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La Stampa-Scuola, varata la riforma

LA NUOVA LEGGE LA SPERIMENTAZIONE PARTIRÀ SOLO DAL SETTEMBRE 2007, SEMPRE CRITICI SINDACATI E OPPOSIZIONE Scuola, varata la riforma Sì ai decreti su reclutamento degli insegnanti e media s...

15/10/2005
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La Stampa

LA NUOVA LEGGE LA SPERIMENTAZIONE PARTIRÀ SOLO DAL SETTEMBRE 2007, SEMPRE CRITICI SINDACATI E OPPOSIZIONE

Scuola, varata la riforma

Sì ai decreti su reclutamento degli insegnanti e media superiore

Raffaello Masci
ROMA
La riforma della scuola è un fatto. Dopo 34 tentativi, il ministro Letizia Moratti ha fatto quanto, prima di lei, era riuscito solo a Giovanni Gentile nel 1924. L'ultimo atto si è compiuto ieri mattina con il varo definitivo degli ultimi due decreti attuativi della legge 53 del 2003: quello sul reclutamento degli insegnanti e quello (fondamentale) sul secondo ciclo (la scuola superiore). Ora manca solo l'adempimento tecnico della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che avverrà entro 15 giorni.
Questo evento, che il governo ha salutato come "epocale", non mette fine tuttavia alle turbolenze che attraversano la scuola: né questi decreti né l'intero impianto della riforma trovano il consenso dei sindacati e dell'opposizione. Esiste poi un pericoloso contenzioso con le Regioni sulla gestione della Formazione professionale. L'esito più evidente delle controversie è che la sperimentazione del secondo ciclo (passo obbligato prima della sua piena entrata in vigore) non potrà avvenire prima del settembre 2007, quando cioè non ci sarà più la Moratti ai vertici del ministero e, forse, neppure questa stessa maggioranza al governo. Con tutte le conseguenze del caso.
DOCENTI. Il decreto sul reclutamento degli insegnanti prevede "pari dignità di tutti i docenti" indipendentemente dall'ordine di scuola: maestri e professori di liceo avranno lo stesso inquadramento e dovranno avere la stessa formazione, e cioè una laurea (oggi non obbligatoria per i maestri) più un percorso di formazione specifica post laurea, che si concluderà con un esame di Stato abilitante. L'accesso alle scuole di specializzazione sarà programmato su base regionale in considerazione delle esigenze stimate e quindi, finita la formazione, ogni insegnante dovrebbe avere il posto assicurato. Il "cursus" però non è finito: dopo la specializzazione, l'insegnante dovrà sostenere un esame abilitante, superato il quale accederà ad un "tirocinio obbligatorio" di un anno presso una scuola assegnata nell'ambito della Regione. Solo dopo, previo un ennesimo concorso che stabilirà una graduatoria, potrà accedere alla sua scuola definitiva. Un calvario, certamente, ma anche un prevedibile posto sicuro.
PRECARI. La nuova formula di reclutamento dovrebbe mettere fine al fenomeno del precariato, secondo il legislatore. Quanto ai "precari storici", che sono ancora 100 mila circa dopo le ultime assunzioni, sarà loro riservata una quota del 50% dei posti disponibili, cui accedere secondo la vecchia graduatoria. Il tutto fino ad esaurimento.
LICEI. Il decreto sulla scuola superiore è stato il più controverso. Prevede un "percorso unitario" articolato su due grandi canali "di pari dignità": il sistema dei licei e quello della formazione professionale. I licei saranno otto (artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, delle scienze umane, tecnologico). I licei economico e tecnologico sono definiti "vocazionali", in quanto presentano un percorso di specializzazioni (due indirizzi articolati in quattro settori ciascuno per l'economico, e otto indirizzi per il tecnologico). Si è così recuperata pienamente la grande esperienza degli istituti tecnici che, altrimenti, sarebbe stata diluita in una licealizzazione strisciante. Le associazioni imprenditoriali si erano fortemente battute perché questo patrimonio non si perdesse.
FORMAZIONE. I licei hanno impostazione propedeutica agli studi universitari, la formazione professionale è orientata all'accesso a una professione. La riforma prevede per questo canale solo i "livelli minimi essenziali" (durata quadriennale, orari, standard, valutazione, modalità di passaggio all'università) mentre l'offerta formativa è proposta e gestita dalle Regioni secondo tradizioni ed esigenze del territorio.
CAMPUS. La riforma introduce il Campus: una istituzione scolastica nella quale potranno interagire sia i licei tecnologici che gli istituti professionali. Si tratterà, secondo il decreto, di un polo in cui più istituzioni scolastiche affini potranno organizzare attività comuni (laboratori, progetti, collaborazioni con il territorio).
LINGUE. Altra novità importante è l'introduzione dell'inglese come lingua obbligatoria per tutti con la possibilità di studiarla fino "ai livelli di lingua madre", più una seconda lingua comunitaria.
ALTERNANZA. Dai 15 anni in avanti gli studenti potranno effettuare periodi di alternanza scuola-lavoro: due-tre settimane di didattica in aziende o enti pubblici, guidate dalle scuole in accordo con le associazioni imprenditoriali per facilitare l'approccio.
TEMPI. La sperimentazione della nuova secondaria partirà solo dal settembre 2007. Tuttavia alcuni licei potranno decidere autonomamente di avviare una sperimentazione già dal settembre prossimo. L'intera riforma sarà a regime nel 2010.