Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa: Corsi di recupero per i prof meridionali

La Stampa: Corsi di recupero per i prof meridionali

E per i bulli bocciatura e 5 in condotta

24/08/2008
Decrease text size Increase text size
La Stampa

PAOLO POLETTI
ROMA
Il ministro Gelmini con grazioso accento bresciano lancia la sua proposta: troppi insegnanti del Sud abbassano la qualità della scuola, bisogna provvedere perchè la scuola «non è uno stipendificio». Come? Con corsi intensivi dedicati a loro, a cominciare da quattro regioni. La giovane Mariastella non teme reazioni immediate, gioca in casa, è a Cortina ospite d’onore in un dibattito. Già che c’è lancia altre due proposte: iniziamo la scuola a fine settembre, perchè l’Italia è un paese turistico ed è peccato perdere un mese così bello stando in aula; e diamo 5 in condotta ai bulli, così poi saranno puniti con la bocciatura automatica.
«La scuola - spiega il ministro - è elemento unificante dello Stato e i programmi devono essere uguali per tutti, ma si deve aprire al contesto territoriale e alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud». Il passaggio dei prof dal Sud al Nord? Per Gelmini «non è mai favorevole ma non mi preoccupo della provenienza dell’insegnante ma della sua capacità. Alcuni istituti del Meridione abbassano la qualità generale. Per questo in Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti. Dobbiamo premiare il merito, liberare le risorse e introdurre una rivoluzione indispensabile». Sono i passi necessari per eliminare «il livello d’insoddisfazione generalizzato che oggi esiste non solo tra gli studenti ma anche tra le famiglie e gli insegnanti».
I bulli
Secondo Gelmini «il buonismo più che altro crea danni. L’insegnante non deve ricevere minacce dai dirigenti scolastici, per non bocciare. Queste forme di buonismo sono una comodità per gli adulti e un danno enorme per i ragazzi. Il docente non è un amico dell’alunno e le famiglie non devono fare le sindacaliste dei ragazzi. Ci dev’essere corresponsabilità nella funzione educativa, la famiglia deve stare dalla parte dell’insegnante. Altrimenti è un elemento di danno».
Gli immigrati
«Un immigrato che non conosce l’italiano - dice il ministro - blocca lo studio di tutti. Stiamo pensando a corsi intensivi d’italiano per chi arriva da altri Paesi. Quando non si conosce la lingua non ci può essere integrazione».
Le risorse
«Occorre liberare le risorse. Oggi il 97% del bilancio del ministero è utilizzato per pagare stipendi molto bassi. La scuola è stata utilizzata come un modo per creare occupazione. Un errore che oggi paghiamo e facciamo pagare ai giovani. La Finanziaria prevede una razionalizzazione delle spese: da lì passa l’introduzione della meritocrazia e il 30% dei risparmi che andremo a produrre grazie a una riduzione degli sprechi. La scuola non dovrà più essere un’appendice del Welfare».