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Liberazione-Arriva il "doppio canale". La sinistra: "Un sistema classista"

Arriva il "doppio canale". La sinistra: "Un sistema classista" Moratti, parte la riforma della scuola superiore Laura Eduati Le scuole superiori non saranno più come quelle di una volta. L...

28/05/2005
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Liberazione

Arriva il "doppio canale". La sinistra: "Un sistema classista"
Moratti, parte la riforma della scuola superiore
Laura Eduati
Le scuole superiori non saranno più come quelle di una volta. L'ultimo capitolo della riforma Moratti sul secondo ciclo è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri, ma per entrare definitivamente in vigore deve prima passare al vaglio della Conferenza Stato-regioni e poi approvato in Parlamento. La riforma entrerà in vigore già nel 2006. La copertura finanziaria per l'anno prossimo ammonterà a 44 milioni di euro, per il 2007 a 43 milioni.
Dopo ottant'anni, quindi, cambia il sistema dell'istruzione dei giovani italiani, che dopo le scuole medie dovranno scegliere tra due "tronconi": quello dei licei e quello della formazione professionale, entrambi - sempre secondo la volontà morattiana - "di pari dignità", visto che al concludersi dei due percorsi gli studenti potranno comunque scegliere di andare all'Università. La seconda novità della riforma Moratti riguarda la possibilità di fare stage e tirocini durante il percorso formativo prescelto: scegliere cioé di andare in fabbrica per qualche mese e per questo periodo lavorativo -non necessariamente retribuito - ricevere un numero di credits. Studiare Kant e Hegel, dunque, e poi fare un periodo di volontariato nella casa di riposo. Tutto questo fino ai 18 anni: il ministro dell'Istruzione ha stabilito infatti che si incoraggeranno gli studenti delle medie a proseguire gli studi, ma non si parla di obbligo, bensì di "diritto-dovere" allo studio. Se uno studente a 16 anni, svogliato o con problemi famigliari, preferirà abbandonare i banchi di scuola perché magari assunto nel mobilificio sotto casa, lo potrà fare.

Il decreto approvato ieri conclude il disegno di queste scuole superiori: stabilisce il criterio del "successo formativo", vale a dire che si farà il possibile affinché a tutti i diciottenni si possa consegnare un diploma che qualifichi il loro curriculum, e stabilisce la creazione di "campus", cioé degli istituti dove coabiteranno licei e istituti di formazione professionale. In questo modo si cercherà di rendere più facile il passaggio -la cosiddetta passerella - tra istituti professionali a licei, visto che finora avviene normalmente il contrario. I licei dureranno 5 anni secondo lo schema 2+2+1. Ampia la scelta: 4 i licei senza indirizzo (classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane - e 4 con indirizzo (economico, tecnologico, artistico e musicale). Sostanzialmente gli istituti tecnici verranno assorbiti sotto la denominazione del liceo tecnologico, mentre gli istituti di formazione professionale subiranno un declassamento: da statali diventeranno regionali, regolati quindi da norme differenti da regione a regione. Qui gli studenti frequenteranno la scuola 990 ore all'anno, con percorsi triennali o quadriennali.

Lingue, sport, informatica, musica: sono queste le novità del nuovo curriculum Moratti. Al quinto anno dei licei una materia - potrebbe essere la biologia o la fisica - verrà insegnata tutta in inglese, mentre una seconda lingua comunitaria diventerà obbligatoria. Chi fa tanto sport anche fuori dalla scuola potrà ricevere dei crediti formativi, e chi invece è bravo a suonare uno strumento potrà scegliere un percorso "musicale", mentre nelle ore di matematica si imparerà anche un po' di informatica.

Tutta la riforma Moratti entrerà a pieno regime nel 2010 -2011. Il senso, per la contestatissima ministra, è quello di avvicinare la scuola al mondo del lavoro. Ma per la sinistra è un sistema profondamente classista, calato dall'alto e senza cercare una base di consenso con i collettivi degli insegnanti, i sindacati, gli studenti. "E' l'ennesima conferma che per il governo il confronto è un optional", sbotta il segretario generale della Federazione della Conoscenza della Cgil, Enrico Panini. Il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, accusa invece Moratti di "portare la scuola a prima del '62, cioé alla scissione tra scuola e avviamento al mestiere", che oggi avverrebbe - sempre secondo i Cobas - alla mercè di aziende private che guarderanno solo al proprio conto. Per Titti De Simone del Prc siamo di fronte ad una "emergenza scuola". "Di fronte ad un governo che va avanti con arroganza e senza ascoltare, è necessario che l'Unione insieme ai movimenti, promuova per i prossimi mesi una straordinaria mobilitazione per la scuola pubblica", afferma De Simone, anche lei indignata per una scuola "classista che divide le future generazioni e il paese". Strali anche da Vittorio Cogliati Dezza, responsabile scuola di Legambiente, che evidenzia un altro aspetto fondamentale: "manca la copertura finanziaria" e, soprattutto, spera che il 2006 porti un cambio di governo per bloccare la riforma. Arrabbiati anche gli studenti: "Moratti non ci ha mai degnato di un confronto, oggi per noi è una giornata nera".