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"Lauree in aula, l'Università dia un segnale"

Bologna, l'appello al rettore di un gruppo di professori dell'Alma Mater. E per le lezioni a settembre, avanza il sistema "misto"

14/06/2020
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Fare le lauree a luglio in presenza. Con la commissione e il candidato in aula, non più via streaming dal salotto di casa. Mentre gli studenti hanno protestato per la chiusura delle sale studio, che riapriranno gradualmente (non tutte) da fine mese, i docenti incalzano sulla discussione della tesi: “Ora è il momento per dare un segnale”.

È una lettera scritta al rettore Francesco Ubertini in vista della sessione estiva, firmata, tra gli altri, da Loris Giorgini, Pier Giorgio Ardeni, Monica Turci, Vando Borghi, Luca Ciotti, Federico Condello, Chiara Giannollo, Giacomo Bergamini, Nicola Grandi, Tiziana Lazzari. “Durante la sessione primaverile delle lauree, abbiamo dovuto rinunciare al piacere di discutere le tesi in presenza, di stringere la mano a laureande e a laureandi, di accogliere le famiglie e i loro amici nei locali dell’Alma Mater – si legge - In termini simbolici, è stato uno dei più gravi sacrifici imposti dall’emergenza: dopo mesi di lavoro condiviso, discutere, felicitarsi e congedarsi attraverso uno schermo – con salotti e tinelli sullo sfondo – è stato a dir poco triste, per noi docenti come per loro studenti”. Di qui la richiesta di abbandonare lo streaming almeno per l’alloro. A luglio solo 17 atenei faranno esami in presenza, Bologna ha rinviato a settembre il ritorno nelle aule. Nei giorni scorsi il prorettore alla didattica Enrico Sangiorgi ha incontrato i direttori di dipartimento e i coordinatori di corso raccomandando che almeno metà della didattica si faccia in presenza. Insomma, un modello ‘misto’ in caso di aule sovraffollate e di impossibilità degli studenti a seguire le lezioni in presenza. Una linea confermata dal rettore. Ma più vicina è la sessione estiva delle lauree, mentre sono partiti gli esami via web con sofisticati sistemi di sicurezza e controllo anti- copiature.

“A luglio i nostri laureandi devono poter avere un esame e una cerimonia in presenza: l’allentarsi dell’emergenza lo concede, e l’importanza del momento lo richiede” chiede il gruppo di docenti. “Possiamo – con uno piccolo sforzo congiunto di università e amministrazioni locali – garantire le misure di sicurezza necessarie per studenti e commissioni. E se necessario, dilatare e trovare spazi idonei. Possiamo e dobbiamo, naturalmente, rispettare le volontà di chi dovesse preferire la laurea in remoto. Ma per tutti gli altri, possiamo e dobbiamo garantire un esame in presenza. Sarebbe il segno dell’importanza che riconosciamo al momento forse più significativo nella carriera di uno studente. E sarebbe un segnale chiaro – a tutta la comunità accademica e alle città – che l’università non intende restare l’unico o l’ultimo luogo puramente ‘virtuale’ in un Paese che ormai vede un deciso ritorno alla normalità. Non farlo sarebbe una rinuncia grave. L’università vive di relazioni e le insegna, interpreta la realtà e tramuta la realtà. Non può restare chiusa”.

D’accordo gli studenti, che presenteranno una mozione in consiglio studentesco martedì prossimo: “Chiediamo di poter svolgere le lauree in presenza con ingressi contingentati”. I firmatari della richiesta sono Student Office, Sinistra universitaria, Link, Azione universitaria, la Rete degli universitari.


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