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La Stampa-Università-Prodi ai prof:"Bisogna mettersi alla carretta"

Prodi ai prof:"Bisogna mettersi alla carretta" Mario Baudino inviato a BOLOGNA TEMPI duri per i docenti universitari, anche in caso di cambio di governo, se cioè l'Ulivo vince le prossime e...

06/11/2005
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La Stampa

Prodi ai prof:"Bisogna mettersi alla carretta"

Mario Baudino
inviato a BOLOGNA
TEMPI duri per i docenti universitari, anche in caso di cambio di governo, se cioè l'Ulivo vince le prossime elezioni. O meglio, diciamo, tempi duri per chi si nasconde dietro qualche paravento per proteggere le proprie comodità baronali. Lo ha annunciato un po' a sopresa, fra le altre cose, proprio Romano Prodi concludendo ieri a Bologna la tre giorni "Semi d'Ulivo", il seminario di intellettuali ed esperti legato alla "Fabbrica del programma" che ha lavorato, diviso in commissioni, sui maggiori nodi che attendono il centro-sinistra qualora prevalga nelle urne, dalla scuola all'informazione, dalla giustizia al fisco. Nel suo discorso conclusivo, dove ha invocato un "riformismo profondo" che arrivi a "cambiare il funzionamento dello Stato", evitando "un pezzetto di riforma legislativa qua e là", il leader dell'opposizione ha toccato anche il tema dell'università, e con impeto.
"Bisogna cambiare - ha detto - il modo in cui i professori lavorano". Come? Con una ricetta senza concessioni. Ce lo ha spiegato alla colazione immediatamente successiva al suo intervento, che ha visto tutti i partecipanti in fila al buffet allestito a Palazzo Isolani: "Ho parlato di Università, ma avrei potuto fare anche altri esempi, come la giustizia o il funzionamento dello Stato. Io comunque, che in università ci ho vissuto, e gli studenti ho sempre cercato di incontrarli, potevo permettermelo". In che senso, professore? "Nel senso che anche qui è necessaria una riforma radicale". Prodi aveva insistito, nel suo discorso, sul fatto che in questo momento "non possiamo permetterci mediazioni", anche se, ci ribadisce, "mediazione è una parola seria. Bisogna sempre mediare, ma nell'ambito di un riformismo profondo".
Se questo principio vale per tutti, a maggior ragione vale per l'università. "Che Italia è - si infervora Prodi - quella dove gli studenti vanno a lezione e non trovano i professori, perché impegnati da qualche altra parte? Qui dobbiamo metterci tutti alla carretta. Il vero problema è coinvolgere il Paese, avere migliaia di persone che lavorano insieme". Accademici compresi. Il centro-sinistra è assai critico - ma con varie sfumature - sulla riforma Moratti (della scuola e dell'università). E i partecipanti a "Semi d'Ulivo" sono a loro volta, nella stragrande maggioranza, professori. Ma per la vasta e complessa corporazione accademica che ha contestato anche con durezza le ultime decisioni dell'attuale ministro, il segnale sembra davvero inequivocabile: comunque vada, non sarà una pacchia.