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La Stampa it: Pro e contro del nuovo reclutamento dei docenti

Antonio Petrolino, leader dei presidi romani Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil nonché segretario confederale .

19/07/2008
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La Stampa

R.MAS.

PRO: IL DOCENTE

“Buona idea. Ma faranno le barricate”

ROMA

Antonio Petrolino, leader dei presidi romani. Secondo lei questo progetto di legge investirebbe i dirigenti di troppa responsabilità?

«Sì, ci darebbe molta responsabilità, ma la proposta bipartisan su cui il Parlamento si sta confrontando recepisce esattamente molte delle proposte che l'associazione nazionale presidi fa ormai da alcuni anni».

Dunque le piace. Ma sarà concretamente possibile, secondo lei?

«Francamente: non credo. Le resistenze politiche saranno enormi».

Anche con un possibile accordo trasversale fra i partiti?

«Questo accordo lo voglio vedere. E comunque i sindacati faranno le barricate prima di far passare una norma che spazza via le graduatorie, i punteggi, i balzelli, i diritti acquisiti e tutto il resto».

Professor Petrolino, la professionalizzazione potrebbe, però, piacere molto agli insegnanti.

«In linea di principio credo di sì, ma in via di fatto non credo proprio. Gli insegnanti sono tutti molto scontenti di stare in questa situazione, però la categoria ha una sorte di sindrome di Stoccolma, per cui stanno male ma in un “male” che comunque conoscono e nella quale si sentono garantiti».

E allora, secondo lei, quale sarà la conclusione?

«E allora ci sarà certamente qualche leader o leaderino politico che si farà carico delle loro ansie, e tutto resterà più o meno così».

CONTRO: IL SINDACALISTA

“Una riforma che spezzerà le certezze”

ROMA

Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil nonché segretario confederale . Come vede questo ddl che soprattutto metterebbe fine alla precarietà?

«Francamente, e lo dico senza alcuna intenzione polemica, non ne colgo l’utilità».

Darebbe una vera autonomia alle singole scuole, non crede?

«L’autonomia le scuole ce l’hanno già ed è determinata dalla possibilità di proporre un loro piano dell’offerta formativa».

In più la dirigenza dell’Istituto potrebbe scegliersi gli insegnanti e questo non sarebbe poco.

«Dal punto di vista della scuola è una mera illusione. A tenere in mano i rubinetti è sempre il governo centrale che eroga o taglia i fondi. Se i soldi non li dà, i dirigenti scolastici hanno poco da scegliere chi assumere».

Ma quei pochi potranno almeno selezionarli.

«Ma questo possono farlo già oggi. Un insegnante che entra in ruolo deve fare 180 giorni di servizio, essere valutato in base a quell’esperienza ed essere quindi confermato o meno».

Qual è il suo timore?

«Che cambino per non cambiare. Il momento della selezione sarà spostato dalla fase del concorso a quella discrezionale dei dirigenti d'istituto. Non mi pare che questo possa garantire maggiore serietà. Serve solo a spezzare le certezze di un docente di poter fare conto sull’esperienza accumulata».