La Stampa-L'insegnamento è diventato una passione

L'insegnamento è diventato una passione

Il disagio della scuola espresso in piazza, scuote parecchi lettori: chi solidarizza, chi teme per la qualità dell'istruzione dei propri figli, chi si interroga manifestando perplessità.
"Egregio professore, tale mi sembra il suo ruolo e lo desumo dalla lettura di questa rubrica: mi spiega perché da anni, periodicamente, gli insegnanti, di qualsiasi colore sia il governo, protestano ogni qualvolta si parli di riforma della scuola? Non c'è mai nulla che vada bene; non è che temono di veder messa in discussione quella autonomia che ognuno ha nel momento stesso che sale in cattedra: o peggio, chi ha poca voglia di lavorare ed ha trovato ameno rifugio nel sicuro posto da statale, ha paura di essere soggetto, finalmente, ad un più rigoroso controllo?"
Impossibile una risposta esauriente in poche righe. Posso azzardare però che, sempre di più, chi insegna lo fa per passione. Imboscati o madamine intellettualoidi sono in estinzione. Sono ormai quasi del tutto azzerati i benefici di chi sta a scuola: dall'orario, all'impegno, dal guadagno, al riconoscimento del ruolo sociale. Insomma, supposto che lo sia stato mai, insegnare non è più un lavoro comodo né facile viste le problematiche sociali.
La critica alla riforma che proviene dalla base, vivaddio disgiunta da una fede politica, è finalizzata affinché si costruisca effettivamente una scuola migliore e moderna. Capace di educare alla cultura, formando persone autentiche. Personalmente, quando verrà meno l'entusiasmo per tale obiettivo, andrò a fare altro.
m.low@libero.it