Liberazione - Enrico Panini accusa la Moratti: Vuole una scuola modello anni 50
Enrico Panini accusa la Moratti: "Vuole una scuola modello anni '50" Docenti, la lotta prosegue Dopo quello del 31 ottobre, domani lo sciopero indetto da Cgil, Gilda e Cub Letizia Moratti chiede ...
Enrico Panini accusa la Moratti: "Vuole una scuola modello anni '50"
Docenti, la lotta prosegue
Dopo quello del 31 ottobre, domani lo sciopero indetto da Cgil, Gilda e Cub
Letizia Moratti chiede collaborazione e gli insegnanti le rispondono con il terzo sciopero nel giro di un mese, dopo quello dell'Unicobas e la grande manifestazione dei Cobas del 31 ottobre a Roma. Scuole chiuse anche domani, dunque, per la protesta indetta da Cgil, Gilda e Cub, alla quale però non partecipano Cisl e Uil. Ne parliamo con Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil Scuola. Quali sono le ragioni di questa rottura nel sindacato confederale? La prima è che noi, a differenza di Cisl e Uil, abbiamo valutato al termine del confronto col ministro Moratti sulla finanziaria per la scuola che i risultati non cambiassero comunque il profilo negativo e penalizzante per la scuola pubblica di questa finanziaria. La seconda ragione è che c'è una politica di questo governo che mira a privatizzare l'istruzione, a equiparare scuola pubblica e scuola privata e a considerare gli interventi sulla scuola non investimenti per il futuro, ma una spesa superflua da ridurre. Su questi due elementi, la valutazione dei quali non ha trovato possibilità di mediazione con Cisl e Uil, abbiamo indetto lo sciopero. In concreto cosa chiedete? Tre cose. In primis, un piano di investimenti pluriennale che, a partire dal 2002, porti il rapporto tra spesa per l'istruzione, dall'attuale 5% scarso, al 6%, che è l'obiettivo fissato per i governi europei. Inoltre, risorse contrattuali per dare retribuzioni europee al personale della scuola pubblica. Terzo, politiche di sostegno alla qualità dell'offerta di istruzione pubblica, il che significa: finanziamenti alle scuole per attività di studio, formazione e ricerca; rendere gli ambienti più sicuri e più vivibili agli studenti e ai lavoratori; impedire i tagli di organico; dare il via a un vero processo di decentramento. Parli di stipendi europei. Intendi dire che la Cgil chiede aumenti al di fuori dell'accordo del luglio '93? Un contratto è fatto di due aspetti. Uno è quello della tutela del salario rispetto all'inflazione, l'altro riguarda la redistribuzione della ricchezza prodotta. Quest'ultimo però, a differenza di altre categorie, nel nostro caso è sempre incluso nel livello nazionale. E la misura del secondo aspetto la si ottiene nel confronto con gli stipendi medi europei. Va ricordato che l'anno scorso Cgil Cisl Uil e Snals hanno fatto due scioperi generali a sostegno di questa richiesta. Abbiamo anche firmato un'intesa con il precedente governo per il raggiungimento di questa equiparazione. L'attuale governo con la finanziaria non solo non mette a disposizione le risorse ma addirittura non garantisce neanche le retribuzioni italiane perché sul recupero del differenziale di inflazione stanzia 15mila lire anziché le 100mila necessarie. L'altro giorno hai dichiarato: "La Moratti pensa a un modello di istruzione in cui i licei sono per i ricchi e le scuole di avviamento per i meno abbienti". Per la verità questo progetto era già 'dentro' la proposta di Berlinguer della riforma dei cicli, appoggiata dalla Cgil. L'unica differenza era la scelta a 15 anni, anziché a 14. Avete cambiato idea? No, è cambiato il quadro di riferimento della riforma. Il modello 'cicli' prevedeva una presenza forte dell'istruzione superiore con possibilità di passaggi da un indirizzo di scuola all'altro. Nel progetto Moratti invece si introduce un sistema rigidamente separato, modello anni '50, con l'istruzione liceale da un lato e l'avviamento professionale per tutti gli altri studenti, che riceveranno un tipo di formazione inadeguato al proseguimento degli studi. La Fiom sta ponendo con forza il problema della democrazia sindacale, chiedendo il referendum sul contratto dei metalmeccanici. Quello degli insegnanti scade a gennaio, ma Cgil Cisl e Uil trattano già con il governo. Non pensi che una piattaforma dovrebbe essere il frutto di una consultazione tra tutti i lavoratori, non solo degli iscritti? Il problema della democrazia esiste e deve trovare soluzioni certe il che, per quanto mi riguarda, significa fare la legge sulla rappresentanza sindacale. In realtà sul contratto non abbiamo fatto nessun incontro perché non c'è ancora la piattaforma. Stiamo invece discutendo con il ministro le risorse che la finanziaria deve stanziare in vista del rinnovo. Sulla quantità dei soldi da chiedere abbiamo già verificato il consenso dei lavoratori con le assemblee e gli scioperi fatti l'anno scorso per le retribuzioni europee. I lavoratori appaiono molto uniti quando si tratta di dire no ai finanziamenti alle private, ai tagli prospettati dalla finanziaria, e sì alle richieste di aumenti salariali. I sindacati restano invece divisi e continuano a proclamare scioperi in date diverse. I Cobas propongono all'indomani del vostro sciopero di incontrarvi per valutare la costruzione di una piattaforma comune in vista di un appuntamento di lotta unitario, con l'obiettivo di portare in piazza a dicembre tutta l'opposizione della scuola alla finanziaria di guerra e alla politica della Moratti di distruzione della scuola pubblica. Sei d'accordo? Anzitutto osservo con dispiacere che i Cobas, pur condividendo i nostri contenuti, non hanno proclamato un sciopero in coincidenza con il nostro, come ha fatto invece l'Unicobas. Io lavoro perché dal 13 si ricostruisca un rapporto con Cisl e Uil dal momento che non intendo attribuire a questa rottura nessuna dimensione né strutturale né strategica. Ritengo che vada costruita una unità tra tutti i lavoratori e che questa unità debba essere costruita a partire dalle scuole che devono diventare sempre più un soggetto di iniziativa politica. Su quel terreno valuteremo le prossime iniziative di lotta da costruire.
Roberto Farneti