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La scuola in trincea

I sindacati sul piede di guerra: un'altra beffa

05/08/2014
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Gazzetta del Mezzogiorno

ROMA. Colpo di scena nella vicenda 'Quota 96'. La commissione Affari Costituzionali del Senato ha licenziato ier il testo del decreto legge sulla Pubblica amministrazione, inserendo 4 modifiche rispetto al provvedimento uscito dalla Camera. Tra queste c'è la cancellazione della norma che liberava quattromila pensionamenti nella scuola. Sfuma così la sanatoria attesa da tempo e che aveva fatto ben sperare tanti insegnanti dopo l'ok della Camera. I sindacati non l'hanno presa affatto bene. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna il governo a valutare una soluzione per 'quota 96' in un prossimo provvedimento, ma questo non basta a placare gli animi. Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda parla di "beffa di Stato". "Dopo 2 anni di calvario, 4000 insegnanti assistono impotenti per la seconda volta allo scippo della pensione maturata legittimamente" spiega il sindacalista secondo il quale la copertura economica per risolvere la questione, 45 milioni di euro, potrebbe essere recuperata razionalizzando capitoli di spesa come, ad esempio, la gestione del sistema informatico del Miur. "Ancora una volta evidenzia il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo prevalgono gli interessi e le logiche delle burocrazie ministeriali sulla funzione della politica nel garantire giustizia e equità. Si ritarda di molti anni il pensionamento di quelle persone e non si consentono ulteriori 4 mila immissioni in ruolo. Alla faccia di tutta le retorica sui giovani e la centralità della scuola". "Ma siamo su 'Scherzi a parte?"' si domanda il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima: "Per l'ennesima volta, una soluzione di assoluto buon senso viene a cadere, nonostante il dichiarato sostegno di tutte le forze politiche. Ciò rende ancor più paradossale una vicenda che vede messa in discussione, oltre alle legittime attese di tante persone, anche la stessa credibilità del governo". "Abbiamo l'impressione che sia sempre attiva una lobby contro la scuola, il Governo messo in ginocchio dal superpotere burocratico" dichiara il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna mentre l'Ugl accusa l'Esecutivo di "inaffidabilità e soprattutto un'approssimazione imbarazzante". "In questo modo il Governo sta remando anche contro il ringiovanimento della pubblica amministrazione", e "fa particolarmente rabbia che si continui a parlare di mancanza di finanziamenti quando sarebbe bastato prendere un pò di proventi dal gioco d'azzardo" conclude l'Anief che annuncia "battaglia spietata nei tribunali". Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, afferma che «se la riforma Fornero fosse stata discussa con il sindacato non ci saremmo trovati di fronte all'ennesimo pasticcio di questi giorni con gli emendamenti presentati dal governo con l'avallo di tutte le forze politiche e poi precipitosamente ritirati dallo stesso governo». «L'ennesima figura di dilettantismo -prosegue della classe politica del nostro paese. Speriamo che questa vicenda serva da lezione e da monito al Governo Renzi. Protestano le opposizioni. Nichi Vendola dice che «continua l'intenso riformismo del governo senza riforme. Non si possono prendere in giro così migliaia di persone e loro famiglie, già ingannate da Fornero. E il M5S afferma che «al Senato abbiamo assistito ad un vergognoso dietrofront da parte del governo sulla vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla riforma Fornero: prima il ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma all'interno del decreto sulla Pubblica Amministrazione e oggi, come se nulla fosse, con un colpo di spugna questa stessa norma è stata cancellata e con essa la speranza per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione. Il motivo è sempre lo stesso: nonostante il Parlamento si fosse espresso a favore , ora il governo viene a dirci che i soldi non ci sono»