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La Stampa: “I 200 milioni? È solo una provocazione”

Carlo Podda, segretario confederale Cgil Funzione pubblica

20/08/2008
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La Stampa

Carlo Podda, segretario confederale Cgil Funzione pubblica, il ministro Brunetta annuncia la «fase due» del suo piano per la produttività e 200 milioni di euro destinati espressamente ai meritevoli. «Parlare di 200 milioni quando ne sono appena stati tagliati 1700 è davvero al limite della provocazione. Sia noi che Cisl e Uil aspettavamo un’inversione di marcia da parte del Governo su questo tema, ma da come stanno andando le cose non possiamo che confermare l’intenzione di indire uno sciopero generale».
Brunetta non vi dà le risposte che cercavate?
«Non solo Brunetta, ma anche Giulio Tremonti. E’ proprio da lui che ci aspettavamo un segnale, perché le decisioni sono state prese dal ministero dell’Economia.»
Le cifre che danno non vi convincono?
«C’è la mania dei numeri giganteschi; parliamo invece della busta paga di un agente di custodia, per esempio, che da gennaio sarà di 100 euro in meno».
Per il contratto del pubblico impiego il ministro ha parlato di una disponibilità di 2 miliardi e 800 milioni.
«Scendiamo nel dettaglio per vedere bene: il reddito medio procapite aumenterà di 8 euro lordi al mese per il 2008 e di 65 per il 2009. Questa voglia di dare i numeri o di parlare di “miracolo” anti assenteismo funziona come strumento di comunicazione, ma non risolve i problemi».
La Pubblica amministrazione come capro espiatorio?
«Noi siamo molto preoccupati anche per i settori limitrofi, come nel caso del sindacalista licenziato da Ferrovie dello Stato, perché tutta questa storia mi sembra stia prendendo una piega autoritaria. Ma il Pubblico impiego, nello specifico, è un po’ come il calcio: ci sono 55 milioni di ministri pronti a dare la propria ricetta. E nessuno che parli di fannulloni della dichiarazione dei redditi, per esempio».
Secondo il ministro con questo nuovo sistema di premi non ci perderà nessuno, se non il mezzo milione di fannulloni.
«Mi stupisco di come si sia quintuplicato in pochi giorni il numero dei fannulloni, che Brunetta aveva quantificato in centomila. Che poi non ho ancora capito quale sia la fonte di certi dati, né come faranno a stabilire i meriti».
Ma ci sarà pur bisogno di rivedere le regole.
«Sì, noi siamo stati i primi a a sostenere il ministro quando ha annunciato le sue intenzioni, proprio perché vogliamo tutelare i lavoratori che producono. Ma la riforma della produttività della Pubblica amministrazione non si fa così.».
Insomma, i premi di merito non bastano?
«Ma no, come già ha detto Ichino, quel sistema funziona bene nel micromanagement, e va benissimo. Ma quando si tratta di realtà aziendali così grandi, non è questo il modo per affrontare il problema».
E quale sarebbe?
«Il ministro dovrebbe sedersi a un tavolo per discutere punto per punto le cose che vanno riviste. A partire dalla Difesa e i cantieri navali senza più lavoro, tanto per dirne una».
Troppa comunicazione e pochi fatti?
«La domanda è un’altra: nel rapporto con la Pubblica amministrazione per i cittadini è davvero cambiato qualcosa?». \