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La scuola di Matteo Renzi: "Basta supplenze, ora merito, arte, nuove tecnologie. E 150.000 assunzioni"

In cambio di questa assunzione, che naturalmente prevede un esborso- prosegue Renzi- noi chiediamo di cambiare le regole del gioco", chiedendo "più disponibilità degli insegnanti ad essere valutati"

04/09/2014
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Agenzia Dire

ROMA -  "Noi diciamo basta ai precari e alla supplentite ma bisogna anche avere il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e gli scatti di stipendi devono avvenire sulla base del merito e non dell'anzianità". Lo dice Matteo Renzi, nel videomessaggio pubblicato sul sito Passodopopasso.it, sulla riforma della scuola.

"Vi propongo un patto, un patto educativo, non l'ennesima riforma, vi propongo una cosa diversa: abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola, per darle importanza" prosegue nel videomessaggio, osservando che di solito "quando i politici parlano di scuola la mettono in fondo al sacco, come una delle ultime ruote del carro, prima viene il bilancio, la Pa, i vincoli economici, tutte cose importanti ma la scuola è il cuore di tutto. Se saremo in grado- continua- nei prossimi 12 mesi di ripensare a come l'Italia investe sulla scuola allora costruiremo la crescita dei prossimi vent'anni".

"Cari precari, noi vi assumiamo, però voi dateci una mano a non considerare il processo di scuola ingessato", aveva detto stamani ai microfoni di RTL 102.5 parlando delle linee guida sulla scuola.

Il premier spiega: "Noi diciamo che tutti coloro i quali stanno dentro le graduatorie a esaurimento, ma se continua così è anche esaurimento dei nervi di quelli che ci stanno dentro, devono essere assunti dalla scuola, perché hanno un diritto nei confronti dello Stato Italiano. In cambio di questa assunzione, che naturalmente prevede un esborso- prosegue Renzi- noi chiediamo di cambiare le regole del gioco", chiedendo "più disponibilità degli insegnanti ad essere valutati".

COSI' ASSUMEREMO I 150MILA PRECARI - Per realizzare la nuova scuola italiana serve "l’organico dell’autonomia, ovvero un team di docenti che aiuti la scuola a gestire da sola, o in rete con altre, le molte attività complementari all’ordinaria attività didattica: dallo sviluppo delle eccellenze e dal recupero all’integrazione al sostegno ai ragazzi diversamente abili; dalla programmazione del fabbisogno scolastico e della gestione delle supplenze all’aumento del tempo scuola, alla gestione di progetti e - più in generale - all’ampliamento dell’offerta formativa". Così nelle linee guida del Governo per la riforma della scuola.  Per questo, dice il testo del governo, bisogna "affrontare in maniera definitiva l’eredità di migliaia di persone che lo Stato, nonostante abbia negli anni riconosciuto che debbano essere assunte stabilmente nella scuola, tiene 'in sospeso', iscritte in graduatorie che si esauriranno - se non facciamo nulla - in non meno di altri 15 o 20 anni".

Di qui l’adozione "di un Piano straordinario di assunzioni nella scuola che permetta di fare alcune cose importanti: ampliare l’offerta formativa e svolgere le tante attività didattiche complementari alle lezioni in classe di cui i nostri ragazzi hanno bisogno per essere formati e allenati a crescere nel mondo di oggi; abolire le supplenze annuali - assicurandoci che i ragazzi non debbano assistere a un avvicendarsi continuo di 'sconosciuti' in classe e contemporaneamente istituire un contingente stabile di docenti per coprire, tra le altre esigenze, la maggior parte delle supplenze brevi; chiudere una volta per tutte la questione del precariato storico della scuola italiana, ripristinando il sano principio costituzionale dell’accesso all’insegnamento esclusivamente attraverso concorso pubblico".

Più in generale, "questo Piano doterà la scuola italiana di un corpo docente concentrato esclusivamente su come insegnare bene, perché inquadrato in un percorso professionale stabile e sereno, invece che 'costretto' a dedicare tempo ed energie a capire come mettere fine alla propria condizione di precario".

Per affrontare e risolvere i problemi della scuola, si legge nelle linee guida della riforma, "lanciamo un piano straordinario per assumere a settembre 2015 quasi 150 mila docenti: tutti i precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso; bandiamo, nello stesso tempo, un nuovo concorso per permettere ad altri 40 mila abilitati all’insegnamento di entrare in ruolo, sostituendo via via – tra il 2016 e il 2019 – i colleghi che andranno in pensione". Questo Piano, si legge, "passa anzitutto per lo svuotamento delle Graduatorie ad Esaurimento (GAE), ossia quelle graduatorie storiche da cui è previsto che ogni anno venga attinto il 50% di tutti i nuovi docenti da assumere – essendo il restante 50% riservato ai vincitori di concorsi per docenti della scuola. Ancora oggi, dopo sette anni dalla loro 'chiusura', sono migliaia coloro che aspirano ad entrare nelle GAE. Anche se sono consapevoli che potranno essere assunti in ruolo tra chissà quanti anni, e che quella che chiedono è in realtà una finta prospettiva, dal momento che – come tanti di coloro che sono già iscritti alle GAE – sarebbero di fatto assunti in età da pensione".

Per il governo questi docenti iscritti alle GAE "non hanno bisogno di stare in una lista d’attesa. Hanno bisogno di stare a scuola, e fare al meglio il lavoro che da anni chiedono di fare. Ad oggi, risultano iscritte nelle GAE circa 155 mila persone. Questo numero scenderà dopo le assunzioni in corso per l’anno scolastico 2014-2015 di circa 15 mila unità. Avremo, infatti, circa 7.700 assunzioni su cattedre ordinarie, ed altre 6.700 su posti di sostegno. Le GAE dovrebbero quindi avere complessivamente, dai primi di settembre 2014, circa 140.600 iscritti".

I PRESIDI POTRANNO SCEGLIERE INSEGNANTI PIÙ ADATTI - Nella nuova scuola a cui lavora il governo si darà ai presidi "la possibilità di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti per quella scuola lì", prosegue. "Diamo a quelli che non hanno un incarico immediato nella classe la possibilità di far parte di quello che viene chiamato organico funzionale, cioè- prosegue il premier- di far parte di una sorta di squadra del preside". Così "le supplenze le fa quell'insegnante che non ha l'incarico in cattedra ma è nell'organico del preside e tutti i giorni va a lavorare per la scuola occupandosi della gestione dell'offerta formativa, di rapporti col territorio, di sostituire un collega".

"INGLESE LINGUA MADRE, NON SI PUò PARLARLO COME ME" - "Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo i ragazzi sulle materie di discussione nella scuola, quello che si chiamava il programma, però chiederemo a tutti i ragazzi, le mamme, i papà, di aiutarci a capire. Ad esempio io sono per mettere più storia dell'arte, musica, educazione fisica, è fondamentale che specie alle medie i nostri ragazzi possano liberare energie, correre, imparare sport, ovviamente l'inglese lingua madre per evitare di parlarlo come lo parlo io, e ci vuole un investimento in nuove tecnologie".


Ecco, in sintesi, i 12 punti delle linee guida del governo per la riforma della scuola.

1. MAI PIÙ' PRECARI NELLA SCUOLA. Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento.

2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO. 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

3. BASTA SUPPLENZE. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

4. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO. Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

5. LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE. Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.

6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE. Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

7. SBLOCCA SCUOLA. Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

8. LA SCUOLA DIGITALE. Piani di coinvestimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

9. CULTURA IN CORPORE SANO. Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.

10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI. Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano 'Digital Makers' nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

11. FONDATA SUL LAVORO. Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.