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Liberazione: Contro l’istruzione low cost, ci vuole un’inversione di tendenza

Formazione e precarietà

17/11/2006
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Liberazione

Gli studenti di tutto il mondo si mobilitano oggi 17 novembre per l'accesso libero ai saperi. L'International day of Action, rilanciato dal Social Forum di Atene, rivendica a livello globale il diritto alla conoscenza come diritto di cittadinanza inviolabile. Con queste parole d'ordine in Italia i/le Giovani comunisti/e parteciperanno a mobilitazioni in oltre 50 piazze italiane insieme ai collettivi e alle organizzazioni di tutti i soggetti in formazione

che, ormai da anni, costruiscono il movimento contro il processo di privatizzazione del sapere. A Roma, Milano, Palermo, Bari, Siena, Firenze, Torino, Napoli scenderemo in piazza per chiedere che venga finalmente avviata una riforma partecipata della scuola e dell'università.

Studenti e ricercatori domani si riprenderanno le piazze perchè sono i soggetti al centro della produzione di valore e profitto nella società della conoscenza. Riconoscere questa centralità è un passaggio fondamentale per espellere la precarietà dalla formazione. Giudichiamo scandaloso che la finanziaria non ne prenda atto. I tagli, che rimangono tali anche dopo le correzioni illustrate dal ministro Mussi, danno il segno della mancata inversione di tendenza che invece il movimento rivendica da anni.

‘A disgrazia, la disgrazia. Il 17 nella quabbalah napoletana delle superstizioni è un numero temuto e sventurato. E la storia del 17 di novembre per i movimenti studenteschi ne è drammatica rappresentazione. Succedeva in Cecoslovacchia nella guerra con i nazisti, durante la dittatura dei colonnelli in Grecia e nei giorni dei carriarmati sovietici per le strade di Praga.

La ribellione alla guerra e al pensiero unico prendeva vita nei banchi delle scuole e delle università, negli interstizi del sapere ufficiale si sviluppava un bisogno di critica e di liberazione. Il potere si riproduce nel controllo della conoscenza, nell’ omologazione delle menti. Quando sfugge, interviene il disciplinamento con la repressione e gli arresti, come è accaduto.

A Bombay l’assemblea generale dei movimenti sociali ha dichiarato questa data giornata mondiale di mobilitazione studentesca per la liberazione della conoscenza. International day of action: spezzare le matite insieme, uscire dalle masse informi che inseguono corsi, campanelle, esami per affermare il diritto alla conoscenza e al sapere come bene pubblico e non mercificabile. La città di sotto degli invisibili della formazione, dove si produce profitto senza riconoscere cittadinanza, invade la città di sopra. Chiede che venga riconosciuto il nesso tra democrazia e sapere e che si fermi la messa a valore nella produzione di profitto del linguaggio, degli stili di vita, delle competenze e delle relazioni. Il melting pot culturale della post-modernità è bene espropriato e immesso nel mercato, nuova merce della produzione immateriale. Nella città di sotto si forgiano nuovi precari, futuri operai cognitivi, soggetti forniti di saperi tecnici, nozionali e standardizzati e quindi controllabili. Just in time.

L’esclusione e la selezione nel percorso di studio è continua. I numeri chiusi, gli sbarramenti delle lauree specialistiche, i costi dei master sono gli strumenti di una rigida separazione sociale. La precarietà domina nei percorsi di vita già al tempo dell’istruzione. E’ l’incertezza del percorso formativo, ma anche della casa e degli affitti al nero, delle poche borse di studio, dell’altissimo costo dei libri di testo, del cinema, dei teatri, del divertimento. Se è questo il paradigma emerso dal processo di Bologna e declinato nelle riforme Berlinguer, Zecchino, Moratti, oggi pretendiamo un inversione di tendenza.

A cominciare dai finanziamenti. E’ preoccupante infatti il dibattito in parlamento in occasione dell’approvazione della legge finanziaria: tagli alla scuola ed alla ricerca e contemporaneamente la discussione sull’aumento dei finanziamenti alle scuole private. C’è in fondo un’idea low cost dell’istruzione ed una sua obbligata subalternità alle imprese ed ai finanziamenti privati. Con tutte le forze della sinistra alternativa e radicale dobbiamo impegnarci in una sfida di egemonia culturale, anche a partire dalla richiesta di maggiori investimenti nella ricerca e nella scuola pubblica.

Domenico Ragozzino
Responsabile nazionale studenti e saperi
Giovani Comuniste/i