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La Stampa-Il fatto che la scuola pubblica abbia delle carenze non deve far dimenticare i suoi meriti

ROMA "Il fatto che la scuola pubblica abbia delle carenze non deve far dimenticare i suoi meriti immensi: intanto ha alfabetizzato tutta la popolazione, e questo non può essere trascurato, e po...

12/11/2005
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La Stampa

ROMA
"Il fatto che la scuola pubblica abbia delle carenze non deve far dimenticare i suoi meriti immensi: intanto ha alfabetizzato tutta la popolazione, e questo non può essere trascurato, e poi si sta attrezzando per affrontare le sfide della qualità, anche rispetto ai problemi che l'Invalsi ha rilevato".
La protesta viene da Clara Gnaccarini, una insegnante che lavora in uno dei circoli didattici all'avanguardia, il "Marconi" di Collegno, alle porte di Torino.
I ragazzi, comunque, non sanno leggere, professoressa, e questo è un fatto, al di là dei meriti della scuola.
"Che delle lacune esistessero, e specificamente nella comprensione dell'italiano, era cosa nota da tempo. Vorrei tuttavia che insieme con questo si sottolineasse anche quanto la scuola sta facendo per uscire da questa emergenza".
Ci faccia degli esempi.
"Poiché la crescita nella conoscenza della lingua italiana va di pari passo con la consuetudine con la lettura, noi a Collegno abbiamo allestito una buona biblioteca scolastica che resta aperta dalle otto del mattino alle cinque e mezza di sera e cerchiamo di sviluppare l'interesse dei ragazzi per i libri".
Come?
"In questi giorni, per esempio, sto spiegando ai bambini la struttura dell'Universo. Li ho portati in biblioteca e lì una insegnante ha letto ad alta voce una leggenda polinesiana sull'origine del mondo. In questo modo abbiamo suscitato un interesse nei bambini che abbiamo poi approfondito sul piano scientifico, facendo delle ricerche tra i libri che avevamo a disposizione".
Con quale obiettivo?
"Quello di insegnare ai bambini che le biblioteche sono i magazzini delle risposte alle domande che la vita ci pone".
E i bambini imparano a leggere, così?
"La nostra esperienza ci dice di sì. Ma imparano anche ad esprimersi, attraverso la lettura a più voci, la drammatizzazione, il racconto riproposto con le loro parole".
La sua resta, però, un'esperienza d'avanguardia. E nelle altre scuole?
"Non creda: la scuola sta cambiando molto grazie all'impegno degli insegnanti".
Il cui lavoro non viene però riconosciuto...
"E' così, ma su questo facciamo un'altra intervista".\