Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa-bambini traditi da povertà e lavoro nero

La Stampa-bambini traditi da povertà e lavoro nero

bambini traditi da povertà e lavoro nero Rapporto delle associazioni non governative: l'Italia non fa abbastanza ROMA La legislazione italiana in materia di tutela dell'infanzia è tra le pi?...

20/11/2001
Decrease text size Increase text size
La Stampa

bambini traditi da povertà e lavoro nero
Rapporto delle associazioni non governative: l'Italia non fa abbastanza

ROMA La legislazione italiana in materia di tutela dell'infanzia è tra le più avanzate del mondo. La sensibilità delle famiglie e della scuola verso le fasce più giovani della popolazione è forte. I bambini italiani in "normali" condizioni sociali e familiari, stanno indubbiamente bene. Ma esiste una fascia, statisticamente minoritaria ma in numeri assoluti assai rilevante, di bambini che non accedono a questa sfera di benessere, e lì prospera il disagio più estremo. Dai dati raccolti da oltre 40 organizzazioni non governative ed associazioni del Terzo settore, per monitorare il rispetto dei diritti dell'infanzia nel nostro Paese, emerge anche che in Italia molti bambini continuano a veder negati i propri diritti e l'accesso ad uguali opportunità di crescita, in particolare i minori provenienti da altri Paesi, che risultano fortemente discriminati. I numeri e gli allarmi sono stati diffusi ieri nel corso di due iniziative in preparazione della giornata internazionale dell'Infanzia che si celebra oggi in tutto il mondo. La prima è stata una conferenza istituzionale, che si è tenuta alla Camera, presenti i vertici dei due rami del Parlamento, il ministro dell'istruzione Moratti, il ministro delle politiche sociali Maroni, la presidente della Commissione per l'Infanzia Maria Burani Procaccini e il vicepresidente della Consulta Fernando Santosuossi. La seconda iniziativa è stata, nel pomeriggio, la presentazione del Rapporto sulla condizione dell'infanzia, realizzato dalle associazioni non governative per il comitato Onu sui diritti del fanciullo. E' vero che nel mondo si stima che ci siano 250 milioni di bambini costretti a lavorare a motivo di una grave indigenza, ma si pensa sempre che il fenomeno riguardi aree disastrate della terra. Invece nella prospera Italia ci sono 360 mila bambini (dati Cgil) che lavorano in nero, in attività pesanti e non solo al Sud. I bambini immigrati sono una fetta consistente di questo mercato delle braccia: nella sola provincia di Firenze ci sarebbero 30 mila bambini cinesi costretti a lavorare anche dieci ore al giorno. Parlare di piccoli schiavi non è eccessivo. I bambini denutriti nel Mondo sono 11 milioni e un milione e mezzo vive solo grazie ad aiuti internazionali. Ma anche in Italia il 16% delle famiglie con più di due minori a carico è al di sotto della soglia di povertà così come lo è il 25% di quelle che ne hanno tre. Fa impressione rilevare che sono stati denunciati 3.500 abusi sessuali ai danni di minori nel 1999, ma soprattutto scuote rilevare che nel 60% dei casi l'abuso è avvenuto in famiglia. La scolarità minorile italiana riguarda virtualmente il 100% della popolazione (a motivo dell'obbligo), ma essere immigrati o zingari rende scolari di serie B (forse C). Il 30% dei bambini immigrati delle elementari e il 56% delle medie ha serie difficoltà di inserimento scolastico. Quanto agli zingari, l'84% evade l'obbligo scolastico e il 73% non va neppure alle elementari, condannando se stesso ad una vita di marginalità sociale. Le scuole sono sensibili? Sì, lo sono, ma non possono fare miracoli con le strutture che hanno. Il 50% degli insegnanti dichiara di non essere preparato ad accogliere ragazzi con difficoltà. Anche quando queste difficoltà sono solo un handicap (magari motorio). Tant'è che appena il 25% degli istituti è attrezzato contro le barriere architettoniche. Il ministro Moratti ha dato tutta la sua disponibilità ad affrontare la questione e ha assicurato che "la scuola come la famiglia, deve sempre saper ascoltare i giovani" e che "deve essere valorizzato il ruolo della scuola nel supporto alla famiglia nel delicato compito educativo, a partire dai primi anni della crescita" e infine che "la scuola deve prendere tutte le iniziative di sostegno ai minori per cancellare il disagio di tanti bambini". Nello specifico la Moratti ha parlato di intervento "inflessibile" contro la pedofilia e lo spaccio di stupefacenti nella scuola. Ma si fa quello che si può. E così si scopre che solo il 6% dei comuni ha un assessorato (o una delega) all'infanzia.