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"Liberate i sogni", così Madame Tsunami ha riaperto la sua scuola al quartiere

Dieci anni fa, quando è arrivata, l'istituto (materna, elementari e medie) "Adelaide Ristori" aveva appena 300 alunni. Già dalla terza classe gli studenti fuggivano e non frequentavano più. Motivando e mobilitando genitori e docenti, la struttura è ripartita. Oggi ha 930 ragazzini ed è una specie di oasi

16/02/2012
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la Repubblica

NAPOLI - Sull'asfalto sconnesso uno scooter prima tenta il dribbling poi inchioda. A bordo due ragazzini, regolarmente senza casco, e il maschio alla guida urla: "Facite ampresso, jamme...." Il passante replica: "Perché non state a scuola? E mettetevi il casco". La risposta è immediata: "Faciteve e fatt vuoste".... E' una normale mattina di un giorno feriale. Il vento gelido spazza i vicoli. L'obiettivo è l'istituto comprensivo "Adelaide Ristori" nel cuore di Forcella.

La preside s'affaccia da una finestra del terzo piano. "Salite, ora vi faccio aprire". La stanza della presidenza è un continuo via vai di insegnanti, bidelli, studenti. La prof Raffaella Tuccillo, "Madame Tsunami di Forcella", come la chiamano da queste parti, ci accoglie con un classico: "Adesso ci facciamo un bel caffè". La preside è arrivata a Forcella nel 2002. "Ho trovato una scuola in grandi difficoltà, docenti demotivati, poco più di 300 bambini, gran parte di quelli della prima e seconda elementare venivano saltuariamente, quelli delle ultime due classi non venivano proprio".

Peggio di così non poteva andare. "Per uscire dal tunnel avevo e ho bisogno di tutti quelli che lavorano qui dentro. Ho lanciato la parola d'ordine "accoglienza" per attirare a scuola i bambini del quartiere. Ai docenti ho detto: "aprite i cassetti e liberate i vostri sogni". Quello che sembrava una chimera piano piano si avvera. "Mettendo il naso nei conti ho scoperto che nei tre anni precedenti i fondi d'istituto non erano mai stati spesi. Poi ho scoperto che il piano sotterraneo era diventato una discarica di banchi rotti, sedie sfasciate, rifiuti di ogni genere. A quel punto mi sono fatta prestare un grembiule da bidella, ho indossato guanti di plastica, scopa e scopettone, secchi e varecchina. All'inizio bidelle e maestre mi guardavano come una persona strana, poi si sono fatte coinvolgere e siamo riusciti a sgomberare e pulire tutto". Oggi la sala sotterranea ospita due laboratori informatici, uno scientifico, uno artistico ed una piccola palestra con il tatami. Oggi l'istituto comprensivo "Adelaide Ristori" ospita, tra materna, elementare e media, 930 studenti. Per un quartiere difficile come Forcella un vero miracolo. "Madame Tsunami" è conosciuta da tutti gli abitanti del rione, ma se la ricordano anche in Questura ed in Prefettura. "Nel gennaio del 2011 Forcella era sconvolta da un'improvvisa guerra tra "giovani" e "anziani" delle famiglie - racconta Fernanda Tuccillo - scontri a fuoco anche di giorno, un bidello ha perso un dito per un proiettile vagante mentre era in strada. Le famiglie tenevano i figli a casa". A quel punto "Madame Tsunami" decide di entrare in azione. Mobilita la stampa, le tv, chiama in causa Questore e Prefetto. Alle "famiglie" tanta pubblicità non fa molto piacere. I contrasti vengono risolti all'interno dell'organizzazione camorristica e la pace torna a Forcella.

Ma il gioiello dell'istituto comprensivo è la scuola materna dedicata ad Annalisa Durante, la quattordicenne uccisa dalla camorra nel 2004. La materna si trova a poche centinaia di metri dalla sede centrale proprio lì dove la ragazzina è stata colpita a morte. Nel vicolo un paio di banchetti: "Camel a 2 euro e mezzo, un euro per un pacco da dieci fazzoletti di carta e di marca".

Oltre il cancello il cortile con scivoli ed altalene. A sinistra la scuola materna a destra l'asilo nido comunale. Alla materna s'avvicina l'ora della pappa. I piccoli in fila per due vanno al bagno per lavarsi le mani. Si respira un'allegra confusione. La coordinatrice tiene per mano una bimba cinese che piange a dirotto: "Non capisce ancora l'italiano, è arrivata da tre giorni, ma come altri suoi conterranei entrerà facilmente nel gruppo. Oggi abbiamo poco più di duecento bambini. Siamo riusciti a mettere in piedi tutto questo solo con le nostre forze andando a comprare i mobili da Ikea e lavorando senza orari".