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Liberazione-Domani il vertice tra i tre segretari generali

Domani il vertice tra i tre segretari generali Cgil, Cisl e Uil pronti a scendere in campo Sui tre punti concordati nella piattaforma dell'Eur nessuno ha dubbi: il fronte sindacale terrà. C...

22/06/2004
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Liberazione

Domani il vertice tra i tre segretari generali
Cgil, Cisl e Uil pronti a scendere in campo
Sui tre punti concordati nella piattaforma dell'Eur nessuno ha dubbi: il fronte sindacale terrà. Cgil, Cisl e Uil alla vigilia del vertice tra i tre segretari sono abbastanza compatti sui contenuti. Meno probabile, però, che esca l'indizione di uno sciopero generale.
Mercoledì, giorno dell'incontro, si avranno tuttavia alcune informazioni in più su questa storia della delega previdenziale. Innanzitutto, dalla Camera dei deputati, dove sta per approdare la discussione sulle pensioni. Tutto dipende dall'agenda dei lavori e dalla possibilità di apportare modifiche. Per andare tutto liscio, i deputati non devono cambiare nemmeno una virgola. Altrimenti, il testo dovrebbe tornare in Senato. Quindi la richiesta di fiducia, che inaspettatamente sembra aver convinto anche il vice-premier Fini.

Tre sono i punti che coagulano il fronte sindacale: la verifica del 2005 sui coefficienti, il no al salto di quattro anni e mezzo a partire dal 2008, la previdenza complementare. Al di là dei tira e molla su questo o quel punto, il governo ancora non ha tirato fuori una controproposta degna di interesse.

Morena Piccinini, della segreteria nazionale della Cgil, sottolinea come il tema delle pensioni non va letto da solo, "ma inserito nella piattaforma dell'Eur" in cui venne "incardinato" con lo sviluppo e il welfare. Ancora più difficile, quindi, per il governo riuscire ad aprire un tavolo quantomeno soddisfacente per Cgil, Cisl e Uil. L'unica "proposta" che può passare, quindi, è una proposta politica di tipo politico. Ma con Fini nella condizione di dover "rattoppare" giorno dopo giorno la maggioranza, e un "centro" sempre pronto alla politica dello scambio, sembra davvero arduo trovare il bandolo della matassa. "Staremo a vedere cosa diranno i parlamentari di centrodestra - continua la Piccinini - costretti ad alzare la mano a comando".

La Confindustria, come è noto, non appoggia l'attuale riforma poiché prevede lo smobilizzo del Tfr ai fondi pensione, sottraendo liquidità alle imprese, ma senza inserire i disincentivi per i neoassunti chiesti dagli industriali come contropartita. Senza contare che fu lo stesso Tremonti, due mesi fa, a tentare il colpaccio "trasferendo d'ufficio" i fondi del Tfr attualmente in mano alle imprese, direttamente all'Inps. Ieri Montezemolo è tornato a battere la grancassa della concertazione. "Occorre ricercare le intese che consentano il recupero di competitivià, attorno a obiettivi condivisi, attraverso la capacità di fare squadra".

A dettare i tempi del "confronto" è ancora una volta l'Ue, e la fatidica scadenza del 5 luglio, quando la Commissione europea deciderà se andare avanti o meno nella procedura dell'early warning. Con un deficit tendenziale che dovrebbe sfiorare quest'anno il 3,5-3,6% - al di sopra del tetto del 3% imposto dai vincoli Ue - e un debito pubblico fermo intorno al 106% sul Pil, l'Europa si attende dal governo italiano interventi per ridurre il disavanzo in modo strutturale, interventi necessari anche ad ottenere la conferma del rating sul debito pubblico da parte delle agenzie internazionali. A questo fine la riduzione della spesa previdenziale con una riforma, che comunque partirà dal 2008, viene considerata fondamentale. Oltre a questo, si aspetta di vedere se il governo interverrà a correggere i conti con una manovra o, prima dell'Ecofin - fra i ballottaggi di fine giugno e i primi di luglio -, solo applicando il decreto taglia spese che l'anno scorso ha portato una correzione di 0,2 punti di Pil.

Nel fronte sindacale c'è chi, come la Cisal, vede ancora qualche possibilità di rivincita e rimanda tutto a dopo l'approvazione. "La partita della riforma previdenziale non si concluderà con l'approvazione della delega. Parecchio c'è ancora da fare e da dire nella fase dei decreti attuativi. Inoltre, fino al 2008 si avrà tempo e modo di apportare i cambiamenti che saranno, per noi, necessari", dice Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal.

Fabio Sebastiani