La Stampa: Scuola, indennità ai precari
Mariastella Gelmini: Non serve andare sui tetti per dimostrare attenzione al tema ma bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per risolverlo. Le proteste continuano «Che fine faranno gli insegnanti stabili che lavorano su cattedre particolari?» I sindacati: è soltanto un provvedimento fantasma che non cambia nulla
FLAVIA AMABILE
ROMA
Arriva il contratto di indennità per garantire un reddito ai supplenti annuali rimasti senza lavoro. Non è ancora una norma scritta nero su bianco, il consiglio dei ministri ha trovato ieri l’intesa politica e il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini l’ha annunciata in una conferenza stampa: «Abbiamo proposto una norma di legge che verrà inserita in un decreto legge ad hoc o nel cosiddetto decreto Ronchi», ha spiegato. «Il precariato è molto delicato e importante - ha aggiunto il ministro -. Non serve andare sui tetti per dimostrare attenzione al tema, ma rimboccarsi le maniche e lavorare per risolverlo».
La misura dovrebbe essere approvata definitivamente nel consiglio dei ministri della prossima settimana dopo aver ottenuto ieri il via libera del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Un via libera abbastanza scontato. Si tratta infatti di un aiuto ai precari che costerebbe allo Stato circa 150 milioni, ma senza far sborsare al governo nemmeno un euro in più, sfruttando l’assegno di disoccupazione che verrebbe comunque erogato, i fondi per le supplenze già presenti nelle scuole e i fondi regionali.
Il meccanismo prevede, infatti, che a poter usufruire dell’indennità sarebbero circa 10 mila precari, che hanno avuto supplenze annuali nello scorso anno scolastico, abbiano già diritto alla disoccupazione ordinaria e siano inseriti nelle graduatorie. Ma, alla fine, il ministero conta di poter restringere il numero di indennità a circa 3-4 mila grazie alle supplenze temporaneee e alle convenzioni stipulate con le Regioni.
Le istituzioni scolastiche offriranno le supplenze brevi innanzitutto agli insegnanti precari (abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e che hanno avuto solo supplenze annuali nello scorso anno scolastico 2008/2009) in modo che abbiano il maggior numero di rapporti di lavoro possibili. Chi dovesse accettare tutte le supplenze avrà diritto al punteggio per l’intero anno di servizio nelle graduatorie ad esaurimento.
Solo per chi rimarrà senza lavoro è pronta l’indennità di disoccupazione statale con requisiti ordinari, che è di 886 euro lordi per 8 mesi o per 12, per chi ha superato i 50 anni di età. Il trattamento si interrompe quando il lavoratore ha un nuovo lavoro; rifiuta di essere avviato ad un progetto individuale di reinserimento nel mercato del lavoro; non accetta l’offerta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore al 20% rispetto a quello delle mansioni di provenienza; non accetta di essere impiegato in opere e servizi di pubblica utilità.
Saranno le istituzioni scolastiche a versare all’Inps la contribuzione contro la disoccupazione involontaria di insegnanti e bidelli precari. Infine la bozza prevede delle singole convenzioni con le Regioni per coinvolgere gli insegnanti precari in progetti di rafforzamento dell’offerta formativa, da finanziare con fondi comunitari «Pon» e «Por».
Ai sindacati non è piaciuto il meccanismo salva-precari. Per Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, si tratta di un provvedimento «parziale». Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, parla di «provvedimento-fantasma» che non attua «nessun cambiamento nella politica scolastica di questo Governo».
E quindi le proteste vanno avanti. «E tutti gli altri? Che fine faranno - si chiede infatti Maristella Curreli, presidente del Comitato precari italiani - quelli che lavorano stabilmente anche da 25 anni, ma su cattedre particolari, come educazione fisica o diritto ed economia, che garantiscono solo supplenze attraverso i presidi o spezzoni inferiori alle 18 ore?».
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