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Le classi entreranno ogni 15 minuti Corridoi divisi, corsi nelle palestre
A giorni le indicazioni del Comitato tecnico scientifico, seguirà il protocollo del ministero. Ai presidi andrà l’organizzazione sul campo. Tra ipotesi e molti ostac
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Gianna Fregonara
Si attende a giorni il verdetto del Comitato tecnico-scientifico sul numero di studenti che potranno entrare in ogni classe quando a settembre si tornerà sui banchi. È probabile che più che un numero secco — le indiscrezioni parlano di 10-12 o 15 ragazzi — il comitato fornisca dei criteri per il distanziamento minimo e la formazione dei gruppi. Ma tornare a scuola non vuol dire soltanto sedersi in un’aula disinfettata a distanza di sicurezza: c’è molto altro. La gestione degli ingressi, gli intervalli, i corridoi, le palestre, le mense. Su tutti questi aspetti il ministero dell’Istruzione sta preparando un protocollo che, una volta validato dal comitato scientifico, possa essere firmato coi sindacati, allo scopo di un rientro ordinato a scuola.
A predisporre le strutture per il ritorno dei ragazzi saranno i presidi che sono i primi responsabili delle misure di sicurezza: saranno loro a tradurre in soluzioni pratiche le indicazioni dei virologi. Dovranno trovare anche aule e spazi esterni insieme agli enti locali per ospitare gli studenti che non potranno stare in classe. Per questo nel protocollo si prevede che palestre e laboratori delle scuole potranno essere usati anche per altre attività didattiche.
Ma i problemi con il distanziamento e la sicurezza cominciano fuori dalla classe: come evitare assembramenti all’ingresso e all’uscita visto che le scuole hanno almeno mille studenti? La proposta è quella di ingressi scaglionati, a turni: le classi dovranno entrare ogni quindici minuti, con i ragazzi in fila a distanza come si è fatto per i supermercati in questi mesi. Un’operazione che così potrebbe durare ore nelle scuole più popolose che non abbiano più di un ingresso. Entrate e uscite dovranno essere, se possibile, da porte diverse. I genitori non potranno entrare se non in casi eccezionali giustificati. Ci dovranno poi essere percorsi differenziati nei corridoi con segnaletica a terra. Difficile anche trovare regole per l’uso delle mense: vanno previsti turni e distanziamenti che rischiano di rendere impossibile far mangiare tutti in tempi accettabili.
Maturità: la novità
Ecco le conversioni dei crediti: fino a 18 per il terzo anno, 20 per il quarto, 22 per l’ultimo
Potrebbe invece saltare la prescrizione della misurazione della temperatura all’ingresso, che allungherebbe i tempi dell’ingresso. Mentre sull’uso delle mascherine la discussione è ancora aperta: se si rendesse obbligatorio toccherebbe alle scuole fornirle e non sarebbe solo una questione di costi. Le scuole dovrebbero garantire mascherine per tutti, tutti i giorni. Il costo per l’intero anno sarebbe intorno a mezzo miliardo di euro solo per gli studenti. Se riguardasse solo gli insegnanti e altri adulti si tratterebbe di oltre cento milioni. Per la Maturità il comitato tecnico scientifico ha specificato che se si mantiene la distanza di sicurezza tra i commissari e con lo studente, la mascherina non sarà necessaria.
L’esame di Stato — ieri sono stati pubblicate le conversioni dei crediti scolastici: fino a 18 per il terzo anno, 20 per il quarto e 22 per quest’anno — sarà la prova generale del ritorno a scuola. Per questo i presidi chiedono indicazioni chiare per riammettere professori e studenti: considerano le norme proposte dal ministero «troppo incerte». I sindacati invece hanno posto l’accento sulla necessità di aumentare il numero di insegnanti con un «organico potenziato» temporaneo per il prossimo anno e chiedono di ridurre il concorso straordinario la cui prova è prevista per l’estate a un concorso per titoli.