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La Stampa-Sul tavolo del governo la mina dei nuovi contratti

QUESTA SERA A PALAZZO CHIGI CONFRONTO PARTI SOCIALI-ESECUTIVO SUL NUOVO DPEF Sul tavolo del governo la mina dei nuovi contratti Pezzotta: i rinnovi vengono prima dei tagli Irpef, giù le ma...

26/07/2004
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La Stampa

QUESTA SERA A PALAZZO CHIGI CONFRONTO PARTI SOCIALI-ESECUTIVO SUL NUOVO DPEF

Sul tavolo del governo la mina dei nuovi contratti

Pezzotta: i rinnovi vengono prima dei tagli Irpef, giù le mani dal Welfare

Alessandro Barbera
ROMA
"Mi pare che il governo mantenga ancora qualche tratto di ottimismo e fiducia, che sarebbe invece meglio fugare", dice Savino Pezzotta alla vigilia dell'incontro di oggi fra governo e parti sociali sul Dpef. "Vediamo le loro intenzioni, ma dalle prime indicazioni mi pare di capire che si preannunciano altri tagli. Questo ci preoccupa". Insomma, "preferirei si dicesse la nuda e cruda verità", chiosa il leader della Cisl. I vertici dei sindacati confederali si presentano armati al primo incontro su quella che dovrebbe tramutarsi nella prossima manovra finanziaria. Lo aveva fatto il numero uno della Cgil sabato ("ci sarà una risposta ferma alla manovrina"), ieri lo ha fatto Pezzotta, consapevole del fatto che il prezzo di una Finanziaria da 24 miliardi dovrà essere pagato da tutti. "Deve essere chiaro che il Dpef non deve intaccare lo stato sociale, piuttosto deve riuscire a salvaguardare il potere d'acquisto dei salari".
Uno dei punti all'ordine del giorno del confronto è proprio quello del tasso di inflazione programmato, l'unica grandezza macroeconomica non inserita nella bozza di Dpef già presentata agli enti locali. "L'idea è quella di trattare con loro", rivela una fonte del governo, che non si sbottona sulla proposta del governo. Secondo le ultime indicazioni fornite dall'Isae l'inflazione nel 2005 dovrebbe attestarsi al 2,2%, ma negli ultimi anni il governo ha proposto scostamenti molto ampi rispetto all'andamento effettivo del costo della vita. Pezzotta avverte: "Il governo non pensi di definire un tasso di inflazione programmata irrealistico, senza una politica dei prezzi e delle tariffe, cioè di una politica dei redditi complessiva". Noi ci atterremo "ad un tasso realistico ed obiettivo". Dal numero che uscirà dal vertice dipende il rinnovo di molti contratti, anche di quelli su cui la trattativa è già aperta. "Il governo deve darsi una mossa e chiudere: mi riferisco a pubblico impiego, scuola e trasporto pubblico locale".
Per il resto il canovaccio del neoministro dovrebbe essere simile a quello proposto agli enti locali. Una ventina di pagine nelle quali Siniscalco, pur non entrando nei dettagli della manovra (se ne riparla a settembre) spiegherà quanto e perchè c'è da stringere la cinghia. Il leader della Cisl, consapevole del fatto che la manovra colpirà un po' tutti i comparti di spesa, minaccia già il ricorso a nuovi scioperi. "Abbiamo programmato un'assemblea nazionale dei delegati per settembre: faremo una valutazione sulla manovra, sugli orientamenti del Dpef e ci prepareremo ad affrontare la Finanziaria mettendo in cantiere anche le iniziative di agitazione e mobilitazione necessarie".
Si preparano all'appuntamento anche dalle parti della Cgil, dove lo scetticismo è più marcato. All'incontro di Palazzo Chigi non ci sarà però Guglielmo Epifani, in questi giorni negli Stati Uniti per partecipare alla Convention del Partito Democratico. "Un nuovo metodo del nuovo ministro? Difficile andare oltre l'auspicio" prevede la segretaria confederale Marigia Maulucci. "L'incontro dell'anno scorso fu corredato dall'impegno del premier a scrivere insieme la Finanziaria 2004, e così non fu. Ci troviamo davanti ben poche novità sul metodo se non forse per la chiarezza sui numeri, peraltro già noti al nuovo ministro". La lista delle voci di spesa che la Cgil non vuole toccate è a dir poco ampia, e non lascia spazio al confronto: "Non si deve pensare a riduzioni delle prestazioni sanitarie (i ticket per esempio) anticipazioni della cosiddetta riforma previdenziale o chiusura di finestre per l'anzianità, non copertura dei contratti pubblici, ulteriori riduzioni di incentivi alle imprese, ulteriori tagli nei trasferimenti agli Enti locali, penalizzazioni al sistema della protezioni sociali". In realtà molte di queste voci dovranno essere oggetto di revisione, pena l'impossibilità di mantenere i conti pubblici sotto controllo e ridurre il carico fiscale come promesso in mille occasioni da Berlusconi. E mentre Confindustria punta tutto sui tagli all'Irap, la Confcommercio promette "nessuna cambiale in bianco" e chiede al governo coraggio nel tagliare gli sprechi per una riduzione robusta non solo dell'imposta sulle imprese, ma anche dell'Irpef.