La Stampa: “Voglio un voto per la religione”
Gelmini: è una materia come le altre. «Sono determinata: chiederò un parere al Consiglio di Stato» Protestano sinistra, sindacati e studenti. «Nessun vantagg io a chi sceglie di seguire quella materia»
Riesplode la polemica sulla scuola
FULVIO MILONE |
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Non più un semplice giudizio ma un vero voto. Mariastella Gelmini, ministro dell’istruzione, ha deciso: «Chiederò un parere al Consiglio di Stato per evitare eventuali contenziosi, ma la mia opinione rimane ferma: essendo passata la scuola italiana dal giudizio al voto in tutte le materie, non c’è motivo perché questo discorso non debba valere anche per l’insegnamento della religione». L’annuncio del ministro su un tema molto caro alla Cei, è stato fatto in occasione della celebrazione dell’ottava Giornata europea dei genitori e della scuola, e ha scatenato una pioggia di polemiche. Le reazioni sono state immediate: opposizione e sindacati dicono no e chiedono piuttosto alla Gelmini di garantire le materie alternative agli studenti che scelgono di non frequentare l’ora di religione.
E’ partito lancia in resta il sindacato. «Nel pieno rispetto del Concordato, l’ora deve rimanere facoltativa. Non può determinare vantaggi di alcun genere, a cominciare dai crediti formativi, e quindi non può essere valutata come le altre materie», dice Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil. E aggiunge: «Il ministro deve garantire la laicità della scuola sancita dalla Costituzione». Pantaleo, infine, ricorda che «la Gelmini dovrebbe preoccuparsi del fatto che si continua a negare, per effetto dei tagli pesantissimi ai fondi destinati all’istruzione, il diritto degli studenti ad avvalersi dell’insegnamento alternativo».
«La Gelmini ricordi che è un ministro della Repubblica e non il portavoce del Vaticano - protesta Piergiorgio Bergonzi, responsabile per la scuola del Pdci -. In uno Stato laico l’ora di religione non dovrebbe neppure esistere». «Il ministro non sa neanche di che cosa parla oppure fa di nuovo e solo propaganda - commentano Manuela Ghizzoni e Maria Coscia, deputate Pd della Commissione cultura di Montecitorio -. Purtroppo il nuovo sistema di valutazione che ha soppresso il principio di un giudizio globale lascia spazio anche a questo tipo di “pensate”. Piuttosto siamo convinte che il Consiglio di Stato rispedirà al mittente la proposta. Fra l’altro, la Corte Costituzionale ha già stabilito il principio secondo cui l’ora di religione è facoltativa».
Rincara la dose la senatrice radicale Donatella Poretti che al ministro assegna «0 in laicità e 10 in clericalismo bigotto e baciapile». E’ sul piede di guerra anche la Rete degli studenti: «L’ora di religione è un residuo medievale e trova spazio solo nei regimi teocratici». Per l’Onda, che definisce la Gelmini «una fondamentalista religiosa», la proposta del ministro «non è in alcun modo accettabile».
Sul voto in religione il ministro Gelmini si era pronunciata già un mese fa: «Credo che questa materia debba avere la stessa dignità delle altre, e che anche l’Italia non possa non riconoscere l’importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella nostra tradizione». E ancora: «Va garantita agli insegnati di religione la stessa condizione degli altri colleghi», riferendosi al Tar del Lazio che aveva escluso la possibilità dei prof di religione di attribuire crediti scolastici. |