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La Stampa-Pensioni, anche la scuola sciopera il 24 ottobre

Puntoscuola di Antimo Di Geronimo Pensioni, anche la scuola sciopera il 24 ottobre 8 ottobre 2003 Il 24 ottobre prossimo docenti e non docenti incroceranno le braccia per prote...

09/10/2003
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La Stampa

Puntoscuola
di Antimo Di Geronimo
Pensioni, anche la scuola sciopera il 24 ottobre
8 ottobre 2003
Il 24 ottobre prossimo docenti e non docenti incroceranno le braccia per protestare contro la riforma delle pensioni. Alla protesta aderiranno tutte le sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cobas e gli autonomi dello Snals e della Gilda degli insegnanti. La protesta è dovuta all' intenzione del governo di cancellare, di fatto, la pensione di anzianità.

L'Esecutivo ha varato, infatti, una proposta di legge (a regime dal 2008) che prevede la possibilità di usufruire del pensionamento anticipato, solo se si è in grado di vantare non meno di 40 anni di contributi.

Requisito, questo, che i docenti, nella maggior parte dei casi, non riescono a raggiungere nemmeno quando stanno per essere collocati a riposo d'ufficio. Vale a dire, all'atto del raggiungimento dell'età massima che dà luogo all'attribuzione del trattamento di pensione di vecchiaia.

Ecco qualche elemento in più per chiarire gli aspetti della questione.
La pensione di anzianità
E' un trattamento che viene corrisposto ai lavoratori che chiedono di essere collocati a riposo in anticipo. La riforma Dini (legge 335/95) ha già limitato fortemente questa possibilità che, alcuni anni fa, veniva concessa anche a coloro che potevano vantare un servizio di 15 anni, 6 mesi e un giorno. I lavoratori che hanno usufruito di questo beneficio sono noti, peraltro, come "pensionati baby".

I limiti consistono nell'elevamento graduale, nel tempo, dell'età pensionabile. Quest'anno i requisiti richiesti per andare in pensione in anticipo sono i seguenti: 57 anni di età e 35 anni di servizio oppure, indipendentemente dall'età, 38 anni di servizio. La riforma elaborata dal governo prevede, invece, che, per usufruire della pensione di anzianità, a partire dal 2008, bisognerà essere in grado di vantare 40 anni di servizio.

La pensione di vecchiaia
E' un trattamento economico vitalizio, che viene corrisposto ai lavoratori, all'atto del compimento del 65° anni di età, e alle lavoratrici, quando compiono 60 anni. La pensione di vecchiaia non si chiede: il lavoratore, infatti, viene collocato a riposo d'ufficio, con una comunicazione da parte dell'amministrazione.

Le conseguenze della riforma
Se la riforma andrà in porto gli insegnanti si troveranno nella condizione di non potere più usufruire della pensione di anzianità. Considerando, infatti, che per diventare docenti è necessario possedere un titolo di studio terminale, la maturazione del 40° anno di servizio, in linea meramente teorica, non potrà avvenire prima del compimento del 60° anno di età (per le maestre che sono in possesso del diploma magistrale) oppure di 64-65 anni di età per i docenti e le docenti di scuola secondaria che, nella maggior parte dei casi, sono in possesso del diploma di laurea o titolo equiparato.

Per il personale non docente, invece, le restrizioni saranno meno gravose, a causa del più basso tasso di scolarizzazione che viene richiesto ai bidelli e agli impiegati delle segreterie.

Nessuna variazione è prevista, invece, per le pensioni di vecchiaia i cui limiti di età rimarranno immutati: 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne.