Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa: Noi, studenti di destra delusi dal governo

La Stampa: Noi, studenti di destra delusi dal governo

I ragazzi di Cl: Berlusconi o sinistra, arrivano solo tagli La settimana di passione della Gelmini

27/10/2008
Decrease text size Increase text size
La Stampa

FLAVIA AMABILE

Continuano

le manifestazioni

in vista dello

sciopero del 30

ROMA

Ci sono studenti che protestano in piazza e quelli che lo fanno nelle aule, ci sono quelli che hanno votato Veltroni e quelli che invece hanno preferito Berlusconi e che ora si vedono costretti a opporsi. E’ una galassia di studenti che va da An a Forza Italia e che in questi giorni non riesce a nascondere imbarazzo, stupore, delusione per i tagli inseriti nella legge Finanziaria che finiscono per colpire le loro speranze.

Si chiama Coordinamento delle Liste per il Diritto allo Studio, è una federazione di liste di studenti universitari vicini a Comunione e Liberazione. Sono circa 50 mila in tutt’Italia, per una settantina di liste che prendono anche nomi diversi, tutte però lontane «da logiche partitiche o ideologiche». A Milano la lista di Cl è Obiettivo Studenti ma li conoscono anche come «Formigoni-boys» perché il presidente della Regione Lombardia, potente ciellino da sempre, è il loro leader. Alla Statale sono circa 600, uno dei loro capi si chiama Francesco Cacchioli ma in tanti lo conoscono come Bencio. Ha votato Forza Italia e non fa mistero di quello che pensa delle misure inserite nella legge 133 a proposito di università e ricerca: «Non si tratta nemmeno lontanamente di una riforma ma di tagli da Finanziaria per cui sono e siamo contrari».

Per opporsi però quelli di Obiettivo studenti fanno tutto fuorché occupare le facoltà. «Nessun blocco della didattica: stiamo studiando altri modi di agire. Distribuiamo volantini, stendiamo comunicati». E poi stanno provando a organizzare un convegno sul futuro dell’università, proprio partendo dall’analisi sulle conseguenze dei tagli. Primo relatore invitato: il senatore pd Nicola Rossi, autore di una proposta di legge nel 2006 sulla riforma universitaria. Ma vorrebbero avere anche Pietro Ichino, pure lui senatore del Pd, oltre che docente di Diritto del Lavoro proprio alla Statale di Milano e in prima linea da anni nella lotta contro i fannulloni. Insomma nessuna difficoltà a chiedere aiuto agli economisti vicini al centrosinistra come non ne hanno mai avuta a dirsi contrari a qualcosa o qualcuno, senza timori politici. Eppure l’imbarazzo resta. Francesco lo definisce stupore: «Si poteva fare una cosa migliore mettendo mano a una riforma organica dell’università». Delusione, quella no: «Non mi sono mai aspettato la soluzione ai problemi dalla politica e quindi non mi ha demoralizzato la scarsa attenzione verso l’università da parte di questo governo come di quelli che lo hanno preceduto. Mi ha stupito, però, non riesco a capire come non riescano a rendersi conto che da questo dipende il futuro dell’Italia». Dov’è l’imbarazzo, allora? Nel fatto che al termine della telefonata corre a chiamare tutti i rappresentanti di Obiettivo Studenti eletti insieme a lui a Scienze Politiche per chiedere di non rispondere alle domande che arriveranno, semmai di inviare il loro volantino. Che nessuno invece invierà.

«Mi ha appena telefonato Francesco», risponde infatti Anna Pelleri, una delle elette nella lista della facoltà. «Posso dire che già a luglio abbiamo scritto un documento che lanciava un allarme sulle conseguenze del decreto». Delusa dal governo che ha votato? «Per chi ho votato non lo dico, posso rispondere che da parte nostra da dieci anni c’è una grande preoccupazione indipendentemente dal governo in carica». La telefonata di Cacchioli arriva troppo tardi a casa di Francesco Dal Canto, invece. Ammette senza alcuna difficoltà di aver votato per Forza Italia e di essere deluso. «Da una parte non mi aspettavo che la politica desse una risposta ai miei problemi, dall’altra mi sembra assurdo che Berlusconi un giorno dica una cosa e il giorno seguente la smentisca. Questo crea scetticismo rispetto alla politica ed è deludente. Bisognerebbe davvero imboccare la strada della meritocrazia senza riempirsene solo la bocca e poi tagliare indifferentemente fondi».

Barbara Graziani è rappresentante di Azione Universitaria, la lista vicina ad An, di Scienze Politiche alla Statale. Parla a titolo personale e spiega di aver votato per la Cdl e di non essere ancora delusa. «Aspettiamo che il quadro sia completo prima di giudicare. Ora ci sono stati i tagli ma vorrei vedere quale altro provvedimento verrà adottato e se eventuali sacrifici saranno inseriti in un quadro condivisibile».www.lastampa.it/amabile[FIRMA]RAFFAELLO MASCI

ROMA

E’ una settimana durissima quella che inizia oggi per Mariastella Gelmini, che mercoledì porterà a casa l’approvazione definitiva del contestato decreto 133, ma non potrà eludere altri scontri con la piazza. Specie dopo che il premier ha deciso per la linea dura: «Andiamo avanti - ha detto - facendo le cose di buon senso in programma, qualunque cosa dicano Veltroni o chiunque altro dell’opposizione». La madre di tutte le battaglie sarà lo sciopero generale del 30, ma nei tre giorni precedenti si prevede un’impennata della protesta.

La Rete degli Studenti ha fatto appello affinché le occupazioni siano più estese. Domani alle 17 i Cobas inizieranno una veglia di protesta a piazza Navona che durerà fino a mercoledì, quando l’assemblea voterà il decreto. Nonostante la situazione sia ormai compromessa i leader sindacali hanno tentato ieri un appello in extremis. Intervistati a «Domenica in», sia Guglielmo Epifani che Raffaele Bonanni hanno auspicato un cambio di atteggiamento: «Una mediazione è possibile - ha detto il leader della Cisl - se si dà ascolto alle famiglie». Il segretario della Cgil è apparso più scettico, tuttavia ritiene «indispensabile trovare un punto di dialogo evitando il muro contro muro». Anche durante il week end le proteste sono continuate in tutta Italia. A Roma i ricercatori di Tor Vergata hanno messo in vendita su e-Bay il loro ateneo, al prezzo di un euro e mezzo. Oggi lezioni all’aperto in molte piazze della capitale, a cominciare da quella del Colosseo. A Pisa striscioni sono stati posti sulla facciata dell’ateneo. E tutto questo mentre restano migliaia di scuole e facoltà occupate.