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La Stampa- A caccia di fondi per la mini-riforma

LE SCUOLE PRESCELTE SARANNO LIBERE DI ADERIRE O NO ALLA RIAPERTURA DELLE ISCRIZIONI PER I BAMBINI DI CINQUE ANNI E MEZZO Scuola, a caccia di fondi per la "mini riforma" La Moratti e Letta stanno...

06/08/2002
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La Stampa

LE SCUOLE PRESCELTE SARANNO LIBERE DI ADERIRE O NO ALLA RIAPERTURA DELLE ISCRIZIONI PER I BAMBINI DI CINQUE ANNI E MEZZO
Scuola, a caccia di fondi per la "mini riforma"
La Moratti e Letta stanno preparando la "mappa" della sperimentazione

ROMA

DOVE si farà la sperimentazione della riforma Moratti, lo sapremo nei prossimi giorni. Il ministro sta approntando insieme al sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, un elenco (breve) di scuole a cui proporla. La riforma non è stata "stoppata" come qualcuno ha detto, ma certamente il suo cammino è stato fortemente rallentato. Il problema principale, però, a cui la scuola italiana deve fare fronte alla riapertura di settembre, è costituito dai soldi. Quando nel dicembre scorso si convocarono gli Stati generali, il governo promise risorse per 8-9 miliardi (16-18 mila miliardi di vecchie lire) entro la legislatura: soldi per la riforma, soldi per i contratti, soldi per la qualità della didattica. Ora il problema è trovare qualche quattrino addirittura per avviare una timida sperimentazione. Ma nell'agenda del ministro, alla riapertura dell'anno scolastico, ci sono anche altre questioni.

SPERIMENTAZIONE. E' al momento l'incognita principale. Il ministero, si diceva, fornirà dettagli in proposito già nei prossimi giorni. In ogni caso saranno le scuole a decidere se aderire o no: i problemi organizzativi, specie quelli legati alla riapertura delle iscrizioni per i bambini di cinque anni e mezzo, potrebbero dissuadere molti istituti dal partecipare. Senza dire che il Cnpi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione) deve ancora dare il proprio parere: alla legge delega lo diede negativo. Possibile che si esprimerà positivamente per la sperimentazione? Comunque si tratta di un parere consultivo e dovrà essere dato entro il 14 settembre.
LA RIFORMA. A nove mesi di distanza dalla sua presentazione, la legge delega per la riforma della scuola, langue ancora presso la commissione Cultura del Senato. Il testo consta di 11 articoli: ne sono stati esaminati finora 3. Il 10 settembre la Commissione riprenderà i lavori, il 17 riceverà il ministro. Il 24 settembre - secondo gli ottimisti - il ddl dovrebbe approdare in aula. Ma dato che gli emendamenti da esaminare sono alcune centinaia non si capisce come questa scaletta possa essere rispettata. Il ministro - secondo alcune fonti a lei vicine - sarebbe però orientato ad accogliere alcune modifiche anche dell'opposizione. Insomma il governo passerebbe dalla linea del "tirare dritto" a cui si è attenuto fino ad ora, ad una mediazione possibilista. Allora, forse ...

LA LEGGE BERLINGUER. L'unica legge di riforma della scuola che sia passata in Parlamento - a tutt'oggi - è la legge 30, meglio nota come riforma Berlinguer. Da due anni questa legge non è applicata. Il governo, come si sa, l'ha bloccata attraverso un "disegno di legge di revisione" che però non ha ancora avuto la prima approvazione in Parlamento. Che diventi legge entro il 2002 non appare probabile. Per il governo è un problema in più, dal momento che le leggi approvate dal Parlamento devono comunque essere applicate.

ORGANI COLLEGIALI. Una nuova rivisitazione di ruoli e compiti degli organi collegiali, a distanza di quasi trent'anni, è auspicata dall'attuale amministrazione scolastica, ma il disegno di legge di riforma è rimasto impantanato alla Camera. Anche di questo si riparlerà a settembre.

CONTRATTI. "
Appare opportuno definire, tempestivamente, uno specifico ambito contrattuale per il personale docente ed una disciplina coerente con la piena attuazione dell'autonomia delle scuole" disse il ministro lo scorso febbraio: gli insegnanti cioè dovrebbero avere un contratto separato e non assimilabile a quello degli altri lavoratori della scuola. Il ministro Frattini ha respinto la richiesta giudicandola "inattuabile". Quindi niente contratto separato, ma - per ora - anche niente contratto, in assoluto: gli insegnanti infatti attendono il rinnovo fin dall'inizio dell'anno. Il ministro Tremonti, che più volte ha fatto capire che per la scuola non ci sono soldi, è possibile che riesca a trovare qualcosa per varare un inizio di riforma. Ma che metta sostanziosamente mano al portafogli anche per il contratto è assai improbabile.

I DIRIGENTI. "Bandiremo al più presto - disse la Moratti - il primo concorso, dopo ormai dodici anni, per il reclutamento dei dirigenti scolastici". 1500 presidi avrebbero così dovuto finalmente essere riconosciuti nella qualifica che, molto spesso, già esercitavano di fatto come supplenti. L'avvio per le procedure di bando però è stato ancora una volta rinviato. Il problema è sempre lo stesso: la cassa
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