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La Stampa: La “classe ghetto” degli asini

In provincia di Brescia una terza media riservata a ripetenti e figli di immigrati

25/05/2011
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La Stampa

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BEATRICE RASPA
CAPRIOLO (Brescia)
Il primo giorno di terza media per il figlio della signora Lorena, che il 14 settembre è tornato sui banchi in una scuola dove non conosceva nessuno perché non è cresciuto in questo paese, è stato a dir poco sorprendente. Al suono della campanella, infatti, si è accorto che i suoi compagni di classe erano solo bocciati e stranieri. Lui, né bocciato né tantomeno straniero, a parte il fatto di essere quello che da queste parti è definito comunemente un «forestiero». Una mini-classe di 17 ragazzi, la III D di Capriolo, a una quarantina di chilometri da Brescia creata ex novo all'istituto «Aldo Moro» per venire a capo dell'emergenza bocciature e per arginare il flusso degli alunni immigrati che arrivano in Franciacorta in ogni periodo dell'anno senza sapere una parola di italiano. Una grana per gli insegnanti. Ma anche per gli studenti dalla pagella brillante. Costretti a procedere a rilento visto che in parecchi arrancano sui libri.
Ecco, allora, che la scuola ha calato una mossa operativa destinata a far discutere: la cosiddetta «classe degli asinelli», bocciati e stranieri a quota 70%. Una sezione cui, nelle intenzioni degli addetti ai lavori, sono garantiti docenti super-motivati, «maggiori risorse e una progettazione mirata a promuovere molteplici attività formative per il conseguimento del successo scolastico». Visto e approvato dal Consiglio d'istituto il 30 giugno 2009. Il risultato? Naturalmente un polverone. Sollevato anzitutto dalla signora Lorena, che non è stata con le mani in mano: «Siamo stati informati solo all'ultimo della situazione – lamenta – e la cosa, nonostante le rassicurazioni, mi ha lasciato perplessa. Non parliamo poi di mio figlio che l'ha presa malissimo: ha smesso di dormire la notte e non ha più voluto frequentare la classe».
Mentre la questione ha fomentato assemblee e incontri tra genitori e insegnanti, spaccati tra il rischio del ghetto e la possibilità di un recupero ad hoc, il «forestiero» capitato tra gli «asinelli» dopo due settimane di assenza ha ottenuto lo spostamento ad altra sezione. «Pontificare è un conto, calarsi nella realtà è un altro – si giustifica il preside, Antonio Bellino -. La decisione della III D è stata presa in accordo con il Consiglio d'istituto». Intanto non passa giorno senza che si allunghi la lista delle proteste: «E' un progetto rischioso, che forse doveva essere programmato meglio – azzarda il sindaco, Fabrizio Rigamonti -. Fino a poco fa non era ancora stata fatta la nomina per la cattedra di Matematica. Ma non si era detto che i docenti sarebbero stati molto motivati?».
Un errore di metodo, per qualcun altro: «Facciamo classi differenziate come negli Anni 60? - si chiede Pierpaolo Begni, Cgil scuola -. E' un controsenso, tanto più che il ministro Gelmini è a favore di un tetto del 30% di stranieri». La soluzione, per l'assessore provinciale all'Istruzione, Aristide Peli (Lega) era un'altra: «Rifare le sezioni spalmando ripetenti e immigrati». Ma il problema rischia di rivelarsi un bubbone con radici profonde: «Perché tutte queste bocciature? Partiamo da qui, e interroghiamoci come comunità», suggerisce il referente dell'Associazione genitori (Age), Davide Guarneri.