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La Stampa-Aumento agli statali, il governo litiga

LA LEGGE DI BILANCIO SINDACATI IN ALLARME. LA CGIL: È UN ALTRO IMBROGLIO, SIAMO PRONTI A REAGIRE DURAMENTE. DOMANI L'INTERVENTO DI FAZIO Aumento agli statali, il governo litiga La manovra...

17/10/2005
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La Stampa

LA LEGGE DI BILANCIO SINDACATI IN ALLARME. LA CGIL: È UN ALTRO IMBROGLIO, SIAMO PRONTI A REAGIRE DURAMENTE. DOMANI L'INTERVENTO DI FAZIO

Aumento agli statali, il governo litiga

La manovra prevederebbe uno slittamento al 2006. Alemanno: l'accordo non si può toccare

Raffaello Masci
ROMA
Per gli oltre tre milioni di dipendenti pubblici è in arrivo un bel regalo di Natale: i soldi dei rinnovi contrattuali stipulati nel maggio scorso dopo lunghissima vertenza non ci sono più. E comunque, se mai arrivassero, non sarà prima di Pasqua. E' una raggelata quella che si è abbattuta sugli statali, alla quale il sindacato (Epifani, Pezzotta) ha già detto che reagirà "duramente". La questione va a inserirsi tra le urgenze che il governo dovrà esaminare domani nel corso della riunione dedicata al maxiemendamento e al concordato fiscale di massa. Sempre domani ci sarà la grande rentrée del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio che, dopo la sospensione dei suoi impegni istituzionali a motivo delle vicende che lo hanno coinvolto, terrà la sua tradizionale audizione sulla Finanziaria davanti alla Commissione Bilancio del Senato.
Cominciamo dagli statali. Lo scorso anno di questi tempi, i dipendenti pubblici lamentavano una vacanza contrattuale di quasi due anni. La Finanziaria 2005 rispose stanziando 6,5 miliardi, corrispondenti ad un aumento del 4,3%, pari a circa 90 euro lordi mensili. I sindacati avevano chiesto almeno il 7% e le posizioni erano ancora assai distanti. Il 18 marzo ci fu l'ultima grande manifestazione nazionale a riguardo. A maggio il contratto andò in porto con un aumento medio di 100 euro al mese, pari ad una percentuale del 5,1%. I 6,5 miliardi stanziati non erano più sufficienti, e si decise di riversare sul bilancio 2006 quello 0,8% in più: un altro miliardo di euro.
Ma il contratto degli statali è solo una piattaforma di massima, che va poi applicata alle singole categorie: se la scuola è riuscita a concludere (il 23 settembre scorso) e così i ministeriali e i vigili del fuoco, altri comparti (enti locali, sanità, agenzie fiscali, eccetera) sono ancora in alto mare.
La colpa, ha spiegato il sottosegretario alla Funzione pubblica Learco Saporito, è dei "tempi tecnici", perché un contratto dopo essere stato siglato con l'Aran (l'agenzia che segue i contratti per conto del governo) ha bisogno dell'approvazione del Consiglio dei Ministri, quindi della ratifica della Corte dei Conti e di un ulteriore passaggio all'Aran. Ecco - spiega Saporito - tutte queste lungaggini fanno sì che per molti contratti si dovrà arrivare a primavera (a Dio piacendo). Ma a questo punto ai 6,5 miliardi occorre aggiungere il miliardo di copertura affidato alla Finanziaria 2006, più un altro miliardo e mezzo per coprire la vacanza contrattuale.
Il governo nega, tuttavia, che la situazione sia grave. Il ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, rassicura che non esiste una questione statali e che tutto andrà a posto. Il suo collega delle Politiche agricole Gianni Alemanno, rincara e ribadisce. Ma il sottosegretario Saporito conferma che gli adempimenti tecnici sono quelli che sono, e se uno slittamento è previsto, è previsto, e nessuno se la prenda a male.
Il sindacato invece non la pensa così e ha già minacciato fulmini e saette, tanto più in presenza di uno sciopero generale già proclamato per il 25 novembre.
Ma domani - si diceva - sarà anche il giorno di Antonio Fazio: dopo il forfait dato (volontariamente o no) nelle scorse settimane all'Ecofin e alla riunione della Banca mondiale. Nel pomeriggio sarà ascoltato dalla commissione Bilancio del Senato sul merito della legge Finanziaria. E' la prassi, si sa, e secondo alcune indiscrezioni il presidente della Commissione Antonio Azzollini (Fi), impedirà che si esca dal seminato invadendo materie differenti da quella all'ordine del giorno. Ma bisognerà vedere quale saranno gli umori dei parlamentari, e che l'audizione non debordi in un interrogatorio strisciante è quantomeno improbabile.