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La svolta della Normale “A parità di merito assumiamo le donne”

Nella scuola d’eccellenza di Pisa sono soltanto quattro su 35 Il direttore: “Troppi uomini, sono numeri imbarazzanti”

29/11/2016
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Corriere della sera

Valeria Strambi

Troppi uomini in cattedra, la questione femminile improvvisamente in primo piano alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Quella che è considerata una delle eccellenze mondiali nel campo della formazione conta tra le sue fila appena quattro docenti donna su 35. «È una situazione imbarazzante, completamente sbilanciata in favore degli uomini, non si può andare avanti così ». La denuncia arriva dal neo direttore della Scuola, il professor Vincenzo Barone, che ieri a Firenze ha inaugurato il nuovo anno accademico alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini. Per l’occasione sono stati annunciati anche un istituto di studi avanzati intitolato a Carlo Azeglio Ciampi e i corsi magistrali a partire dal 2017 assieme alla scuola Sant’Anna di Pisa. Ma a tenere banco sono state le parole del direttore sulla questione di genere nell’insegnamento. Barone, un’idea su come rimediare, ce l’avrebbe: «Quando facciamo un concorso, a parità di risultati tra concorrenti, potremmo scegliere la candidata donna — spiega — oggi la legge non ce lo permette ed è per questo che chiediamo una maggiore flessibilità al Miur. Questo non snaturerebbe certo il nostro metodo di selezione, che resta comunque basato sul merito».
Le “mosche bianche” che ricoprono il ruolo di docente ordinario o associato alla Normale di Pisa provengono per la maggior parte dal mondo umanistico: Anna Magnetto insegna Storia greca, Ilaria Pavan Storia contemporanea e Lina Bolzoni Letteratura italiana. C’è poi Chiara Cappelli, docente di Chimica fisica nella classe di Scienze matematiche e naturali.
Il direttore chiede chiaro e tondo al ministero che sia lasciata una maggiore possibilità di manovra alle scuole: «Ritengo che le università siano in grado di fare scelte coerenti e che quindi, una volta garantito che il merito è la prima cosa che guardano, siano lasciate libere di decidere». È una vera e propria richiesta di fiducia quella che arriva dalla Normale: «Lasciateci questa autonomia e valutate ‘ex post’: se ho fatto una scelta sbagliata non mi date altri posti, se invece ho scelto bene premiatemi».
Un appello alle quote rosa dentro gli atenei? «Niente affatto — specifica Barone — non sarebbe possibile far ricorso a questo sistema, il criterio del merito è per noi inderogabile. Penso invece a una sensibilità della commissione nello scegliere ». L’idea di favorire la selezione di donne a parità di risultato con i concorrenti maschi non dovrebbe comunque diventare la regola: «Avrebbe senso farlo solo fino a quando ce n’è necessità e non un attimo oltre. Per quanto riguarda assegnisti e ricercatori la percentuale di uomini e donne è più o meno del 50 e 50, mentre il numero delle studentesse supera di gran lunga quello degli studenti.