusione che bastasse avere la patente, l’abilitazione, per saper guidare la macchina (il posto di lavoro). No. L’abilitazione è necessaria per lavorare, ma non sufficiente».
Quale certezza, e dico certezza, può dare il ministro a tutti i precari iscritti nelle Gae Infanzia. Siamo vittime di una legge che ci ha lasciato fuori dalle assunzioni. Cosa dobbiamo ancora subire?
Vito Fortunato
«I numeri di maestre e maestri d’infanzia sono giganteschi rispetto ai posti disponibili, spropositato. Poi sono arrivate le sentenze che hanno inserito in graduatoria nigliaia di diplomati magistrali. Con la nuova legge 0-6 anni cercheremo di portare gli asili al 33%, soprattutto al Sud, e via via assumeremo le 17mila Gae infanzia ancora nelle graduatorie. Avremo un drammatico bisogno di insegnanti dell’infanzia».