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Lassù qualcuno li ascolta. Napolitano incontra i ragazzi

Il Capo dello Stato riceve una delegazione di dodici studenti: «Fate un salto di qualità»

23/12/2010
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l'Unità

Ai giovani, alle loro difficoltà, ai loro desideri ed anche ai loro sogni il presidente della Repubblica ha da sempre prestato la particolare attenzione che è giusto riservare a chi rappresenta il futuro del paese. E così ieri pomeriggio, sul finire di una battagliera ma serena giornata di protesta, una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta al Quirinale, nello studio del presidente, quello dove Napolitano lavora tutti i giorni e da cui osserva lo svolgersi della vita, a tratti molto difficile, delle istituzioni e della gente comune. In cui riceve le istanze più diverse e decide i suoi interventi. JEANS, FELPE, SCIARPE Al Colle sono arrivati in dodici. In rappresentanza di un movimento molto vario ma che sta assumendo una sua identità pur nell’oggettiva difficoltà di rappresentare istanze comunque diverse. Sciarpe colorate, jeans, felpe, berretti. IL look dei giovani che neanche la solennità dell’incontro ha fatto cambiare. Un paio sono arrivati in taxi, forse per non presentarsi affannati ad un appuntamento così importante, nato con una lettera al presidente per ottenere di spiegargli di persona perplessità e dubbi sulla riforma in via di approvazione, proseguito per l’organizzazione con un filo diretto con la Prefettura. Una richiesta cui è stata data la definitiva risposta positiva a conclusione del pacifico svolgimento della giornata di protesta. Se ci fossero state anche solo in parte le violenze che hanno caratterizzato il 14 dicembre non ci sarebbe stato nessun colloquio. I ragazzi da una parte, alcuni timidi, altri più sicuri di sè. Il presidente Napolitano assistito soltanto da due consiglieri. Hanno illustrato i ragazzi le loro perplessità, i loro dubbi, il loro sconcerto nel non avere avuto interlocutori alle loro difficoltà. «Il presidente è stato l’unico che ci ha ascoltato».Così Luca Castagna, uno dei dodici che in rappresentanza delle tante sigle del movimento anche se qualcuno, Azione universitaria, ha trovato da ridire e si è sentita esclusa anche se non aveva fatto alcuna richiesta, all’uscita si è trovato a fare i conti con un improvviso momento di notorietà. Foto, telecamere, domande. Con lui gli altri colleghi d’avventura che ora, dovranno misurarsi con le parole che Napolitano, dopo averli ascoltati con attenzione, ha rivolto loro dandogli l’incarico di farne partecipi tutti gli altri. E’ stata una sorta di lezione quella che il presidente ha impartito agli studenti. E’ stato l’invito a superare la protesta e incamminarsi sulla strada della proposta. La vita democratica di un Paese non si ferma con l’approvazione di una legge che è anche giusto contestare. Ma bisogna essere capaci di andare oltre e far valere le proprie posizioni. Il rapporto con le istituzioni, al di là della sensazione di sordità che a volte trasmettono, bisogna che sia dinamico. La società ha bisogno dei giovani e i giovani devono essere consapevoli dell’importanza del loro contributo. La richiesta dinon firmare il disegno di legge i ragazzi l’hanno ripetuta al presidente. E lui «ci ha ricordato le sue prerogative insistendo sulla necessità di aprire un dialogo » ha riferito Fabio Gianfrancesco. «Noi sappiamo cosa dice la Costituzione e lui ci ha detto che gli piacerebbe conoscere nel dettaglio le proposte alternative avanzate dagli studenti». Anche nella risposta agli studenti di Roma Tre Napolitano aveva voluto ricordare che «non spetta al presidente della Repubblica definire o concorrere a definire le soluzioni su cui il Parlamento si pronuncia in quanto titolare esclusivo del potere legislativo e che spetta alla Corte Costituzionale stabilire l’eventuale incostituzionalità di una legge».

MOVIMENTO INTELLIGENTE È stata lieve la discesa dal Colle. La soddisfazione era palpabile. «Per noi è stato importante essere ricevuti dalla più alta carica dello Stato. In questi mes non abbiamo avuto risposte dal governo. Oggi abbiamo dimostrato che il movimento studentesco è intelligente e sa interloquire con le istituzioni».


Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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