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Liberazione: 100 piazze per liberare i saperi

Presentata la Giornata internazionale degli studenti. Il 17 novembre manifestazioni in Italia e nel mondo

28/10/2006
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Liberazione

Sara Schiarizza
Una manifestazione globale unirà gli studenti di tutto il mondo. Accadrà il 17 novembre, data che, per uno strano scherzo storico, accomuna diversi accadimenti: nel ’39, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono uccisi dai nazisti; nel ’73, ad Atene, gli studenti furono massacrati dal regime fascista; di nuovo in Cecoslovacchia, nel ’68, gli studenti che si opponevano al regime furono duramente repressi. E’ stata l’assemblea mondiale di Bombay a voler convogliare sulla data un fondamentale momento di mobilitazione studentesca e tutti i social forum europei e mondiali hanno riconfermato l’importanza dell’iniziativa. Così, il 17 novembre, gli studenti scenderanno in piazza. Anche in Italia, per rivendicare un diritto che comporta innumerevoli problematiche: il diritto all’istruzione. Giovani Comunisti, Unione degli studenti e Studenti di sinistra sono pronti. E vogliono che quel giorno rappresenti quello che rappresenta il 1 maggio per i lavoratori. Ma non solo. La Finanziaria 2007 non li soddisfa e chiedono una legge quadro sul diritto allo studio; più fondi per la scuola pubblica; una riforma degli organi collegiali; una carta dei diritti degli studenti e delle studentesse; l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni entro la fine della legislatura. Per questi motivi scenderanno in piazza, aspettandosi dal governo una riforma partecipata della scuola e un segnale di netta discontinuità con le riforme precedenti. Redigendo un appello comune affinchè la ”Giornata internazionale degli studenti“ diventi un momento, come spiega Domenico Ragozzino, dei Giovani Comunisti, «per la creazione di un nuovo modello di istruzione, con la nascita di un movimento permanente nell’ambito del quale si moltiplicheranno le iniziative atte a chiedere nuovi spazi e percorsi per la creazione di una scuola dove l’istruzione sia davvero un diritto, non un privilegio». «Il 17 - continua Ragozzino - daremo vita a delle ”piazze studentesche“ ricche di esperienze territoriali, che partano da queste ultime per affrontare poi il problema a livello nazionale. In continuità con le rivendicazioni che verranno fatte sempre in piazza, a Roma, il 4 novembre, nella grande manifestazione contro la precarietà. Argomento che, lo sappiamo, riguarda anche il settore universitario, colpendolo il maniera decisamente devastante». Insomma, i segnali di un risveglio del movimento studentesco sembrano esserci tutti. E lo dimostra l’adesione all’iniziativa di più di cento città italiane. Praticamente si riparte da qui, dal 17 novembre. Destinazione? Un’istruzione ugualmente accessibile a tutti, dove sia garantito il rispetto dei diritti fondamentali e nell’ambito della quale la ricerca e la conoscenza vengano sviluppate con riguardo alle diverse culture ed alle diverse società. Un’istruzione che conduca alla libertà dei saperi.