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La Stampa: Precari, è scontro CGIL/Brunetta

Il ministro Renato Brunetta nega, protesta, smentisce: «non c’è nessun decreto, è tutta un’invenzione della Cgil». Eppure, molte fonti concordi confermano che in effetti il testo di un provvedimento era già pronto per il Consiglio dei ministri in programma per domani

04/03/2009
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La Stampa

ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Il ministro Renato Brunetta nega, protesta, smentisce: «non c’è nessun decreto, è tutta un’invenzione della Cgil». Eppure, molte fonti concordi confermano che in effetti il testo di un provvedimento era già pronto per il Consiglio dei ministri in programma per domani. Obiettivo del decreto legge «fantasma», sancire in modo definitivo che per ogni lavoratore non dipendente e non stabilizzato della pubblica amministrazione, superato il termine del 1 luglio 2009, il rapporto di lavoro si sarebbe dovuto interrompere. Levata di scudi, proteste, polemiche hanno accolto le indiscrezioni sul provvedimento (teoricamente) allo studio del ministro Brunetta. Tra l’altro, nella battaglia contro la norma che in un modo o in un altro avrebbe messo per strada tra pochi mesi molte decine di migliaia di «travet» - e la cosa di per sé è una notizia - si era ricostruita una compatta unità tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl. E in molti, anche nel centrodestra, si sono un po’ allarmati per il secco licenziamento di tanti precari. Una misura rigorosa quanto si vuole ma non certo popolare, con questi chiari di luna di crisi economica e disoccupazione di massa.
Fatto sta che il decreto sui precari non ci sarà, a sentire le dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione. Notizia accolta con soddisfazione dalla Cgil e dal Pd, che parlano di retromarcia del governo; notizia considerata non esistente dallo stesso Brunetta, che peraltro sostiene che la sua intenzione è semmai quella di assumere quelli che il posto lo occupano davvero, dopo un monitoraggio della situazione e un concorso. «Non so per quale ragione - ha detto ieri il ministro - ma ho visto in atto una ignobile speculazione sulla testa dei lavoratori precari della pubblica amministrazione. Si parla di un decreto legge, si parla di licenziamenti. Chi dice 100 mila, chi 200 mila, chi 400 mila persone, è da irresponsabili, si soffia sul fuoco». Secondo Brunetta - che se la prende anche con i ministri del governo Prodi, Damiano e Nicolais - ufficialmente nel pubblico impiego ci sono 360.000 contratti atipici, scuola compresa. Ma non tutti lavorano in modo «stabile», e solo una parte saranno regolarizzati dopo un concorso, e non perderanno il lavoro nell’attesa. «Io sono una persona seria - afferma - e farò un monitoraggio trasparente e puntuale su un problema che è stato troppo strumentalizzato. Nella ricerca si parlava di 60.000 precari, alla fine erano meno di 2.000».
Tutti diversi i numeri forniti dalla Cgil, che peraltro considera una platea differente. Carlo Podda, leader della Funzione Pubblica-Cgil, parla di oltre 400.000 persone coinvolte: 112.000 contratti a termine, 25.000 lavoratori socialmente utili, 80.000 contratti a progetto, 130.000 docenti e 75.000 non docenti nella scuola, più borsisti e tirocinanti della sanità. «A partire da luglio - afferma il sindacalista - sarebbero 60.000 in mezzo alla strada, che diventerebbero 120.000 l’anno prossimo e 200.000 l’anno dopo ancora, per il meccanismo “infernale” secondo il quale dopo tre anni di lavoro precario nella pubblica amministrazione si debba essere licenziati». Come detto, c’è soddisfazione da parte del Pd, con l’ex ministro Cesare Damiano: «Avevamo chiesto chiarimenti ieri - spiega - l’importante è il risultato. La nostra battaglia per stabilizzare i precari della P.A. continuerà, perché non è tollerabile che lo Stato licenzi i propri dipendenti soprattutto di fronte ad una grave crisi occupazionale». E le accuse lanciate da Brunetta, secondo cui è stato proprio Damiano a limitare i contratti a massimo tre anni? «Rivela nel Dna di un ministro l’ossessione del licenziamento, anche quando si ereditano leggi che stabilizzano il lavoro vengono rovesciate nel loro contrario».