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La scuola ritorna in piazza. I motivi della protesta

Studenti e docenti manifestano due volte nel giro di dieci giorni, oggi e il 24 novembre, contro i tagli ma anche contro il ddl ex Aprea e il concorsone

14/11/2012
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la Repubblica

Scuola in piazza per ben due volte a distanza di dieci giorni: oggi (14 novembre) e sabato 24 novembre. Dopo quattro anni di proteste e manifestazioni in ordine sparso, gli ultimi provvedimenti del governo Monti sulla scuola hanno ricompattato il fronte sindacale. Per oggi, Cgil e Cobas del settore hanno aderito alla giornata europea di mobilitazione contro le politiche di austerità e di tagli alla spesa pubblica proclamata dal Ces, la Confederazione europea dei sindacati. E mentre tutte le altre categorie si fermeranno per quattro ore, insegnanti, bidelli, tecnici e amministrativi potranno astenersi dal lavoro per l'intera giornata.

Hanno proclamato una giornata di mobilitazione per oggi anche le sigle sindacali Cub scuola, Unicobas scuola, Usi Ait scuola e Sisa. I confederali - Cisl e Uil scuola, Flc Cgil, Snals - Gilda e Cobas riporteranno in piazza il personale della scuola sabato 24 novembre. Lunghissimo l'elenco delle rivendicazioni che hanno trasformato le scuole italiane in polveriere. I primis, il tentativo - poi ritirato dal governo 1 - di portare da 18 a 24 ore l'orario di insegnamento dei professori di scuola media e superiore, senza nessun corrispettivo economico in cambio.

Ma i prof, dopo tante mazzate, ormai non si fidano più della politica e continueranno a manifestare contro quella che considerano una provocazione e una sfida lanciata dalla politica stessa contro il mondo della

scuola, che in cinque anni ha contribuito al risanamento dei conti pubblici con 140 mila posti di lavoro e 3,5 miliardi di euro. Ma non solo. C'è ancora in piedi la questione degli scatti stipendiali sessennali bloccati dal precedente governo, che dal 2009 - anno in cui è scaduto l'ultimo contratto del comparto scuola - al 2014 eroderanno del 15 per cento il potere d'acquisto delle retribuzioni. L'anno scorso, sono stati recuperati gli scatti maturati nel 2010, ma per gli altri occorre trovare altri 350/400 milioni.

Il malessere della scuola parte dai tagli inferti all'istruzione pubblica negli ultimi dieci anni, ma anche dal disegno di legge ex Aprea 2 - presentato nel 2008, ormai varato dalla Camera e in fase di approvazione al Senato - che ridisegna gli organi collegiali della scuola e apre la gestione delle stesse ai privati, dalla riconversione su sostegno dei docenti in esubero e dalla "retrocessione" degli inidonei nelle segreterie. Ma il mondo della scuola, precari in testa, protesta anche contro il cosiddetto concorsone 3, che considerano una "truffa" perpetrata a danno degli stessi precari della scuola che dopo anni di supplenze verranno sottoposti ad un quizzone con domande di logica e comprensione del testo.

Salvo Intravaia