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Lettera aperta di Simonetta Salacone

DS scuola Iqbal Masih Roma

20/11/2008
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Fra le insegnanti e gli insegnanti si diffondono proposte di rifiuto di svolgere le attività strumentali al POF e le attività di arricchimento dell’offerta formativa ( laboratori, visite di istruzione, percorsi individualizzati e di recupero per alunni in difficoltà…), quelle che si realizzano, in parte, accedendo al Fondo di Istituto.
Poiché in questi primi mesi di scuola i Collegi deliberano sul Piano dell’offerta Formativa, sulle FFS e sull’utilizzo del Fondo, ritengo urgente esprimere il mio parere in questa nota, prima che gli stessi votino, rifiutando di programmare su tali temi.
Rifiutarsi di svolgere le FFSS e di programmare le attività di arricchimento dell’Offerta Formativa avrebbe, a mio parere, una serie di effetti negativi:
• senza Funzioni Strumentali si disegna un modello di scuola semplice, priva di organizzazione e di attività articolate fra l’interno e l’esterno: una scuola che, quindi, può fare a meno di figure intermedie fra la funzione dirigenziale e quella docente (esattamente la scuola delle 24 ore a maestro unico)
• servirebbe a dimostrare all’Amministrazione che la scuola può fare a meno delle risorse del Fondo, le quali potrebbero essere dirottate sulla prestazione di ore di straordinario per completare le 24 ore frontali del “maestro unico”;
• accentuerebbe la tensione con quella parte dei genitori che non comprende le nostre proteste e che ci considera, su indicazione dei Ministri, ideologici e contrari “per principio” alle azioni di “risanamento” da loro proposte;
• darebbe una visibilità solo negativa alle nostre attuali lotte, poiché saremmo giudicate/i sulla base di forme di protesta poco costose, ma molto incisive sulla didattica;
• potrebbe mettere in crisi la coesione con quella parte di genitori e di alunni che sono solidali con i motivi della nostra protesta.
Nel momento in cui siamo attaccati perché inefficaci, un po’ fannulloni, frustrati, depressi, dobbiamo, invece, rilanciare la nostra immagine di docenti indicando come lavoriamo e offrendo a chi di scuola non sa niente l’idea di complessità del nostro lavoro che non si esaurisce nel momento della lezione frontale.
Propongo , quindi, azioni dimostrative che servano a dimostrare in che modo si realizzi una scuola efficace e ricca di opportunità e come ciascun docente di possa dare il proprio apporto, sulla base di specifiche competenze, all’offerta formativa complessiva di Istituto.
A tale fine suggerisco di effettuare “settimane di laboratori aperti ai genitori” o anche “visite a musei, luoghi storici, ambienti naturali particolari….” , preparando tali percorsi con gli stessi genitori e coinvolgendoli durante le attività e/o le visite di istruzione, per far comprendere concretamente quanto l’operatività serva ai bambini e ai ragazzi e quanta fatica costi ai docenti la realizzazione di percorsi che prevedano accanto al “sapere” il “saper fare”.
Per quanto riguarda le altre forme di protesta:
Iscrizioni
• prepariamoci al tema “iscrizioni”, informando le famiglie e predisponendo i moduli, come facemmo per la circolare applicativa della legge 59 (Moratti), cercando di sollecitare al massimo le richieste di Tempo Pieno e Modulo
• proponiamo negli OOCC strategie per sfruttare tutti i possibili elementi di autonomia nella gestione del potenziale organico che verrà assegnato alle scuole e rifiutiamo sin da ora di farci imporre modelli organizzativi ( come è quello a maestro unico) per definire i quali la competenza unica spetta al collegio;
• evitiamo di dare certezze alle famiglie riguardo la gestione che le singole scuole potranno dare nel prossimo a.s. all’organizzazione degli orari e della didattica, a fronte dell’attuale momento di grande disinformazione e instabilità
• chiariamo che a nessuna classe potrà garantirsi la certezza di conservare le/i proprie/i docenti, qualora, come è prevedibile, i Dirigenti scolastici dovranno compilare le graduatorie dei/delle docenti perdenti posto.
Scheda di valutazione
Propongo che si studino forme di disobbedienza civile sul tema della valutazione in voti con scala decimale, ad esempio:
• rifiutando di modificare gli strumenti già deliberati, quando, ad a.s. già iniziato, perverranno nuove istruzioni;
• realizzando schede che contengano solo i giudizi e che non riportino i voti ovvero non consegnando ai genitori la parte che riguarda il voto numerico…
• decidendo di utilizzare la scala decimale tutta, dall’1 al 10, ma spiegando ai genitori che non bastano i numeri ad introdurre elementi di oggettività nella valutazione, se non si chiariscano i criteri sottesi alla assegnazione del singolo voto e che può essere rischioso assegnare voti molto bassi a bambini nel documento di valutazione (diversa è la situazione di eventuali punteggi , non solo decimali, assegnati a singoli esercizi, sulla base, ad esempio, delle risposte giuste o sbagliate;. in questi casi si tratta di “misurazione”,)
A tali forme eclatanti di protesta si dovrebbero accompagnare momenti di riflessione sul tema complessivo della valutazione (seminari, incontri con esperti, esame dei risultati delle indagini europee, ecc.), da destinare sia ai docenti, sia ai genitori.
Non mi dilungo, in questa nota, su altre forme di protesta e di mobilitazione più complessive, sulle quali i Coordinamenti si stanno confrontando anche con l’apporto delle Associazioni professionali, con le Forze politiche, con gli Amministratori.

Simonetta Salacone,