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La Stampa: Università, più merito meno tagli

Mancano pochi mesi a quando si dovrà confermare o modificare l’impianto della Finanziaria 2010, che al momento prevede lacrime e sangue

29/11/2008
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La Stampa

Francesco Profumo

Ogni studio internazionale, indipendente e autorevole, offre due risultati incontrovertibili: primo, che il nostro Paese è ultimo nel mondo occidentale per gli investimenti in alta formazione; secondo, che proprio da quegli stessi investimenti in alta formazione sono primariamente determinati i tassi di sviluppo delle economie occidentali. I giovani e le loro famiglie osservano il nostro lavoro, lo giudicano, lo apprezzano o lo criticano. A loro dobbiamo rispondere, di fronte a loro siamo responsabili non solo di fare del nostro meglio, ma anche di pretendere di essere messi in condizione di farlo. È per il rispetto che merita questo enorme patrimonio di aspettative che noi oggi abbiamo il dovere di affermare con forza che è politica lungimirante aumentare i finanziamenti per l’università.

Ma proprio per questo non è più rinviabile il tempo delle scelte, dei doveri e delle responsabilità che richiedono di sottoporre l’investimento in formazione e ricerca a un sistema di valutazione dei risultati. È in colpevole assenza di quest’ultimo che si riduce il sistema universitario a un magma indifferenziato, in cui qualità e mediocrità, produttività e inefficienza, merito e demerito, convivono disponendo delle stesse risorse, a danno dei migliori.

Per un futuro più prospero

Non per caso, giovani bravi, seri e motivati abbandonano l’Italia con il loro patrimonio di intelligenza, preparazione ed energia, a favore di altre università, centri di ricerca, aziende europee, americane, cinesi e giapponesi. Siamo orgogliosi di saperli apprezzati e felici di stupirci quando li troviamo giovanissimi in posizioni di grande responsabilità. Siamo convinti che l’accettazione di una indiscussa pratica internazionale, la valutazione oggettiva del merito, restituirebbe al nostro Paese tante intelligenze e con loro una speranza per un futuro più semplice, entusiasmante e prospero.

Una nota di moderato ottimismo deriva dai provvedimenti appena approvati dal Consiglio dei Ministri, che sembra aver percepito alcune delle istanze proposte dal personale e dagli studenti delle università. Dovremo impegnarci a fondo, nei prossimi mesi, per evitare i tagli che si prospettano nel 2010, ma intanto alcuni risultati importanti sono stati raggiunti: potremo continuare a reclutare giovani meritevoli di accedere alla carriera universitaria, e promuovere i migliori tra i loro colleghi più maturi; avremo un maggior numero di borse di studio per i capaci e i meritevoli, e potremo predisporre un maggior numero di residenze universitarie. Per la prima volta una cifra significativa dei fondi statali, il 7% complessivo, sarà ripartita sulla base di una valutazione del merito, l’unico modo per destinare risorse a chi meglio dimostra di saperle usare.

Il decreto è passato ieri al Senato. Gli emendamenti presentati da governo, maggioranza e opposizione hanno confermato che non si vogliono fare passi indietro ma, anzi, si vuole rafforzare la visione riformista che, per la prima volta, accomuna una parte preponderante del Parlamento.

La credibilità del sistema

Dopo queste prime misure urgenti non bisogna perdere tempo prima di mettere mano a riforme strutturali. Le Linee guida del ministro Gelmini, anche questa è una prima volta, offrono un quadro d’insieme in cui collocare i prossimi passi, e insieme un’importante piattaforma di discussione. Il ministro segnala giustamente nella riforma dei meccanismi di governo degli atenei e in una sempre maggiore centralità della valutazione i veri cardini della riforma. È così. Atenei responsabili, e soggetti a valutazioni stringenti, non avranno bisogno di regole e regolette su come gestire i concorsi, perché saranno consapevoli che scelte sbagliate avrebbero conseguenze negative immediate e tangibili.

Adesso è dovere delle università e degli universitari dimostrare che la voglia di cambiare non è solo retorica. Un primo banco di prova saranno proprio i concorsi che stanno per essere avviati con nuove regole, seppur transitorie, e in cui dovremo dare prova inconfutabile di serietà e trasparenza. È in gioco la credibilità stessa di un sistema universitario oggi attaccato con una durezza che va oltre i suoi demeriti, ma che non può abbandonarsi né al vittimismo né alla voglia di lasciar tutto come prima. Mancano pochi mesi a quando si dovrà confermare o modificare l’impianto della Finanziaria 2010, che al momento prevede lacrime e sangue. Sono mesi in cui dovremo cambiare molte regole del gioco, e dimostrare inequivocabilmente a tutto il Paese che meritiamo ancora fiducia.

Rettore del Politecnico di Torino

francesco.profumo@polito.it